W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
così noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
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Post n°375 pubblicato il 02 Febbraio 2011 da nagel_a
Vi è un dono sopra ogni altro che leggo come tratto regale a contraddistinguere gli uomini. L'immaginazione. Non so se provare più pena o diffidenza verso coloro che non la possiedono. Ha una natura singolare l'immaginazione. Può sollevare e ferire. Far sognare e abbattere. Essere felice e crudele. Non nelle dosi ma nell'ambito e nell'umore dell'applicazione. Non so prescindere dal suo morso febbrile. E mi lascio condurre da profeti, briganti e poeti.
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
saremmo piante o sassi senza quella capacità!
è la testimonianza che il cervello sia anche molto altro oltre a quanto conosciamo e usiamo.
le antiche civiltà dimostrano come senza gli attuali mezzi ma maggiore conoscenza delle capacità mentali si siano realizzate imprese impensabili per l'uomo e la donna attuali.
per questo so rinascere. ti stringo. 'notte.
L’immaginazione si nutre di emozioni che, anche istintivamente, traduce in parole, suoni, movimento.
E’ una iattura legare l’immaginazione all’irrealtà, soprattutto in un’epoca dove è de-caduto il linguaggio metafisico e le sue istanze di senso, perché ciò che è vero s'impone sempre attraverso la sua stessa evidenza, senza intercessori o apologeti.
Detesto l’affermazione di "tante teste, tante verità", che si traduce in un magmatico vuoto di verità (e libertà), fino a quando l’abilità persuasiva del guru di turno, rende tante teste diverse (spesso vuote) l’omologazione al proprio pensiero.
I sofisti (non nel segno greco) moderni sono campioni, spesso sotto l’accattivante manto del filosofo o del poeta, nel mescolare il falso dal vero: veri persuasori occulti, veri disprezzatori dell’immaginario umano di cui, in fondo, hanno terrore. Ma essi sono al sicuro: sanno molto bene che la maggioranza ha sogni ad occhi aperti di fibra sintetica, quale inventario della familiarità e surrogati della routine, essendo l’idiozia soggettiva un virus che provoca epidemie a largo raggio, come l’ottusità della rèclame pubblicitaria, poiché ogni ideologia borghese subisce il processo di standardizzazione, dove l’immaginazione muore bollata da marchio d’infamia.
Dopo aver letto le tue parole, ho chiesto a piccola H, mentre era intenta a pulire i tasti del pianoforte, cos’era per lei l’immaginazione (mi fido delle parole dei bambini a differenza di quelle preconcette degli adulti).
La risposta è stata netta: “quando si sogna la verità, come accade con questi tasti, con cui io immagino una cosa che posso sentire e vedere nella mente attraverso i suoni”.
Parole semplici, ma dotate di buon senso e profondità. E’ probabile che lei abbia ragione: l’immaginazione è sottoposta alle leggi della realtà (anche di quelle che non vediamo, o soprattutto)e non in una traduzione dell’irrealtà. Ma ciò può essere vero solo se l’immaginazione, quando non è espressione di malvagità (occulta o palese)del cuore umano, tende al senso umano delle cose che ci vengono ad abitare; ed essa si fa carne, sangue, pensiero che fa bene al cuore.
Diversamente, almeno io, non so immaginare. Un caro saluto. Blue.chips
L’insufficienza del pensiero sa immaginare senza perdersi , perché non si discosta mai da uno stato di trascendenza del pensiero stesso, mentre quello regolato dalle tante verità ha proprio origine nel suo relativismo, provocando un esagerazione speculativa fine a se stessa.
Dispiace anche a me di stare dietro un lucchetto, ma ci deve essere uno (o più) spiritello cattivo e astioso a cui devo sembrare “antipatico” (per non dire altro) e di cui non ne conosco le ragioni. Dovrei rimanere nel mio piccolo anfratto (blog) e poco relazionarmi con altri. In effetti scrivo più nei blog degli altri che nel mio stesso. E questa prospettiva ribaltata forse non piace, ma ho il dubbio che ci sia qualcosa di più: l’origine del mio sangue? Un caro saluto. Blue.chips
Da non sottovalutare.. :) Ti abbraccio e continuiamo a danzare nell'oceano dell'Essere immaginando armonie e paradisi animici dove stare sulle punte.. fino a toccare il cielo!
Non so se si tratti di un "tratto regale", ma in un certo qual modo l'ho sempre associata, laddove vi sia consapevolezza, ad una forma di creatività, un pensiero "divergente", nel senso più nobile del termine, conforme alla nostra emotività :-)
'Gnazino dice: "A Nagel...e facce sognà!!"
Scostumato!!! (Tutto bene? :-) Un abbraccio)
Canterotti di una donna
Che non è certo mia zia
Che non è neanche mia nonna
Che ha nel nome un dolce suono
Come scorrer di Garonna
O del tedesco chiodo il tuono
Quando scontra col martel
Del murator che buono, buono
Grida tosto “Architetto Nagel! C’è una perdita nel tubo
S’è alaga’ tuto el castel”
Allor mi muovo come lupo
Ratto, ratto a lei m’appresso
le sfilo il tanga, glielo rubo
e mi rifugio dentro al cesso.
Lei rincorre le mutande
Ma oramai più mi fa fesso
Grida e forte “Sei un brigante!”
“Son brigante e son profeta,
e se rimani loco astante
ascolterai da me poeta
di colui le storia ardita
che col gesto di un atleta
e con mossa assai azzardata
della Nagel casta e fiera
mise a nudo la patata.
Oh, come vedi, poeta e brigante lo sono già. Se riesco a sfilarti le mutande e si avvera la profezia, che fai, me la dai?