ITALIA DEMOCRATICA.

Cassa integrazione lavorando


https://www.facebook.com/zennaroalberto?sk=notes#!/notes/alberto-zennaro/cassa-integrazione-ma-lavorando/10151324395234241Oltre alla cassa integrazione occorre un nuovo sistema che faccia superare meglio la crisi. Per le imprese in crisi, CON IL SISTEMA ATTUALE LA CASSA INTEGRAZIONE PAGA UNO STIPENDIO RIDOTTO AI LAVORATORI, CHE STANNO A CASA E PERDE TUTTI SOLDI. LO stato perde gli introiti delle mancate tasse sia sui lavoratori sia sull'azienda. INOLTRE, SPESSO L'AZIENDA CHIUDE. Non basta dare la cassa integrazione e lasciare a casa gli operai. Occorre un sistema aggiuntivo: Cassa di Sostegno all''impresa in crisi, che può venire dalle tasse o da un fondo creato, con il contributo delle aziende, che paga parte del salario ai lavoratori che continueranno a lavorare quasi a tempo pieno. Il procedimento diventa: 1) l'azienda chiede lo stato di crisi; 2) lo Stato verifica le cause della crisi. a)Se la crisi è strutturale concede, attraverso la BANCA STATALE i fondi per la riconversione. b) Se la crisi è momentanea e può essere superata concede , il ricorso alla Cassa Sostegno all'Impresa per pagare una parte dello stipendio degli operai, che continueranno a lavorare con stipendio al 95% di quello normale. L'azienda, pagherà l'altra parte  con soldi suoi. L'azienda avrà il vantaggio di produrre a costo ridotto e potrà vendere più facilmente i propri prodotti.  Passata la crisi, l'azienda restituirà, nell'arco di 5 anni, il 60% dei soldi avuti dalla Cassa Sostegno all'Impresa. Il 30% li metterà lo Stato. Al fondo Cassa Sostegno all'Impresa mancherà solo il 10%. Lo Stato, dato che l'azienda lavora continua ad avere pressoché intatti gli introiti delle tasse sia dai lavoratori che quelli sugli utili dell'azienda.