ITALIA DEMOCRATICA.

Giudice Mesiano, il caso al Csm


Servizio sulla vita privata del magistrato della sentenza Cir-Fininvest. Ironie sui vestitiIl sindacato delle toghe a Napolitano: "Vergogna". Mediaset: "Non accettiamo bacchettate"Il giudice milanese Raimondo Mesiano in un fotogramma tratto dal servizio di CanaleIL VIDEO L'AUDIO: parla il segretario di Anm ROMA - Scoppia il caso Mesiano. Dopo il servizio mandato in onda da Canale 5 sulla vita privata del giudice della sentenza Fininvest-Cir, il segretario dell'Associazione nazionale dei magistrati grida allo scandalo: "E' una vergona, un'intollerabile intromissione nella privacy di una persona". Far seguire il magistrato dalle telecamere mentre si fa radere dal barbiere o fuma una sigaretta seduto su una panchina di un giardinio pubblico, per il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana è un "pestaggio mediatico". E presto scenderà in campo anche il Csm: una quindicina di consiglieri hanno chiesto alla prima commissione di aprire una pratica a tutela del giudice milanese. E molte toghe chiedono di rispondere all'attacco contro il giudice con uno sciopero. Anm: "Inqualificabile". Claudio Brachino, conduttore di Mattino 5 si difende sostenuto dal direttore generale News di Mediaset: "Non accettiamo bacchettate", ha detto Mauro Crippa. "Facile prendersela con Brachino, quando l'informazione giornalistica è dominata da curiosità morbose". La trasmissione di ieri ha scatenato una bufera. Giuseppe Cascini, segretario di Anm, si dice "esterrefatto e indignato. E' una vergogna. Dove arriveremo? Definire stranezze il fatto che una persona fuma o sottolineare il colore dei suoi calzini. Distruggere così l'identità di una persona è inqualificabile", continua il segretario di Anm. "Questa campagna mediatica deve finire. Abbiamo scritto al presidente della Repubblica, che è anche presidente del Csm, per segnalare questo episodio di denigrazione senza precedenti. Intervenga anche il Garante della privacy". E il Garante per la protezione dei dati personali accoglie l'invito e annuncia che "valuterà la segnalazione di Anm e l'apertura di un'istruttoria". Fnsi: "E minacciano ritorsioni sul canone Rai". Anche il presidente della Fnsi è altrettanto duro nei confronti dei giornalisti di Canale 5, e si domanda, "visto che il Presidente del Consiglio continua a deprecare l'uso criminoso della tv, ancora una volta tirando in ballo a sproposito Annozero, come considera l'uso della tv che è stato fatto ieri mattina dalla più importante rete Mediaset?" Roberto Natale spiega: "Mattino 5 ha mandato in onda un servizio su Raimondo Mesiano che rassomiglia molto ad un pestaggio mediatico. Ci sembra un tema ben più rilevante che non le minacce di ritorsione sul canone Rai al solito segnate dal suo clamoroso conflitto di interessi". Il giudice che ha condannato la Fininvest. Lo scoop di Canale 5 si basa su un video di pochi minuti sulla vita privata del magistrato che, non più tardi di due settimane fa, ha condannato il gruppo Fininvest a risarcire alla Cir di Carlo De Benedetti 750 milioni di euro, per l'annullamento del lodo Mondadori risolto nel 1990 a favore del gruppo Fininvest in cambio di mazzette versate ad alcuni giudici romani. A spasso con il magistrato. Il video ritrae di nascosto l'interessato, mentre esce di casa e passeggia per le vie di Milano. Le immagini si soffermano sul giudice seduto sul seggiolone del barbiere, con la schiuma da barba sul viso. Il reporter commenta: "Forse non sa ancora che il Csm lo sta "promuovendo". Il riferimento è all'avanzamento di carriera ottenuto da Mesiano, due giorni fa, dal Csm. Un naturale avanzamento di carriera in base all'anzianità che però il centrodestra ha subito tradotto come "la ricompensa per l'attacco a Berlusconi". Le stranezze. "Lui va avanti e indietro", ripete, ancora, la voce fuori campo della giornalista. Poi, poco prima di concludere il servizio, la scena cambia e si concentra su "un'altra stranezza: guardate il giudice seduto su una panchina. Camicia, pantalone blu, mocassino bianco e calzino turchese. Di quelli che in tribunale non è proprio il caso di sfoggiare". La difesa del conduttore. Claudio Brachino, conduttore di Mattino 5 e direttore di Videonews si difende: "Sono io l'unica vittima di pestaggio mediatico. Nel servizio non c'era alcuna malizia, volevamo solo dare un volto a un personaggio che la gente non conosce. E poi Canale 5 non ha pedinato nessuno", sottolinea il conduttore e direttore di Videonews. "Ci siamo occupati del caso del giorno, esercitando il diritto di cronaca. Il pezzo non ha valutazioni politiche né di altro tipo. C'è solo la parola "stravagante", di cui si può parlare ma non mi sembra un insulto. Poi possiamo discutere anche se il calzino è di buono o cattivo gusto. Ma non mi sembra una cosa per cui ricevere accuse di aggressione mediatica", conclude il conduttore.