ITALIA DEMOCRATICA.

Tassare le prostitute


 Penso che qualsiasi reddito dovrebbe essere tassato. Come è tassata la psicologa  o la massaggiatrice, così deve essere tassata anche la prostituta che fa quella attività per lavoro. Non tassarla è mettere la testa sotto la sabbia per non voler vedere. Da quando la senatrice Merlin ebbe l’idea di far chiudere le case chiuse, l’attività più antica del mondo non è cessata, ma è continuata in altro modo. Chi è riuscita restare indipendente e si è messa in un appartamento ha potuto avere delle cospicue entrate. Negli altri paesi europei non guardano tanto per il sottile, come in Italia. Esistono centri appositi dove i clienti vanno, senza disturbare le famiglie e creare scandalo e ai bambini e alla fine pagano ed hanno la ricevuta. In Italia le prostitute hanno sempre goduto di una licenza di evadere.  Ora, al contrario, c’è una sentenza definitiva che dichiara che i redditi da prostituzione sono tassabili.  Nel caso specifico, le motivazioni della Commissione tributaria regionale della Lombardia — anche se non affronta in modo diretto il tema dei guadagni da prostituzione — partono dal presupposto che la prostituta ha avuto comunque un reddito dimostrato provenire dal suo lavoro di lucciola. Esso è quello «presunto» calcolato dall'Agenzia delle entrate. Il Parlamento italiano che posizione prenderà? Forse dovrà consultare qualche esperto frequentatore di prostitute? In Parlamento non mancano gli onorevoli con i giusti agganci che potranno dire per esperienza, se è giusto tassarle o lasciare loro interamente il risarcimento del danno subito.