la finestra

Despina


 Forse il desiderio è un serpente multiforme, dalle scaglie cangianti e dallo sguardo ipnotico. Si attorce attorno ai pensieri e ai bisogni degli uomini e una volta ben saldo inocula il suo veleno. E’ denso e nero quel veleno, si amalgama feroce al sangue e ne diviene indispensabile ossigeno. L’uomo che ne abbia provato il morso e che lo senta scorrere nelle vene, ne rimane prigioniero.Ogni scaglia è lo specchio di una prospettiva, il riflesso di uno sguardo. Sarà così che ogni uomo darà un nome diverso a uno stesso desiderio. Come un miraggio ne descriverà le forme e la consistenza, cullandone l’immagine e vezzeggiandola come un bimbo in una culla. E farà pazzie per quel miraggio, come il cammelliere assetato che sogna l’oasi o come il marinaio che abbia le gambe stanche dall’onda. “In due modi si raggiunge Despina: per nave o per cammello. La città si presenta differente a chi viene da terra e a chi dal mare. (…) Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone; e così il cammelliere e il marinaio vedono Despina, città di confine tra due deserti.”(I. Calvino, Le città invisibili)