ITALIA DEMOCRATICA.

Mani pulite 6


1994: L'ingresso di Berlusconi e le "fiamme sporche"Nel frattempo, le indagini si allargarono oltre i confini della politica: il 2 settembre 1993, fu arrestato il giudice milanese Diego Curtò. Il 21 aprile 1994, 80 uomini della Guardia di Finanza (fu per questo coniato il termine fiamme sporche) e 300 personalità dell'industria furono accusate di corruzione. Alcuni giorni dopo, il segretario della Fiat ammise la corruzione con una lettera ad un giornale.[modifica] Il governo BerlusconiNel 1994, Silvio Berlusconi entrò impetuosamente in politica (con le sue parole, "scese in campo") e vinse le elezioni. Il 13 luglio 1994, il governo Berlusconi promulgò un decreto legge (c.d. "decreto Biondi") che favoriva gli arresti domiciliari nella fase cautelare per la maggior parte dei crimini di corruzione. Sempre secondo i detrattori del premier, la tempistica della legge sarebbe stata gestita con attenzione, facendola coincidere con la vittoria dell'Italia sulla Bulgaria nelle semifinali della Coppa del mondo di calcio del 1994, per far passare sotto silenzio la legge in un Paese che pensava solo ai mondiali. In seguito, Roberto Baggio mandò alto l'ultimo rigore contro il Brasile, mentre i notiziari mostravano immagini di politici accusati di corruzione che uscivano di prigione. Forse anche per questa nuova coincidenza, nuove voci di protesta contro il sistema politico tornarono a farsi udire. Le immagini di Francesco De Lorenzo, ex Ministro della Sanità, ebbero l'effetto maggiore, perché il pubblico trovava particolarmente odioso il furto di denaro dagli ospedali.
Silvio Berlusconi e Bettino CraxiSolo pochi giorni prima, i poliziotti arrestati avevano parlato di corruzione nella Fininvest, la maggiore delle proprietà della famiglia Berlusconi. La maggior parte dei magistrati del pool Mani Pulite dichiararono che avrebbero rispettato le leggi dello Stato, incluso il c.d. "decreto Biondi", ma che non potevano lavorare in una situazione di conflitto tra il dovere e la loro coscienza, chiedendo quindi di essere riassegnati ad altri incarichi.Forse perché il governo non poteva permettersi di essere visto come un avversario del popolare pool di giudici, il decreto fu frettolosamente ritirato; si parlò in effetti di un "malinteso", e lo stesso Ministro dell'Interno Roberto Maroni (Lega Nord) sostenne che non aveva nemmeno avuto la possibilità di leggerlo. Anche se il ministro della giustizia era Alfredo Biondi, molti sospettarono che il decreto fosse stato scritto da Cesare Previti, un avvocato della Fininvest di Berlusconi. Non vi è tuttavia alcuna prova a sostegno di tale affermazione. Il 28 luglio, il fratello di Berlusconi fu arrestato e subito rilasciato.