Creato da jeanmo il 23/08/2007

Sottolineature

ça va sans dire

 

Gustavo Zagrebelsky, Intorno alla legge, Einaudi

Post n°269 pubblicato il 06 Novembre 2011 da jeanmo
 

Giustizia, non natura La giustizia, o meglio, il rifiuto dell'ingiustizia, non la natura, é la nostra bussola. Di fronte alle leggi crudeli della natura, che premia i forti e i fortunati, a danno dei deboli e degli sfortunati, la giustizia può esigere addirittura che si agisca "contro quella natura".

 
 
 

GiPi, Appunti per una storia di guerra, Rizzoli

Post n°268 pubblicato il 31 Ottobre 2011 da jeanmo
 
Tag: Gipi

Quanto ti devono scoppiare vicino le bombe, per farti dire che una guerra è tua?

 
 
 

Gianrico Carofiglio, Ad occhi chiusi, Sellerio

Post n°267 pubblicato il 30 Ottobre 2011 da jeanmo
 

Potevo essere tante cose che non saranno, perché non ho avuto il coraggio di provarci.

 
 
 

Antonio Ingroia, Nel labirinto degli dei, IlSaggiatore

Post n°266 pubblicato il 30 Ottobre 2011 da jeanmo
 
Tag: Ingroia

La speranza comincia a nascere dalla fiducia negli uomini dello Stato.

 
 
 

Bertrand Russell, Perché non sono cristiano, TEA

Post n°265 pubblicato il 31 Agosto 2011 da jeanmo
 
Tag: Russell

Da parte mia, penso che è meglio fare un poco di bene piuttosto che molto male. Il mondo che io auspico dovrebbe essere libero da faziose incomprensioni, e consapevole che la felicità per tutti nasce dalla collaborazione e non dalla discordia. L'educazione dovrebbe mirare alla libertà della mente dei giovani, e non nel suo imprigionamento in una rigida armatura di dogmi destinati a proteggerla, nella vita, contro i pericoli dell'evidenza imparziale. Il mondo necessita di menti e di cuori aperti, non di rigidi sistemi, vecchi o nuovi che siano.

 
 
 

Gustavo Zagrebelsky, Intorno alla legge, Einaudi

Post n°264 pubblicato il 01 Agosto 2011 da jeanmo
 

Quando il sistema legislativo arranca - il che significa che non tiene il passo con le domande sociali - conoscendo solo leggi, non si può far altro che legiferare ancora. E così si finisce per voler far fronte alla debolezza della legge con altre leggi. Non è solo un circolo vizioso che, alla fine, lascia le cose come stavano; è una spirale che conduce al basso, al logoramento della legge, all'erosione complessiva del senso di legalità che trascina con sé anche la considerazione sociale del diritto. Vale una proporzione perversa: tanto più leggi, tanto più illegalità, tanto più disprezzo per il diritto.

 
 
 

Alan Moore, V per Vendetta, Pma

Post n°263 pubblicato il 24 Luglio 2011 da jeanmo
 
Tag: Moore

L'ordine involontario genera insoddisfazione; madre del disordine; creatrice della ghigliottina.
Le società autoritarie sono simili al pattinaggio artistico. Intricate, dal preciso meccanismo e precarie, soprattutto.
Sotto il manto fragile della civiltà ribolle il caos più gelido, e in alcuni punti il ghiaccio è più sottile e infido.

 
 
 

Bertolt Brecht, Vita di Galileo, Einaudi

Post n°262 pubblicato il 11 Luglio 2011 da jeanmo
 
Tag: Brecht

Chi non conosce la verità è soltanto uno sciocco; ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un malfattore.

 
 
 

Bertolt Brecht, Vita di Galileo, Einaudi

Post n°261 pubblicato il 10 Luglio 2011 da jeanmo
 
Tag: Brecht

Disprezzo coloro il cui cervello non è capace di riempire lo stomaco.

 
 
 

Bertolt Brecht, Vita di Galileo, Einaudi

Post n°260 pubblicato il 10 Luglio 2011 da jeanmo
 
Tag: Brecht

Credo alla dolce violenza che la ragione usa agli uomini.

 
 
 

Bill Watterson, Calvin&Hobbes - L'attacco dei mostri di neve mutanti, Comix

Post n°259 pubblicato il 05 Giugno 2011 da jeanmo
 

Calvin: Hei Hobbes! Hobbes!
E' ora di andare a letto.
Hobbes: Ooh, non avrei voluto dormire fino a questo punto
Calvin: Chissà perché sognamo mentre dormiamo
Il nostro cervello si annoia? Perché non ci limitiamo a dormire e basta?
Hobbes: Forse sognamo per non restare soli troppo a lungo. Se ognuno sogna l'altro possiamo giocare insieme tutta la notte
Calvin: Ehi, è vero!
Be' ci vediamo tra poco, vecchio!
Hobber: ci sarò!

 
 
 

Simon Bisley, Illustrazioni da La Bibbia, Magic Press

Post n°258 pubblicato il 15 Maggio 2011 da jeanmo
 
Tag: Bisley

 
 
 

Randy Pausch, L'ultima lezione, Rizzoli

Post n°257 pubblicato il 07 Maggio 2011 da jeanmo
 
Tag: Pausch

 
 
 

Italo Calvino, Lezioni americane, Oscar Mondadori

Post n°256 pubblicato il 01 Dicembre 2010 da jeanmo
 
Tag: Calvino

Nei momenti in cui il regno dell'umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto parlando di fughe nel sogno o nell'irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un'altra ottica, un'altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e del futuro...

 
 
 

Antonio Gramsci, Piove, governo ladro!, Editori Riuniti

Post n°255 pubblicato il 16 Novembre 2010 da jeanmo
 
Tag: Gramsci

Pesiamo le parole. Idiota: parola nobilissima di origine greca. Idiota significa prima di tutto soldato semplice, soldato che non ha nessun gallone. Significa in seguito: chi pensa con la propria testa, chi è proprio, chi non si è ancora assoggettato alla disciplina sociale vigente. Quando questa mancanza di disciplina all'ordinamento sociale diventa una colpa, la parola incomincia ad assumere un significato offensivo. Ma in sé e per sé non racchiude nessuna offesa. Ha un significato sociale, non individuale. Idiota è chi è diverso, chi pensa e parla diversamente dalla maggioranza.

[17 gennaio1917 - Cadaveri e idioti]

 
 
 

Antonio Gramsci, Piove, governo ladro!, Editori Riuniti

Post n°254 pubblicato il 16 Novembre 2010 da jeanmo
 
Tag: Gramsci

Il Momento risponde al "padre di famiglia" che qualche giorno fa protestava, in una lettera diretta al nostro giornale, per il fatto che in una scuola di Torino una maestra fa recitare ai bambini il Padre nostro prima di cominciare la lezione. E fa al "bravo padre di famiglia" questo semplicissimo ragionamento: "Hai notato nella tua bambina qualche cosa che ti preoccupi e che tu possa considerare come una conseguenza di quell'orazione che essa recita tutte le mattine assieme alle sue compagne di scuola? E' forse meno ubbidiente e rispettosa verso di te? Commette in casa delle mancanze maggiori di una volta? Perché se questo non avviene io non so vedere il motivo della tua preoccupazione. E' vero, tu sei un libero pensatore e vuoi che la tua figliuola cresca libera da ogni pensiero religioso; se le piacerà, se lo procurerà in seguito... Questo tu dici; ma non sei sincero, perché tu sai benissimo che la tua bambina quando sarà diventata una ragazza da marito, e si troverà a combattere in mezzo al mondo non avrà né il modo né il desiderio di pensare ad apprendere quella fede e quella preghiera che tu le hai assolutamente fatto ignorare. E dov'è allora,i l tuo rispetto per la sua libertà di pensare? Sei tu che eserciti una violenza sopra di essa, e non la maestra che le fa recitare il Padre nostro". Cosí risponde semplicemente Il Momento. E il "buon padre di famiglia" ci incarica di rispondergli ancor piú semplicemente: "Ci tengo veramente alla qualifica di "buon padre" che Il Momento adopera con una certa quale ironia, insinuando che io sia un padre fantasma.
"E infatti mi preoccupo del come la mia bambina vada formandosi un carattere attraverso i contatti con la vita scolastica e attraverso quel poco di insegnamento che io stesso le impartisco.
"Mandandola a scuola io intendevo darle la possibilità di apprendere quelle tante cose che da me non sarei stato capace di insegnarle. Ma non intendevo affatto abdicare a ciò che ritengo sia mio massimo dovere e mio compito essenziale a suo riguardo: essere cioè io il maestro dei suoi convincimenti piú profondi, per poter assumermi poi, con piena convinzione, la responsabilità del suo avvenire e del suo comportarsi.
"Questi convincimenti creo in lei seguendo ciò che io ritengo sia la verità, e abituandola, con la persuasione e con l'esempio, a porre sempre come fine delle proprie, anche minuscole azioni, il vero e il giusto. Ogni apriorismo, ogni pregiudiziale assoluta intorno ai fatti è bandito dal mio modo di educazione. Unico apriorismo indiscusso è quello della sincerità, unica pregiudiziale ammessa è quella del disinteresse nella ricerca per la escavazione quotidiana di quegli elementi che devono
servire a fare di lei una creatura profondamente umana. Ma io non posso fare tutto. È necessaria l'opera complementare della scuola. Io ammetto che la mia bambina non è diventata cattiva per il fatto che è costretta a sentir recitare quotidianamente il Padre nostro. Ma essa, che è una persona viva, anche se una bambina, e sente profondamente, è disorientata per il fatto che la sua maestra le insegni anche delle cose che il suo papà non le insegna e le spiega diversamente. È turbata per il fatto che ella è quasi sola (solo una sua compagna di famiglia israelita non recita le orazioni) a non compiere quegli speciali atti che tutte le altre bambine compiono. E tra il rispetto e l'affetto per il suo papà e l'affetto e il rispetto per la maestra è presa da un'angoscia che io vorrei evitarle, non essendo ancora matura intellettualmente per comprendere che può anche esistere disaccordo tra due persone che per lei rappresentano tutta la vita spirituale. Io so che in questa angoscia, che non deve essere solo la mia bambina a sentire, è riposto un problema pedagogico che le autorità dovrebbero risolvere nel modo piú liberale, facendo sí che la scuola sia solo una scuola di cultura, e lasciando alle singole famiglie il compito di educare come meglio loro piace i propri figlioli. Se in iscuola insegnassero il Budda nostro o il Nostro Allah, le bambine non diventerebbero perciò cattive: eppure allora il Momento, si unirebbe a me a protestare, e probabilmente sfodererebbe anch'egli il nome della libertà di coscienza. Io non voglio essere ipocrita con la mia bambina, ecco tutto: e lo
sarei se lasciassi che ella potesse credere che non sono abbastanza convinto delle mie idee, per permettere che il suo spirito diventi una specie di valigia di tutte le opinioni correnti nel mondo".

[15 dicembre 1916 - Simplicitas]

 
 
 

Antonio Gramsci, Piove, governo ladro!, Editori Riuniti

Post n°253 pubblicato il 15 Novembre 2010 da jeanmo
 
Tag: Gramsci

Bisogna che la catena sociale non pesi solo su pochi, ma che ogni cosa che succede non sembri dovuta al caso, alla fatalità, ma sia intelligente opera degli uomini. E perciò è necessario che spariscano gli indifferenti, gli scettici, quelli che usufruiscono del poco bene che l'attività di pochi procura, e non vogliono prendersi la responsabilità del molto male che la loro assenza dalla lotta lascia preparare e succedere.

[26 agosto 1916 - L'indifferenza]

 
 
 

Antonio Gramsci, Piove, governo ladro!, Editori Riuniti

Post n°252 pubblicato il 15 Novembre 2010 da jeanmo
 
Tag: Gramsci

gli italiani hanno così poca coscienza di ciò che veramente è la libertà, da permettere che una ristretta categoria di persone, per lo più fior di bricconi e schiuma di fogna, sia fuori del diritto comune e possa sottrarsi a quelle sanzioni punitive che la coscienza universale crede giustificate contro tutti i comuni malfattori.

[22 agosto 1916 - Diritto comune]

 
 
 

Ennio Flaiano, Le ombre bianche, Adelphi

Post n°251 pubblicato il 02 Novembre 2010 da jeanmo
 
Tag: Flaiano

"E' strano" disse il giovane. "Le case oggi mi danno questa sensazione: che non vi si possa fare niente di serio. Intendo: lavorarci, studiarci, ammalarvisi, partorire, isolarsi, morire".
"Sì," disse l'assistente "la casa oggi è un luogo essenzialmente gaio. Per lavorare e studiare abbiamo scuole e uffici. Per ammalarsi, isolarsi, patorire e morire abbiamo le cliniche. Sono incidenti che turbano la vita sociale. Per questo noi ci sforziamo di fare le nostre case come piccoli bar, night club, cinema, ristoranti, stazioni di servizio e boutiques. E le coloriamo vivacemente".
"Io vorrei due stanze che fossero vuote" disse il giovane, pensieroso. "Due stanze con armadi e vecchi bauli, dove non dorma nessuno. Sono nato in una casa dove c'erano due stanze vuote. Ci giocavo. Sugli armadi d'inverno mettavamo le mele. Non so, forse non riesco a spiegarmi".
"Lei può prendere un appartamento più grande" suggerì l'assistente.
"Ci vorrei anche i nonni, una zia che non ha trovato marito e i due bambini di una sorella morta. Vorrei una casa vera".
"Mi dispiace proprio" disse l'assistente. "Non ne abbiamo".

[L'appartamento campione.]

 
 
 

Oriana Fallaci, Lettere a un bambino mai nato, Bur

Post n°250 pubblicato il 17 Agosto 2010 da jeanmo
 
Tag: Fallaci

Non è vero che non credi all'amore, mamma. Ci credi tanto da straziarti perché ne vedi così poco, e perché quello che vedi non è mai perfetto.

 
 
 

Non sono sicuro di nulla, tranne della sacralità degli affetti del cuore e della verità dell'immaginazione.
John Keats

 

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