W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
così noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
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Post n°447 pubblicato il 28 Settembre 2011 da nagel_a
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
Conosco Siao Mei da quando eravamo bambini. Non sapeva né leggere né scrivere e non avrebbe riconosciuto il suo nome a vederlo scritto e non è che oggi sia cambiato qualcosa. Nonostante tutto, oggi scrive e le parti si sono invertite: siamo noi che non capiamo quel che scrive.
Ha continuato nel tempo a chiedersi se il suo nome avesse un significato senza mai scoprirlo, desiderando che fosse “danzante” perché lei sa danzare. E io l’ho vista danzare in tutta la sua grazia, l’ho vista danzare. E ho cercato di spiegarle che il ballo Eland non è proprio la “Danza del fior di loto”, ma lei niente: anfibi ai piedi e capello punk , continuava a muoversi avanti e indietro al ritmo di YMCA dei Village People.
E danzando affrontava i suoi nemici che si piegavano (dal ridere) al sollevarsi di trottola dei lembi della sua minigonna ascellare e ne approfittavano per sbirciarle le mutande di sotto, ma lei, più furba, le aveva tolte.
Lei era una danzatrice, lei era una guerriera, lei era una ribelle. Invulnerabile. Poi venne un uomo dolce e prepotente come il vento. Gestiva la rosticceria clandestina giù all’angolo e il suo nome era Fan Gù, un nome che vuol dire… be’ usate un po’ di fantasia.
Egli venne e dettò i passi al quel danzare morbido finché i veli, già ridotti ai minimi termini, non caddero ed egli pensò: “Evvai, finalmente si tromba!” Invece, mentre l’odore di pane appena fatto (dalla la sua macchina impastacuocisforna) si spandeva nella stanza e la lama appannava al vapore denso, un fiotto rosso le sgorgo dal pollice appena reciso e… addio trombata.
Lei era una danzatrice, lei era una guerriera, lei era una ribelle. Lei era Siao Mei. E il suo nome voleva dire “Ragazza che non sa tagliare il pane”.
Vedi, Siao Mei, ad essere andata a scuola invece di far sega tutti i giorni!
P.S. Bel post. Un pochetto truculento :-) ma molto aggraziato.