SORSI DI LUCE

Gianni e il magico Alverman


Otorongo, don Cristobal, Gianni, Rosita, l'anello Fafifurnio, il pappagallo Arabella, Alverman. A molti questi nomi, alcuni dei quali evidentemente di fantasia, non diranno assolutamente niente. Agli altri, invece, accenderanno una lampadina nell'immenso archivio dei ricordi del nostro passato.Stiamo parlando dei personaggi di "Gianni e il magico Alverman" (Johan en de Alverman), splendida serie di telefilm prodotta dalla televisione belga di lingua fiamminga nel 1965 e trasmessa in Italia sul canale Nazionale nel 1970. La serie era composta da sedici episodi ognuno della durata di mezz'ora e veniva trasmesso durante la Tv dei Ragazzi il lunedì alle 18 e 15.La storia raccontata in questo telefilm è di stampo prettamente favolistico (oggi si direbbe fantasy) ed è rimasta impressa nella memoria di tanti bambini e ragazzi di quell'epoca. Un giovane medico di nome Gianni (Frank Aendenboom) si reca a trascorrere una vacanza presso il mulino ad acqua dello zio William. Nella contea di Gand Gianni conosce una giovane e bella ragazza di nome Rosita (figlia di don Cristobal de Bobadilla (da cui il tema conduttore del telefilm - chi non ricorda il refrain "don Cristobal io voglio sposar tua figlia) di cui si innamora perdutamente. Gianni approfitta della scomparsa del suo pappagallo Arabella per mettersi in mostra ai suoi occhi. Addentrandosi nel bosco conosce un ometto che saltella e pronuncia frasi magiche: è il folletto Alverman (Jeff Cassiers) che lo aiuterà a conquistare il cuore della sua amata.I luoghi e i personaggi di questo telefilm erano la trasposizione televisiva di tutto quello che noi avevamo letto sui libri di favole: il bosco incantato, il folletto, le frasi magiche, la bella principessa, il cattivo. Alcune scene sono sicuramente rimaste impresse nella memoria di molti di noi: come dimenticare il viso di Alverman riflesso in una pozza d'acqua durante la sigla?Nella ricerca di informazioni su questo telefilm, purtroppo mai più ritrasmesso, mi sono imbattuto in uno splendido sito belga (http://www.geocities.com/wordt_vervolgd) dove è possibile ammirare alcune scene e ascoltare tre spezzoni originali fra cui il celeberrimo "don Cristobal io voglio sposar tua figlia" (in lingua fiamminga).La grafica di questo sito è, nella sua semplicità, un esempio di come si possa costruire uno scrigno in cui contenere i ricordi e le cose del passato: le cose materiali si conservano in maniera relativamente semplice mentre è difficilissimo riuscire a conservare le atmosfere, i ricordi, gli stati d'animo.Un libro, un sito, un qualcosa che vuole conservare il passato assolve al suo ruolo quando, aprendolo si ha l'impressione di rivivere quelle atmosfere e quegli stati d'animo: in caso contrario si ha solo l'impressione di aprire una vecchia scatola contenente cianfrusaglie e cose per bambini mai cresciuti.(PAGINE 70)