Azzurroblu

La Sciamana


Se una mattina ti alzi prima del solito e vorrai venire con me laggiù, nelle grandi pianure nebbiose del Nord, allora, se sarai particolarmente fortunato, potrai avere il privilegio di conoscere la Sciamana.Durante l’inverno è difficile incontrarla ma, all’apparire del primo timido sole, può darsi che decida di fare un giretto. Allora potrai vedere una donna magra, ma tenace, dalla pelle rugosa ed olivastra, con lunghi capelli bianchi portati con onorato disordine.Incurante di tutto, in genere esce in pigiama o in vestaglia e, nel periodo estivo, è solita abbinare una bianca canottiera maschile ad una semplice sottoveste e, a volte, portare il grembiule.Ama passeggiare per la via più trafficata del paese, proprio nell’orario in cui si muove maggiormente la gente perbene che porta i figli a scuola, produce e lavora. Figura eretta e mani dietro la schiena, ti fissa con fierezza e dentro ai suoi occhi potrai vedere secoli e tempi remoti, cavalli e praterie, guerrieri altezzosi e bisonti da cacciare.E lei, donna medicina, la Sciamana, quando viene la notte e la gente perbene si rinchiude nelle case o si stordisce nei bar, si copre le spalle con una grigia coperta di lana e si tinge sul volto i segni rituali.Con i nudi piedi callosi, istinto di gatto, occhio di civetta, attraversa i boschi dei lunghi pioppi e scende fino alle sabbie paludose.Allora, illuminata della bianca luce lunare, inizierà la sua muta danza. E solo quando il vecchio lento fiume inizierà a gorgheggiare al suono dei passi ritmati da cavigliere tintinnanti, dimenandosi in infiniti mulinelli e in minuscole onde, si leverà sonoro il suo canto nella notte:Bacio di ventofronde frusciantigelide terrefoglie cadenti,induritemi il visotempratemi il cuore!Sassi rotondiacque schiumosescheletri d’alberoe piante nodose,levigatemi il pettoscavatemi il cuore!Per vincere il tempocavalcando i millenni,memorie di storieeterne e perenni,ornatemi il caporeggetemi il cuore!