pezzi di pezzettini

Post N° 266


Riceta per capire una “tardecita” Oppure come fregare il difficile arte della traduzione e la sua incorreggibile abitudine di fare perdere, volendo o nolendo,certe fondamentali sfumature. Ingredienti per fare una autentica “Tardecita Porteña” Ci vuole Una domenica di sole. Preferentemente una domenica di primavera perché il sole deve avere ben certe caratteristiche : deve essere un sole tiepido,calmo.Un sole di miele soave,carezzante.Un sole tenero come il primo amore. Occorre un orario addato:dopo le 4 di pomeriggio,meglio se le 5. Servono Due amiche a chiacchierare sull’amore. Oppure tre tifosi di età improbabile guardando il calcio alla tv. Ovvero una mamma,figlia e nipote a sparlare spensierata ma spietatamente della cognata. Altrimenti una coppia di innamorati a parlare poco, a baciarsi molto e a sognare troppo. Ci vuole Un cortile familiare umile, pulito e con gerani. Oppure una piazzetta piccola, con alberi,due o tre bimbi giocando nascondino,un cane un po’ stanco,e un gatto pigro. Ovvero un posticino vicino ad un fiume colore leone, vasto come un mare,e con un oceano nel cuore. Occorre Un sottile profumo di gelsomino nell’aria. Oppure un venticello fresco e lento arrivato dal passato. Di sottofondo serve una musica leggera a libera scelta.La musica veramente non c’è.Si ascolta dentro ed è diversa per ognuno... può essere una canzone infantile,il ritornello del tormentone romantico di moda,una milonguita o un rockanroll feroce. Adesso si mescolano gli ingredienti a volonta’... Ed eccola! Una vera tardecita porteña da non dimenticare!! Ah mi scordavo,immancabile il mate,perfetto compagno di amori,di studi,di chiacchiere,di confessioni condivise e solitarie.Perché senza,una tardecita, non è mai una tardecita.
Scopo (fallito oppure no) del post: giorni fa ho postato “ballata per un pazzo” di Astor Piazzola e Horacio Ferrer e ho tradotto “tardecitas” come “pomeriggi” e invece... sono ben altro, come avreste capito...