ITALIA DEMOCRATICA.

L'ombra dei manovratori


Quello che sta accadendo in tutta Italia non ha bisogno di commenti, i fatti parlano da soli. I parlamentari dell'Italia dei Valori erano in Piazza Navona oggi, megafono alla mano, per invitare i nostri ragazzi al dialogo, per sostenerli, per chiedergli di non farsi strumentalizzare, per evitare possibili derive violente di infiltrati che nulla hanno a che vedere con la legittimità di un grido di aiuto lanciato pacificamente. I feriti di Piazza Navona nascondono, per la breve ricostruzione dei fatti fornita dai presenti, delle assurdità, come se qualche suggerimento di politici irresponsabili dei giorni scorsi, abbia trovato sponda tra i ragazzi violenti con la complicità di una parte di coloro che erano lì per garantire la sicurezza. Alcuni video pubblicati su Corriere.it mostrano atti di violenza contro altri manifestanti, mentre i cordoni delle forze dell’ordine vengono tenute a bada da qualche loro dirigente solerte agli ordini ricevuti. Le testimonianze di alcuni manifestanti in questo video parlano di mazze e bastoni occultati da alcuni facinorosi già predisposti e preordinati a tutto, parlano di un automezzo entrato nella piazza senza troppi controlli. Come è stato possibile tutto ciò in una piazza assediata dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, in una piazza dove i turisti erano costretti a giri interminabili per attraversarla? Chi c’è dietro questa fiammata di violenza? A chi giova mettere gli studenti l’un contro l’altro? Chi vorrebbe che i cittadini e i genitori vedessero nelle sacrosante manifestazioni studentesche di oggi i fantasmi eversivi del passato? Una cosa è certa ed è è che la degenerazione di queste manifestazioni di libertà, aiutano di fatto la linea del Governo che in tutti questi giorni si è affannato a denigrare i manifestanti come frange pericolose ed irresponsabili. A noi, e soprattutto alla “società civile”, non resta allora che opporci al decreto Gelmini allo stesso modo di come abbiamo fatto con il decreto Alfano, promuovendo un referendum per spazzare via i loro decreti dittatoriali. Appena il decreto Gelmini sarà pubblicato, provvederemo a depositare il quesito in Cassazione e cominceremo la raccolta delle firme sugli stessi tavoli in cui stiamo già raccogliendo le firme referendarie contro la legge “salvapremier”.