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Manuale contro la timidezza - Cap. 01


Al mondo ci sono tante persone che, per loro sfortuna, nascono con delle malformazioni: c’è chi nasce senza un dito di una mano o di un piede; chi nasce senza un braccio o una gamba o un occhio o un orecchio; c’è chi nasce con il cuore malformato; e c’è chi nasce timido. Già, perché qualunque cosa voi possiate dire, la timidezza è una gravissima malformazione che costringe, chi ne soffre, a vivere una vita a metà, senza la possibilità di esprimersi per quello che si è.Trovatemi una sola persona al mondo che almeno una volta nella vita non abbia avvertito i sintomi della timidezza ed abbia fatto delle megafiguracce in delle circostanze alle quali teneva particolarmente. Ecco, questo è un classico esempio di timidezza estemporanea, che colpisce un po’ tutti ma che poi passa. Ma ci sono i casi patologici, coloro che nascono così e che, qualunque cosa tentino di fare nella vita, non riusciranno mai a sconfiggere questo aspetto. E questo è un male gravissimo, peggio di un cancro, per il quale non esistono cure. Anzi sarebbe più giusto ricevere un’indennità o una pensione, per ripagarsi da tutto ciò che si continua a perdere quotidianamente.Ovviamente leggendo queste poche righe vi sarete resi conto che chi scrive è affetta da questa malattia e da sempre cerca invano di sconfiggerla. Qualcuno ancora oggi si ostina a dire che in realtà non sono timida e che mi basta mettermi a mio agio per stare bene. Ma questo qualcuno ancora non si è reso conto della gravità della situazione e quindi nutre speranze vane e false.Quali sono i sintomi della timidezza?Innanzitutto paura. Ma che dico paura… terrore!!! Paura di cosa? Ma di sbagliare, di dire fesserie, di fare figuracce mostruose, di essere considerati stupidi. Una delle cose più imbarazzanti è trovarsi in mezzo ad altra gente e non riuscire a dire nulla di sensato. All’improvviso la tua mente si chiude, scende come una saracinesca che sbarra tutti i tuoi pensieri dentro una gabbia e ti lascia a malapena quelle quattro parole per rispondere a monosillabi: si, no, certo, ma si, forse, però, ecc… Ma che razza di parole sono queste? Semplici intercalare che non dicono nulla. Il problema è che sei talmente terrorizzato dall’idea di dire una fesseria che ti privi di aprire bocca. All’improvviso l’insicurezza prende il sopravvento, si spande dentro il tuo corpo come un freddo sciroppo che congela tutte le tue cellule e preferisci fare finta di nulla o di non sapere pur di aprire bocca. Ma non sempre si tratta di paura di sbagliare. A volte è anche paura di essere giudicati. Vi faccio un esempio banalissimo ma chiaro. Quando andavo a scuola a volte l’insegnante poneva una domanda alla classe e nessuno sapeva rispondere. Disperato la ripeteva e continuava a chiedere se qualcuno sapesse rispondere ma la sua attesa era vana ed alla fine doveva arrendersi all’evidenza di avere di fronte una classe di ignoranti. Ma nell’ultimo banco, attaccata ai cappotti appesi alla parete in fondo alla stanza, io lottavo contro me stessa. Io la risposta la sapevo, perché ero una secchiona, perché studiavo sempre, anche quello che non era richiesto studiare, e ardevo dal desiderio di rispondere. Ma c’era la paura di essere considerata dagli altri una “saputella”, una secchiona, un’arrogante che ostenta la sua conoscenza. Quelli erano momenti tragici: lottavo ferocemente contro me stessa, mi sentivo rodere l’anima, mi sentivo la voce strozzata dentro la gola e una rabbia cieca che mi saliva dalle viscere e non sapeva da che parte uscire. Avrei voluto sbattere la testa contro lo spigolo del banco e farmi molto male, pur di non soffrire così.Lo so che vi sembrerà esagerata la mia descrizione, ma purtroppo era così. Arrivavo a stare veramente male, e il peggio era quando la risposta la dava l’insegnate, era la stessa che volevo dare io ma oramai non c’era più tempo. Era una vera umiliazione per me stessa dovermi arrendere a questa mia debolezza cronica e all’incapacità di vincerla.Oggi per fortuna questa paura l’ho superata, anche se spesso fingo di sapere molto meno di quello che so, fingo di non ricordare qualche nome o qualche data e mi giustifico con frasi del tipo “me l’ha detto una persona”, “l’ho letto in un libro”, “ho sentito dire”… Mi sento un’idiota quando faccio così, ma mi sento anche a posto con me stessa e con le mie lotte interiori.Questo comunque è per farvi capire fino a che punto la timidezza può condizionare la propria esistenza e danneggiarla.Altro sintomo gravissimo e l’arrossamento. Sei in mezzo ad altra gente, si parla e ad un certo punto, fiera di te stessa, superi l’ostacolo dell’incertezza ed esprimi un tuo parere. Sei al settimo cielo perché stai parlando senza timori ma all’improvviso ti accorgi che gli altri stanno zitti, ti stanno ascoltando e tutta l’attenzione è puntata su di te ed allora senti le guance avvampare ed il cuore battere all’impazzata. È un’emozione troppo grande e ti sconvolge smisuratamente tanto da creare reazioni simili alle crisi di panico. Ed è per questo che via via abbassi il tono della voce e ti avvii al termine della tua discussione per passare la parola a qualcun altro. La cosa peggiore dell’arrossamento è che non lo puoi nascondere. Si nota, è evidente e ti francobolla per la vita. Da quel momento in poi tutti sanno che sei timida e non ti lasceranno mai più in pace…