SPARWASSER

La Televisione


Recentemente sono stato in ferie. Questo mi ha permesso di farmi un ricognitivo sul mondo televisivo attuale. Esistono programmi attualmente sulle sei reti generaliste, concentrati prevalentemente nella fascia oraria del pomeriggio (quella dove una volta - sigh - andava in onda la Tv dei ragazzi), che applicano alla perfezione quanto teorizzava Umberto Eco in una bustina di Minerva di qualche tempo fa:Il teatro comico tradizionale aveva sempre speculato sullo storpio, sull'orbo, sul balbuziente, sul nano e sull'obeso, sullo sciocco, sul deviante, su chi faceva professioni ritenute infamanti o apparteneva a gruppi etnici ritenuti inferiori.Tutto questo è diventato tabù: non solo viene ormai ritenuta offensiva l'imitazione del reietto indifeso, ma persino Molière non potrebbe più ironizzare sui medici che subito una lega per la difesa dei diritti dei medesimi insorgerebbe contro la tentata diffamazione.Si doveva trovare una soluzione, ed è stata trovata. Non si può più mettere in caricatura lo scemo del villaggio, che sarebbe antidemocratico, ma è democraticissimo dare la parola allo scemo del villaggio, invitarlo a rappresentare se stesso, in presa diretta (o in prima persona, come dicono appunto gli scemi del villaggio). Come accade nei veri villaggi, si salta la mediazione della rappresentazione artistica. Non si ride dell'attore che imita l'ubriaco, si paga direttamente da bere all'etilista, e si ride della sua depravazione. Bastava pensarci. ...... Ecco il mirabile rovesciamento di paradigma di cui siamo testimoni. Scompare la figura del comico che diffama l'handicappato indifeso, e sale alla ribalta l'handicappato in persona , fiero di ostentare il proprio handicap. Contento lui, che si esibisce, contenta la rete, che riesce a far spettacolo senza neppur pagare l'attore, e contenti noi, che finalmente possiamo ridere di nuovo sulla stupidità altrui, soddisfacendo il nostro sadismo.Ecco: qui è arrivata oggi la televisione. Mi è difficile pensare dove potrà arrivare un domani, ma sono convinto che le nuove forme di TV che coinvolgono lo spettatore in forma attiva ci salveranno. Si comincia dal satellite. Si comincia, pensate un po’ voi, da quel mostro di Sky.