Creato da sottoilsette il 24/03/2005

sottoilsette

Uno sguardo tra tanti

 

 

LA FACCIA OSCURA DEL NINTENDO

Foto di sottoilsette

Chi non conosce The dark side of the moon dei Pink Floyd... da molti definito "l'album perfetto", record di permanenza in classifiche di tutto il mondo isole comprese, la copertina più riconoscibile della storia della musica eccetera eccetera..?

Di questo album ne sono state ri-fatte infinite versioni, a cappella, strumentali, reggae e chi più ne ha più ne metta... insomma, con questo album ci si sono confrontati un pò tutti.

Ma questa è strana. Strana forte.

Qualcuno ha pensato: ma se fosse stato concepito per essere suonato da un nintendo NES?

Accade QUI.

Uno poi si domanda perchè. Mah. Molti dicono: perchè hai scalato la montagna? Perchè era lì.

Mi domando solo: ma Gilmour, Waters e Mason (il povero Rick lasciamolo riposare in pace), che ne possono pensare di una cosa così...?

 
 
 

PAROLE DA VIAGGIO

Foto di sottoilsette

Serata meravigliosa, al TBQ... tre ore di viaggio con la fantasia, in compagnia di parole e narratori. Un piacere da consumare ogni anno, in occasione della festa mondiale del libro.

E' il secondo anno che partecipo, e spero che non sia l'ultimo. Una serata diversa, lontano da televisioni, decoder, frenesie consumistiche. Persone e libri, storie e piccole emozioni. Uno stuzzichino in due minuti che stimola a conoscere meglio un nuovo amico, magari in biblioteca... io, personalmente andrò a cercare "L'Italia in seconda classe"... per cominciare.

Qui c'è la serata, da ascoltare o riascoltare. Confesso che ero un pò emozionato e mi sono un pò impappinato. Pazienza... tanto l'importante non era essere "bravi", era un diverso modo di stare insieme (anche davanti ad un bel buffet durante l'intervallo... ;-)))))))

Io la butto lì...

Visto che c'è ancora tempo... chi ha voglia di organizzare qualcosa per l'anno prossimo...????

 

 
 
 

SIGNORI... LA ROSSA!!!

Post n°143 pubblicato il 23 Aprile 2010 da sottoilsette
 

Lo ammetto, non ho cerduto molto nell'ultimo progetto discografico di Fiorella Mannoia. Mi è sembrato abbastanza fine a se stesso, probabilmente sotto la spinta della sua casa discografica. E comunque mi ha colpito decisamente meno del suo lavoro precedente.

Dal vivo, comunque, è tutta un'altra storia. Fiorella è una di quelle persone che, anche se cantano l'elenco telefonico, riescono a coinvolgerti ed emozionarti. Prova ne sono proprio i due pezzi più deboli del suo ultimo disco (quelli di Cremonini e Tiziano ferro) che ne escono comunque più che dignitosamente. Al gran teatro, Martedì, è stato il delirio. Tutto esaurito e tutti contenti.

Sotto la definizione di "acustico" (in realtà i plug erano decisamente inseriti) Fiorella ha "semplicemente" inserito un quartetto d'archi che ha arricchito molti dei pezzi con arrangiamenti nuovi ed insoliti per pezzi che non erano eseguiti da molto tempo, come Sorvolando Eilat e Lunaspina, per dirne un paio.

Due ospiti d'eccezione: Noemi, con cui ha cantato - ovviamente - "L'amore si odia" e il gran finale scatenato del "Cielo d'Irlanda" e Renato Zero, a quanto sembra una sorpresa dell'ultimo secondo sulle note di "Cercami". Inutile dire che si è scatenato il finimondo con un centinaio di persone che riprendevano e fotografavano incuranti dei bodyguards che tentavano inutilmente di fermarli (su youtube se ne trovano di riprese...)

Ma la regina è stata decisamente lei da sola, in forma strepitosa, con una band affiatatissima e con delle gemme davvero di alto livello: una bluesy "Via con me" di Paolo Conte, "Sempre e per sempre" di De Gregori, "Clandestino" di Manu Chao, addirittura in duetto col pubblico la vecchissima "Pescatore" con cui esordì duettando con Pierangelo Bertoli... e una splendida dedica a questo povero paese prima di "Apri la bocca e fai fuoco"...

inutile sottolineare come il pre-finale con quello che le donne non dicono viene praticamente cantata da tutte le donne della platea...

La "signora" (ma ha fatto un patto col diavolo?) incanta e delizia. Il feeling col pubblico è totale. Anche a luci accese la invocano ancora per un tris ma niente...

Comunque una immagine vale più di mille parole...

 

 

 
 
 

LIBERTA'

Foto di sottoilsette

E' finita.

Sono passati otto giorni di inferno, per tre persone (e per le loro famiglie) la cui unica colpa era quella di rispettare le convenzioni internazionali, di fare qualcosa di giusto in cui credevano, di essere UMANI.

Otto giorni in cui delle persone che abbiamo delegato ad amministrarci hanno avuto un atteggiamento prima ambiguo, poi, sotto la spinta di tutti quelli che si sono sfilati da una congiura che sembrava quella dei "soliti ignoti" che rubavano pasta e fagioli, si sono fatti belli di fronte alle telecamere per i loro "grandi sforzi".

Otto giorni, PER FORTUNA, in cui tante persone hanno ancora detto di NO di fronte ad una manica di palesi menzogne.

Un mio amico diceva spesso che non siamo quello che diciamo, ma quello che facciamo.

Ecco, io, semplicemente, Sabato, a San Giovanni ho preso quel pezzo di carta lì.

E dedico con affetto a chi si ha fatto finta di non capire il motivo per cui tante persone si sono viste di sabato pomeriggio, anzichè fare shopping, a preoccuparsi dello SCOPO per cui queste persone erano prigioniere.

Vai Daniè.

 
 
 

GIOCHI LETTERARI

Post n°141 pubblicato il 16 Aprile 2010 da sottoilsette
 
Foto di sottoilsette

Ogni tanto si incoccia un bel gioco letterario in quel di internèt... stavolta si tratta di incipit di romanzi immaginati. Di solito, per me, è una buona scusa per affrontare la macchina da scrivere travestita da calcolatrice che ho davanti e farla trottare.

Il titolo non l'ho neanche immaginato. C'è appena un accenno di storia, che chissà se vedrà mai la luce...

 

 

Non c’è lei dietro quella lastra bianca, si disse. Non c’è una persona. Non c’è niente.

Questo era maledettamente ovvio, per uno come lui. Eppure si trovava lì, immobile, a domandarsi che cosa fare adesso e senza trovare una risposta.

La sua assenza era stata notata, ovviamente. Era l’argomento principe alla fine della cerimonia. Del resto, in quei momenti, un argomento di conversazione qualunque aiuta ad esorcizzare il dolore.

Nel suo caso, il problema non esisteva. Adesso, nel suo petto, regnava un desolante e freddo silenzio. Non una lacrima. Non una emozione.

Nulla.

Si abbassò per guardare meglio la foto. Era una delle tante di loro due insieme, dove qualcuno aveva tagliato la parte che ritraeva lui.

Era stata una scelta obbligata, in fondo. Si cerca sempre una foto sorridente da lasciare come perenne ricordo e, di foto di lei sorridenti di prima che si conoscessero, non ne erano riusciti a trovare. Per dopo… tra loro due, la fotografa era lei. Lui, come fotografo, era semplicemente penoso.

Si distolse leggermente sorridendo all’involontaria ironia della cosa, trovandosi senza accorgersene con lo sguardo negli occhi di qualcuno. Un fatto singolare, considerando l’altezza a cui si trovava.

Ciao. Un bambino. Sei, sette anni al massimo, valutò.

Ciao, rispose lui, mentre si domandava da dove fosse sbucato.

E’ la tua fidanzata?

Era, rispose lui senza rendersi di come ci avesse messo così poco tempo a parlarne al passato. Purtroppo me l’hanno portata via.

E chi è stato? disse ancora il bambino.

Delle persone che non le volevano bene, rispose asciutto.

Che peccato. E queste persone ti hanno chiesto scusa?

Fu una domanda che lo lasciò interdetto.

E perché avrebbero dovuto?

Perché chi sbaglia deve sempre capire che ha sbagliato. E lo dimostra chiedendo scusa, così viene perdonato. Così mi hanno insegnato mamma e papà.

Beata innocenza, pensò.

Posso mettere un fiore? 

Certo. Le farebbe piacere, fu la sua risposta. Che ottenne l’immediato sgambettio del piccolo verso quei genitori che involontariamente avevano fornito anche a lui una risposta, anche se ad un’altra domanda.

Possibile che sia tutto qui? disse alla foto che lo guardava da quel pezzo di marmo. Devo fare solo questo?

Ma la foto non rispose.

Forse siamo soli in questa vita come in quell’altra, si disse. Si voltò, fece quattro passi ed attraversò il muro svanendo nell’aria grigia di fronte agli occhi meravigliati del bambino che tornava con il fiore in mano.

Aveva ben chiaro in mente quello che doveva fare.

 

 

E ora potete sfogarvi.... ;-))))))))))))))))

 
 
 

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