ITALIA DEMOCRATICA.

II Puntata : Ruolo operativo di Prodi in Nomisma


Si citano al riguardo le risultanze dell'inchiesta portata avanti negli anni ottanta dal giudice istruttore, dottor Casavola, proprio su Nomisma. "E' indubbio - scrive infatti il magistrato - che il professor Prodi ha esercitato un'elevata autorità in Nomisma e il comitato scientifico da lui presieduto è una struttura dominante rispetto al consiglio di amministrazione e all'assemblea dei soci. Il professor Prodi nomina i collaboratori esterni e i componenti del comitato stesso e attraverso le convocazioni periodiche del comitato, esamina preventivamente le proposte di attività avanzate dal direttore generale, ne valuta interesse, convenienza, rilievo finanziario: segue lo stato di avanzamento degli studi sulla base di periodici rapporti del responsabile della ricerca. Il professor Prodi esercita la sua autorità anche nella scelta dei componenti del consiglio di amministrazione, da lui designati sin dall'inizio e presenzia ai consigli di amministrazione e alle assemblee. Il consiglio di amministrazione, al contrario, si riunisce raramente e in occasione delle assemblee ordinarie o straordinarie che si tengono più spesso a Roma che a Bologna (....)". Dall'indagine di Casavola emerge l'indiscusso controllo di Nomisma da parte del professor Prodi. Dal momento della sua costituzione in poi le vicende della società sono sempre state legate alle fortune politiche ed imprenditoriali del suo fondatore. Sembra quasi che il "professore" finalizzi il suo impegno di potente boiardo di Stato alla crescita della propria creatura. Appena alla guida dell'IRI l'attuale Presidente del Consiglio dei ministri finge di ignorare l'esistenza di uffici preposti alle ricerche ed alle analisi economiche, sociali e di mercato e fa affidare gran parte delle stesse a Nomisma. Se si presta, infatti, attenzione alla data dell'insediamento di Prodi al vertice del colosso pubblico, 3 novembre 1982, si può notare come la stragrande maggioranza di queste commesse siano state concluse e gestite successivamente. Del resto, sempre il giudice Casavola, negli atti relativi alla citata inchiesta, sottolineava come trasparisse da più parti "un giudizio di inopportunità in ordine all'avere consentito, nella duplice veste, ricerche e di averle gestite con Nomisma allorquando i committenti erano società IRI e per non aver tempestivamente informato il comitato di presidenza" ed ancora come fosse indubbio che "le commesse furono volute per aiutare Nomisma che aveva bisogno di lavorare" e che "è verosimile l'idea che le stesse siano state affidate dalle società IRI perché a richiederle erano il presidente ...".Vincenzo Neri