la finestra

La perla


 Su vie intricate e contorte ho posato passi a volte impulsivi e volte incerti, pesando su instabili e volubili bilance, dubbi e decisioni.Pensavo fossero casuali i tracciati e gli incroci di orme, capricci di una sorte scritta, ma indifferente a desideri e sogni.La certezza ingenua della giovinezza, quella fede incrollabile in un destino delineato e sapido, sbiadiva ad ogni nuova svolta, quando la curva successiva frapposta allo sguardo, precludeva quell'orizzone immaginato, meta significante del pellegrinaggio.Come se quell'orizzonte altro non fosse che il susseguirsi sfiancante di curve, a frustrare il desiderio di spazio infinito, di naufragio dolce in una deriva di miele e fuoco.Impercettibilmente tra quel desiderio logorato e nostalgico e la teoria incessante delle curve, si insinua una linea. Una linea d'ombra leggera e danzante, come quella che può imprimere il sole celandosi dietro una nuvola sfrangiata e spumosa. E' una cosa da nulla, il segno tracciato sull'asfalto da un gesso di bimbo, eppure varcarla ridisegna i connotati del viaggio.L'orizzonte rimane meta segnata, il sorriso scambiato tra due vecchi centenari all'ombra di una quercia, ma ogni curva diviene pienezza di senso conchiuso, istante denso e completo, perla rotonda di collana.E prende corpo e desiderio l'eterno ritornante, preghiera ripetuta sui grani di un rosario. Ogni grano si fa orizzonte.