la finestra

Il groviglio dei cassetti


Capitano sere annoiate che decidi un inventario. Cestino da un lato, forbici dall'altro e nessuna idea di sorpresa. Poi i cassetti si svelano con le loro piccole moine, più spesso innocue e un po' ammuffite.Dipani matasse rimaste a metà, leggi lettere che allora lasciasti in sospeso e comprendi significati che allora ti sfuggirono. Come guardare un film in cui la protagonista ti somiglia, e non per la ruga in più che è solo appena accennata. Cambia un'espressione, la profondità di uno sguardo o la morbidezza di un gesto e quella che osservi diventa un'estranea, forse lontana parente.Ho ribaltato cassetti e gettato cose ormai morte. Altre, pure morte, per il momento rimangono lì. Stantie e fuori moda, fuori corso. Forse rimangono lì perchè provo ancora qualche tenerezza per l'io che le ha attraversate.Tendo alla damnatio memoriae di ciò che è stato. Rimuovo, a volte consciamente, atrettanto spesso senza coscienza, ciò che mi disturba ricordare. Quello del passato che non si è trasformato in carne e sangue, lo pongo nel rogo freddo di ciò che è ormai inutile e sterile. Nessuna contemplazione e ben poco rimpianto. Non ho spazi in soffitta per bauli abbandonati.