ITALIA DEMOCRATICA.

Dopo Mani Pulite


1997-2000: Alleanza politica anti-magistrati             La strategia della prescrizioneDopo il 1994, il rischio che i processi venissero cancellati a causa della prescrizione  divenne molto concreto, e la cosa era chiara sia ai giudici che ai politici. Questi ultimi (senza distinzioni tra la coalizione di Berlusconi e l'Ulivo,  specialmente sotto la leadership di Massimo D'Alema) ignorarono le richieste del sistema giudiziario di finanziamenti per acquistare equipaggiamenti, e promulgarono leggi che, secondo molti critici, resero i già penosamente lenti processi italiani ancora più lenti, e soggetti a prescrizione più rapida. Previti e CraxiNel 1998 Cesare Previti, ex manager Fininvest e parlamentare nelle file di Berlusconi, evitò il carcere grazie all'intervento del Parlamento, anche se Berlusconi e i suoi alleati erano all'opposizione. Craxi invece accumulò diversi anni di condanne definitive, e scelse la contumacia - secondo i suoi sostenitori, l'esilio volontario - ad Hammamet in Tunisia, dove risiedette dal 1994 fino alla sua morte, avvenuta il 1 gennaio 2000.Nel 1994, il Governo Berlusconi I inviò degli ispettori per indagare su eventuali scorrettezze commesse dai magistrati della Procura di Milano, tra cui quelli del pool di Mani pulite. Nella loro relazione finale, presentata il 15 maggio 1995, gli ispettori del governo Berlusconi affermarono che:
«Nessun rilievo può essere mosso ai magistrati milanesi, i quali non paiono aver esorbitato dai limiti imposti dalla legge nell'esercizio dei loro poteri»(relazione finale degli ispettori inviati dal Governo Berlusconi I, 15 maggio 1995)Un altro acerrimo critico dei magistrati di Mani pulite è il critico d'arte e politico Vittorio Sgarbi.