*Anime & Manga*

A Silent Voice


Ci sono cose che sono senza rimedio e totalmente incomprensibili per alcuni ed è proprio di questo che tratta il manga che mi appresto a presentare in questa sede. A Silent Voice è un'opera che fin dalle prime pagine si presenta cruda e spietata, dove malgrado i protagonisti siano bambini – o forse proprio per questo – si viene catapultati in un mondo che è terribilmente reale. Edito dalla Star Comics, è un'opera completa di 7 volumi, scritta e disegnata da Yoshitoki Oima.Shoya Yoshida è un ragazzino di sesta elementare che cerca in tutti i modi di abbattere la noia, inventando “prove di coraggio” che sono tutto, fuorché sicure per lui e per chi lo segue; questo, in qualche modo, è ciò che sembra che tutti si aspettino da lui, ciò che lui stesso si aspetta dalla propria vita, seppure appena agli inizi. Ha una famiglia apparentemente più povera della media, con una sorella liceale che porta a casa sempre ragazzi diversi e una madre sola che fa la parrucchiera. È un bambino amato, si potrebbe dire così, accudito e rimproverato – sebbene meno di quanto dovrebbe. Nella routine di Shoya però, un giorno, appare una nuova compagna di classe: Shoko Nishimiya, una bambina appena trasferita nella sua scuola che ha una particolarità. È sorda e, per comunicare, usa un quaderno e un sorriso gentile. La cosa dapprima fa scattare in Yoshida la curiosità tipica dei bambini, come il voler assolutamente provare “quanto” effettivamente la ragazza sia davvero inabile. Peccato che il passo dall'essere inopportuni al diventare crudeli è breve; Shoya non conosce un freno, poiché catturato completamente dall'interesse che la bambina provoca in lui e che lo spinge a maltrattarla e insultarla senza cognizione di causa. La situazione si trasforma ben presto in conclamato bullismo, supportato dal silenzio o dal coinvolgimento, dei compagni di classe che prendono parte agli episodi.Tutto cambia quando il professore viene a scoprire dalla madre di Shoko che la bambina ha già subito diversi danni materiali piuttosto ingenti e i compagni di classe accusano Shoya di esserne il solo responsabile, dandogli del bullo. A quel punto i ruoli si capovolgono, poiché Yoshida stesso, finisce per essere vittima di episodi pesanti da parte dei compagni e, sebbene lui stesso non ne comprenda a pieno l'entità, finisce per sfogarsi contro colei che crede esserne la causa scatenante: Nishimiya, che ben presto cambia nuovamente scuola. È proprio dopo la sua scomparsa che Shoya si rende conto di essere perduto, poiché fino alle superiori viene continuamente maltrattato e preso di mira, non creduto dal professore e trattato come un appestato per i suoi trascorsi da bullo.Arrivato al liceo Shoya è cambiato, deciso a riscattarsi, almeno un'ultima volta e va a cercare Shoko per chiederle scusa ed espiare i suoi peccati che gli pesano sulla coscienza come un macigno che, vorrebbe, lasciarsi finalmente alle spalle anche se sa di non averne il diritto.Ci sono opinioni discordanti su questo manga: alcuni odiano la fine perché pensano deluda le aspettative, altri lo amano proprio per via dell'evolversi della vicenda; io personalmente l'ho amato dall'inizio alla fine proprio perché rimane ciò che è: ovvero un'opera che non si prefigge altro scopo se non quella di raccontare come atti fatti magari per vincere la noia o semplicemente con superficialità, finiscano per ferire gli altri, talvolta in modo talmente profondo da non essere riparabile. Shoya finisce per essere prima carnefice e poi vittima, diventa il capro espiatorio di un comportamento condiviso e che non viene né accettato né tantomeno riconosciuto dagli stessi che volevano “fare giustizia”, per così dire. E così si vengono a creare due vittime, entrambe fragili ed entrambe ferite in modo profondo. Nishimiya diventa ella stessa prima oggetto di odio, poi di redenzione per Yoshida, che vede in lei il punto di partenza, ma anche il suo punto di arrivo per redimersi dai suoi sbagli e poter finalmente abbandonare una vita che lo ha reso solo contro un mondo di persone senza volto.Rimane una lettura cruda e matura, sconsigliata a chi cerca un manga con una storia d'amore – non lasciatevi incantare dalle copertine, guardate il genere prima di ogni altra cosa, perché non è affatto uno sbaglio di stampa – ma a chi ha voglia di passare qualche ora in compagnia di un mondo reale che talvolta è troppo crudele, dove le persone feriscono e cercano di rimediare, ma feriscono ancora e sbagliano e poi sbagliano di nuovo, dove non c'è una scelta giusta o una sbagliata, dove, alla fine, ciò che importa non è cosa hai dentro, ma cosa puoi fare per dimostrarlo al prossimo, anche se magari questo prossimo ti rifiuta.