ITALIA DEMOCRATICA.

IL PUTTANIERE CI PROVA SEMPRE


Il perfetto puttaniere è un incompreso, non vuole mandare la polizia nelle scuole, non intende offendere la Costituzione. Chiagne e fotte, come potrebbe essere altrimenti? Un vero puttaniere non vuole farsi processare, è innocente a priori. Non è colpa sua se D’Alema ci stava, se Violante non sa dirgli mai di no o se a Fini piace il kamasutra. E neppure se Mills si è corrotto da solo o se Previti ha corrotto i giudici per l’assegnazione della Mondadori. Il puttaniere non c’entra per definizione e tiene famiglia, di solito più di una. La strategia del puttaniere però, per riuscire, richiede un numero elevato di puttane in circolazione, ma quelle, lui lo sa, non mancano mai. Di rado riceve un rifiuto, in quel caso si comporta da puttaniere di alta scuola italiana. Chi non te la dà diventa una puttana. E lo dice in giro a tutti. Lo confida sconsolato a Fede e a Giordano, a Gasparri e a Cicchitto. Fa girare la voce e le rotative per distruggere una reputazione.Previti da wikipedia:Il 13 luglio 2007, la II sezione penale della Cassazione ha reso definitiva la condanna ad un anno e sei mesi per Cesare Previti, ed altri imputati, comminata in secondo grado. Questa sentenza stabilisce in modo definitivo che la sentenza del 14 gennaio del 1991 con cui la Corte di appello di Roma (relatore ed estensore della sentenza il giudice Vittorio Metta, anche lui condannato) dava la maggioranza della Mondadori a Silvio Berlusconi era frutto di corruzione. La sentenza di appello del processo Mondadori a carico di Previti, confermata dalla Cassazione, dice esplicitamente che il Cavaliere aveva “la piena consapevolezza che la sentenza era stata oggetto di mercimonio”. Del resto, “la retribuzione del giudice corrotto è fatta nell’interesse e su incarico del corruttore”, cioè di Silvio Berlusconi. Il denaro adoperato per la corruzione proviene dal conto All Iberian, che, secondo i suoi stessi avvocati, era un conto personale di Berlusconi. Berlusconi, nel processo per il lodo Mondadori era stato prescritto avendo ottenuto le attenuanti generiche, ma il reato era stato constatato, né lo stesso Silvio Berlusconi aveva deciso di rinunciare alla prescrizione per essere assolto nel merito. A seguito di questa sentenza l'imprenditore Carlo De Benedetti, a cui la sentenza di Metta portò via la Mondadori, ha annunciato che chiederà il risarcimento di un miliardo di euro.