sottoilsette

Fumo


-         Due anni. Due anni!!!Mi massaggio la guancia per cercare di assorbire il dolore. Non credo che mi abbia mai colpito così forte.Ora che ci penso, credo non mi abbia mai colpito.-         Sono più di due anni che non ho tue notizie! Sei sparito nel nulla come un fantasma e ti presenti sulla porta di casa mia come se niente fosse! E guardati! Sembri… non lo so nemmeno cosa sembri! Ma dove diavolo sei stato?Non dico nulla. Peggiorerei solo le cose.-         Ti ho cercato per mesi. Per mesi! Ho chiamato chiunque, dai tuoi parenti ai negozianti dove facevi la spesa di solito! Credevo fossi morto! E ti fai vivo adesso? Così? Come se fosse una cosa normale?Si accascia su una sedia, improvvisamente stanchissima. Un luccichio da quegli occhi mi spinge istintivamente ad avvicinarmi, ma ottengo una reazione che non riesco a prevedere. Si alza di scatto, allontanandomi di nuovo verso il pianerottolo. Mi fissa con un odio che non avrei mai creduto possibile. Si blocca e mi punta un dito accusatore che mi fa più male del ceffone di un attimo fa.-         No! Non ti concederò di vedermi piangere. Ho già versato troppe lacrime a causa tua. Fuori di qui!-         Ma…-         Ho detto fuori! Hai capito? FUORI!!!E prima che me ne renda conto, mi spinge fuori dall’appartamento e la porta di casa si stampa sulla mia faccia.Mi siedo sul pianerottolo, appoggiandomi a quella stessa porta.Ed è allora che sento l’odore di sigaretta.Maria non ha mai fumato.Se avessi avuto ancora qualche dubbio, ormai ne ero certo. Era davvero troppo tardi.Davvero non so cosa mi fosse passato per la testa tornando a casa. Ma cosa pensavo?Sorrido amaramente.Mi alzo. Scendo le scale. Lentamente, esco dal portone.Cammino. In che direzione, non ne ho idea. Una strada, ormai, vale l’altra. Ormai ho finito tutte le opzioni. Sono stanco. Ho fame e non so come affrontare quello che succederà domani.Senza rendermene conto mi ritrovo alla fermata dell’autobus. Quale linea, nemmeno me ne rendo conto. Salirò sul primo che mi capita e che sarà, sarà.Ed è allora che le prime gocce si stampano sulla mia faccia. E non solo le prime.In poco tempo sono uno straccio, e non c’è un balcone da nessuna parte, lì intorno.Mi siedo, come un idiota, pensando a come diavolo sono finito in quella situazione.E non mi accorgo dei fari di una macchina che bucano la pioggia battente.La mia macchina.Come la scena di un film, lo sportello si apre e la vedo.-         Sali – mi fa senza guardarmi.Alzo lo sguardo. Devo avere un aspetto terrificante.-         Non farmelo ripetere. Potrei cambiare idea.Salgo. Sembro un ranocchio. Ma dubito che questa principessa mi bacerebbe. Nemmeno mi guarda.-         Non voglio sapere niente di quello che ti è successo. Adesso vieni a casa. Ti fai una doccia, mangi un boccone, ti metti a letto e dormi. Parleremo domani. Se ne ho voglia.Finalmente si volta.-         Ok?Alzo e abbasso la testa. E, lentamente, ce ne andiamo verso casa.