ITALIA DEMOCRATICA.

OCCORRE REGOLARE LA GLOBALIZZAZIONE


James Howard Kunstler nel suo libro "Collasso" (2005) a pagina 256 parla già dei mutui subprime e del caos che avrebbero combinato. Così come parla di esaurimento del petrolio e di globalizzazione degenerata nel mero profitto per le multinazionali e NON PER GLI STATI intendendo per Stati, gli abitanti che avrebbero dovuto godere del mercato globale. La globalizzazione ha fatto solo danno perché la Politica non l’ha regolamentata. Il perché è molto semplice, esiste qualcosa oltre lo Stato e questa entità è la Multinazionale che governa le decisioni dei politici, beneficiando dei profitti e quando necessario, socializzando le perdite. Innegabile alla luce di quel che vediamo. Ora, se non si fa nulla, la deflazione ci ucciderà, non saremo mai in grado di sopportare una contrazione stile giapponese; mentre se si stimola troppo rischiamo una iperinflazione stile Weimer anni 20. Usare il metodo dello stimolo, creerà solo danni ed un allargamento della forbice tra ricchi e poveri, favorendo le banche che sono state la causa principale dell’attuale situazione; gli effetti sono arrivati da anni all’economia reale attraverso l’esaurimento dei risparmi dei cittadini per bond vari di aziende o Stati in default; appioppati dall’incapacità o peggio il dolo delle banche; è innegabile. Detto questo, ci sarebbe una terza via che ha due componenti essenziali: La prima si chiama sostenibilità dei mercati attraverso la redistribuzione a tutti i livelli, Stato, Banche, Aziende, la seconda è gestione razionale IN LOCO del lavoro, per avere il massimo risparmio di energia, di costi industriali e costi sociali. Probabilmente calerà il Pil, ma staremo meglio tutti, con un indice di Gini tendente a 0.5 o meno. La redistribuzione dello Stato potrebbe esser una seria revisione della fiscalità; per esempio dare la possibilità ai cittadini di dedurre (non detrarre) dai loro redditi l’imponibile di ciò che è fabbricato nella Comunità Europea, per esempio. Quindi tutto quel che viene da fuori non è deducibile (gestione razionale della globalizzazione) Libero arbitrio dei cittadini nella scelta dei prodotti, deducibili se europei, non deducibili extra se UE. Il libero arbitrio non è protezionismo dello Stato, ma una scelta dei cittadini. La politica fiscale deduttiva, aumenta le imposte dirette ed indirette, quindi il gettito per lo Stato, elimina il lavoro nero, elimina l’evasione, cala i costi dello Stato per controlli e tutti ne hanno beneficio, perché tutti pagheranno le imposte. L’elenco dei benefici è lungo e basterebbe un semplice microchip al momento dell’acquisto, per incrociare ed aggiornare una banca dati, in tempo reale; un discorso lungo da approfondire ......La redistribuzione delle Aziende potrebbe avvenire attraverso gli utili (solo a risultato ottenuto senza appesantire i costi) da redistribuire in parte ai propri dipendenti per DUE anni; sarebbero sufficienti; in questo senso gli uffici acquisti dovrebbero esser meno carogne di quel che sono, lasciando un po’ di guadagno anche ai loro fornitori senza “sventolare”, come fanno sempre, l’alternativa cinese; questa sarebbe vera Co Partner Ship e non come fanno ora che tendono solo a strangolare. Stesso discorso per le Banche con i loro dipendenti e clienti, le quali giocherebbero un ruolo determinante nella messa in opera con lo Stato, delle infrastrutture VITALI per l’Italia. Ci vorrebbero mutui indicizzati al tasso BCE (l’ha fatto solo una banca perché sa che l’euribor a un anno azzererà la forbice con il tus) e molte delle proposte di Bersani (il migliore di tutti) che purtroppo non sono andate in porto, andrebbero ripescate. Riformulare gli ammortamenti a rate costante di capitale ed interessi (tedesco o americano ? non ricordo), abbandonando l’ammortamento francese, con revisione del sistema della capitalizzazione composta (se possibile). Dobbiamo guadagnar meno, ma tutti qualcosa, se si vuole ricreare un mercato equo. Ci sarebbero tante altre cose di cui discutere ma non c’è spazio. A monte di tutto questo infine, ci vuole la consapevolezza che dobbiamo lavorare per il bene comune e che se questo non avviene, non avremo scampo.da vaevictishttp://www.lafabbrica.eu/