ITALIA DEMOCRATICA.

SI ALLA INFORMAZIONE SUI PROCESSI AI POLITICI


Dopo la vicenda Mastella e Cuffaro e dopo una loro difesa a spada tratta da parte dei vari Berlusconi e Casini una nuova ondata di protesta si è abbattuta contro i giornalisti che fanno informazione. La Casta ancora una volta si lancia alla difesa dei suoi privilegi e del suo “diritto” ad essere intoccabile e al di fuori delle regole che valgono per tutti. E così Corrado Calabrò, zelante Presidente dell’Agicom, autorità di controllo sulla comunicazione, di nomina politica, con la scusa dei casi Cogne, Erba, Garlasco e Perugia introduce una vera e propria censura perché – a suo dire – la Tv non può assumere il carattere di gogna mediatica. Tutti i cittadini ben vedono come le due situazioni siano molto diverse tra di loro. La spettacolarizzazione di processi così efferati deve essere evitata, perché altrimenti crea eroi negativi, che possono solo danneggiare la formazione soprattutto degli adolescenti. Vi è inoltre il dovere di proteggere la privacy delle persone per le quali quegli eventi sono stati momenti di sofferenza inenarrabile. Ben diversa è la situazione quando abbiamo a che fare con i politici, che per definizione sono persone pubbliche. Per loro anche la Corte Europea ha riconosciuto che il diritto all’informazione prevale su quello alla tutela della privacy. E poi che cosa c’è di più educativo che mettere di fronte alle loro responsabilità uomini che esercitano poteri grandissimi. Fermo restando il loro diritto di intervenire. E chi se ne importa se poi, sul piano giuridico-penale, saranno magari assolti. Forse che c’è qualcuno che pensa che incontrare mafiosi nel retrobottega di un negozio (come ha fatto Cuffaro) sia eticamente lecito? Forse c’è qualcuno che pensa che imporre con ricatti nomine politiche (come ha fatto Mastella) sia eticamente lecito? Forse che qualcuno pensa che Berlusconi non sapesse nulla quando le sue aziende versarono 400 milioni a Previti perché li versasse al giudice per corromperlo? Forse che qualcuno pensa che Berlusconi non sapesse nulla quando Galliani ha falsificato il bilancio del Milan per l’operazione di compra-vendita del calciatore Lentini? Ed allora diciamo basta! Cosa aspetta Beppe Grillo, con il suo potere mediatico, a lanciare una grande raccolta di firme per la libertà dell’informazione?