la finestra

La porta


L’uomo uscì sbattendo la porta ed ella rimase lì, senza nemmeno il fiato per piangere. Quante volte si era immaginata quella scena, percorrendo mille possibili sfumature. Sguardi arroganti, parole taglienti, gesti d’orgoglio e di ribellione. Ogni espressione portata al limite del suo significato, all’estremo della sua durezza. Come fosse una battaglia da siglarsi senza prigionieri.Aveva, nelle sue false premonizioni, reagito sdegnosamente a insulti e minacce, racchiusa intangibile in un silenzio impenetrabile, mentre fuori avrebbe infuriato una nube di accuse dalle punte acuminate.Ogni variabile era stata scandagliata dalla sua mente, la posizione di ogni movimento, persino la luce che avrebbe illuminato ogni parola.Ora rimaneva lì. Annientata. Muta. Spenta ogni sua immaginazione. Ogni eroica pretesa di superiorità. L’uomo se ne era andato senza una parola, senza un gesto che anticipasse la porta sbattuta. Solo uno sguardo fondo come la notte. E in quella notte lei era rimasta smarrita, perduta come una bimba nel bosco. Nessuna battaglia e nessun prigioniero.Giaceva lì, sul letto sfatto, marionetta immobile nel corpo e nella mente, i fili recisi da quel colpo secco.