ITALIA DEMOCRATICA.

borse in fibrillazione per mutui americani


Roma, 9 ago. (Adnkronos/Ign) - Timori dalla Bce per la crisi dei mutui Usa. I banchieri centrali, infatti, sono preoccupati che possano esserci ripercussioni anche in Europa. ''Il mercato mondiale dei prestiti a elevata leva finanziaria, ivi compreso un ampio segmento europeo, - sottolinea la Bce nel bollettino di agosto - mostra alcune analogie con il mercato statunitense dei mutui ipotecari di qualità non primaria che potrebbero dar adito a timori per la stabilità finanziaria nel caso di una svolta avversa nel ciclo del credito.In ogni caso, la Bce corre ai ripari per scongiurare un 'credit crunch' che potrebbe avere serie ripercussioni sul settore bancario del Vecchio Continente. Per questo motivo l'istituto di Francoforte ha emesso sul sistema bancario europeo liquidità per un totale di 94,841 miliardi di euro. Si tratta della maggiore emissione singola mai effettuata e la seconda dopo l'11 settembre 2001, quando nei due giorni successivi vennero immessi 109 miliardi di euro.L'Istituto di Francoforte invita poi a ''intervenire con tempestività e fermezza per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio periodo''. Il rincaro del petrolio, il profilarsi di vincoli di capacità e il potenziale rafforzamento della dinamica dei salari e dei costi, rileva Francoforte, ''avvalorano, unitamente ad altri fattori, la precedente valutazione del Consiglio direttivo secondo cui vi sono rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi nel medio-periodo''. Pertanto ''è essenziale vigilare con molta attenzione per evitare che si concretizzino rischi per la stabilità dei prezzi nel medio periodo. Ciò, a sua volta, concorrerà ad assicurare che le aspettative d'inflazione a medio-lungo termine nell'area dell'euro restino saldamente ancorate su livelli coerenti con la stabilità dei prezzi''. I governi dei paesi dell'euro, in questo contesto economico positivo, devono inoltre evitare ''politiche procicliche'' e accelerare ''il ritmo di risanamento dei conti pubblici'', ribadisce la Bce che nel bollettino di agosto evidenzia come ''gli obiettivi di bilancio, che in alcuni paesi non sono ambiziosi, non vanno ridimensionati'' mentre ''gli introiti straordinari dovrebbero essere destinati alla riduzione del disavanzo''. Il ridimensionamento dei piani di risanamento in presenza di risultati di bilancio inaspettatamente positivi comporta il rischio che si ripeta l'esperienza del 2000-2001, quando una insufficiente preparazione a un rallentamento dell'economia ha portato in breve tempo a disavanzi eccessivi''.Nell'area dell'euro, in ogni caso, ''è proseguita una robusta crescita dell'economia nel corso del secondo trimestre'' e le prospettive ''nel medio periodo restano favorevoli''. Per quanto riguarda il contesto esterno, evidenzia l'istituto di Francoforte, ''l'espansione dell'economia è divenuta più equilibrata tra le regioni del mondo e seguita a essere vigorosa. Le condizioni esterne continuano, dunque, a sostenere le esportazioni dell'area dell'euro''. Anche la domanda interna dell'area, sottolinea la Bce, ''dovrebbe preservare il suo slancio relativamente vivace. Gli investimenti dovrebbero restare dinamici, beneficiando di condizioni di finanziamento complessivamente favorevoli, utili societari che sono stati e permangono elevati, ristrutturazione dei bilanci, nonché guadagni di efficienza delle imprese su un periodo prolungato''. I consumi, si rileva, ''saranno sostenuti dell'evoluzione del reddito disponibile reale, in un contesto caratterizzato dal perdurare di una forte crescita dell'occupazione''. Quanto alle aspettative per la crescita del pil in termini reali nella zona euro sono state riviste al rialzo di 0,2% per il 2007 e indicano ora un'espansione del 2,7%. Per il 2008 la previsione di crescita del pil resta invece invariata al 2,3%. Le aspettative per la crescita a più lungo termine, per il 2012, sono state riviste verso l'alto di 0,1% e ora si collocano al 2,2%. I partecipanti all'Spf, inoltre, hanno rivisto al rialzo le aspettative di inflazione per il 2007 e il 2008, al 2% dall'1,9% della precedente indagine. Per il il 2009 gli intervistati prevedono che l'inflazione rimarrà al 2%.