ITALIA DEMOCRATICA.

Il processo rischia di slittare


Il testimone Il banchiere italo-elvetico potrebbe opporsi alla trasmissione degli atti a MilanoCaso Mills, missione a Lugano Trasferta per sentire Del Bue: un suo ricorso rinvierebbe la sentenzaMILANO — La domanda più importante, alla fine della trasferta odierna a Lugano del Tribunale del processo Mills per ascoltare la deposizione come ultimo teste della difesa Berlusconi del banchiere italo-elvetico Paolo Del Bue, paradossalmente sarà l'ultima, in apparenza la più banale e ovvia per chi (dopo aver preteso di essere ascoltato in Svizzera e non in Italia) sia stato sino a quel momento interrogato con tutte le garanzie e nel contraddittorio delle parti: sarà la domanda con la quale il procuratore elvetico che condurrà la rogatoria, non aperta al pubblico in base alle norme svizzere e dunque off limits per i giornalisti, chiederà al testimone del processo Mills (ma indagato a Milano per l'ipotesi di riciclaggio nel connesso procedimento sui diritti tv Mediaset) se intende acconsentire alla trasmissione in via semplificata del verbale della sua audizione. Basterà che Del Bue risponda (come sua facoltà) che ci deve pensare, e che magari in un secondo tempo risponda di no, perché sui tempi di prosecuzione del processo Mills si accenda un'altra notevole ipoteca. Perché? Il dibattimento nel quale il collegio Gandus-Dorigo-Caccialanza sta giudicando se Silvio Berlusconi sia o meno colpevole di aver corrotto con 600 mila dollari nel 1997/2000 il teste David Mills, in relazione a deposizioni mendaci o reticenti rese nel 1997 e '98 in due processi milanesi al premier dall'avvocato inglese «architetto» delle società offshore della Fininvest, sta per esaurire la propria fase istruttoria: dopo la rogatoria rifissata oggi nella speranza che si riesca a sentire Del Bue (è dal 9 maggio che si cerca il modo, il banchiere aveva dato la sua disponibilità per giugno, ma all'ultimo momento comunicò di essere in Brasile bloccato da «dolori toracici»), venerdì toccherà alla consulente contabile di Berlusconi, il 19 settembre le parti potranno chiedere eventuali prove straordinarie, e poi si andrà alla requisitoria e alle arringhe. Nel frattempo è probabile che per la ripresa post-estiva sia stata già approvata la legge Alfano che intende rendere immune da qualunque processo (sospendendolo per la durata della carica) il presidente del Consiglio. Tuttavia la pur fulminea approvazione anche al Senato (dopo quella alla Camera giovedì scorso) può sempre celare insidie e imprevisti; e in ogni caso, anche a legge in vigore, di riflesso Berlusconi sarà interessato dal prosieguo del processo per il solo Mills. Ebbene, nel caso in cui Del Bue dovesse fare ricorso contro la trasmissione semplificata in Italia del verbale dell'audizione che renderà oggi a Lugano, l'istruttoria dibattimentale milanese non potrà essere dichiarata chiusa fino a quando questo ricorso non sarà deciso dal Tribunale federale svizzero. E per poco che sia il tempo impiegato dalla procedura svizzera, non sarà certamente inferiore ai 3/4 mesi. Per questo l'ultima domanda oggi a Del Bue finirà per essere importante: se egli deciderà di opporsi alla trasmissione semplificata del suo verbale, la sentenza del processo Berlusconi-Mills (qualora il testo Alfano non dovesse diventare legge in tempo per metà settembre) o il futuro verdetto del processo Mills (se il testo Alfano diventasse legge e quindi proseguisse solo il processo all'avvocato inglese) non potrebbero comunque essere emessi prima dell'autunno/inverno. lferrarella@corriere.itLuigi Ferrarella