SPARWASSER

I - LA FILLE DU RÉGIMENT – G. Donizetti – Opera Comique in due atti

Occorre partire da una premessa: se si vuole considerare La Fille alla stregua di un’opera necessariamente qualunque allestimento possibile mostrerebbe la corda. Lo mostrerebbe quello visto al Carlo Felice (che pure mostrava tratti di originalità nel suo riadattamento), così come lo mostrerebbe quello a cui abbiamo assistito domenica scorsa 25 febbraio 2007, per la regia di Filippo Crivelli e le scene di Franco Zeffirelli (che definirò ingenue perché altro aggettivo non mi sovviene). Se però prendiamo La Fille per quello che in realtà essa è semplicemente, cioè un’opera comique, quasi un’operetta, allora possiamo certamente avanzare alcune considerazioni e giudizi di merito su quanto visto domenica sera che, per quanto e necessariamente soggettivi (in quanto fatti da me), mostrano comunque una loro dignità d’esistenza.
E difatti l’opera è gradevole, con una regia e alcuni spunti comici che fanno quello che si deve fare, massimamente nel secondo atto e segnatamente nelle scene della lezione di canto e di presentazione degli invitati alla Festa, laddove si deve (o si dovrebbe) sorridere ed in effetti si sorride. In più qualche spunto nel primo atto che strappa simpatici sorrisi c’è. Era il minimo sindacale che ci aspettavano, era il minimo sindacale che abbiamo ottenuto.
Ma, a proposito della Fille du Regiment è di Juan Diego Flòrez che si deve parlare. Il tenore peruviano, che fa Tonio, bissa (ma prudentemente e , aggiungiamo noi, rispettosamente, non alla rappresentazione a cui abbiamo assistita), l’aria dei nove do (che peraltro canta come si deve), la più celebre perchè la più a effetto ma non (e qui siamo in toto d’accordo col nostro J.D. Flòrez), la più difficile (giacchè la più difficile è la perorazione del proprio amore alla Marchesa nel secondo atto: anche questa peraltro cantata come si deve); evento (quello del bis) che non si verificava dal 1933 alla Scala (volere di Toscanini). Dirò subito che il bis in questione ci sta, che Flòrez canta in generale molto bene una partitura che peraltro conosce già molto bene: che insomma è veramente bravo. Bravina è la Rancadore (di timbro leggero) così come gli altri ad eccezione di Anna Proclemer che giganteggia, vecchia marpiona quale è, recitando con grande classe il ruolo della Duchesse (classe in senso artistico , non di ruolo, giacchè il ruolo della duchesse ha da essere caricaturale). E quindi si è presa, lei che non canta, più applausi degli altri. Ho trovato bravini sia il coro che il maestro, mentre delle scene (fatte a mò di cartone animato e, va detto, risalenti al 1959) si è già detto della loro ingenuità.
Discorso assai diverso per la Butterfly di due giorni dopo. Ma per la Madama, come ogni prima donna che si rispetti, vi farò aspettare….