Creato da nagel_a il 27/12/2008

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Post n°510 pubblicato il 21 Marzo 2013 da nagel_a


 

Ci sono parabole inattese, che conducono senza intenzione apparente lungo una strada sconosciuta.
Con leggerezza lasciamo che i nostri passi siano guidati, con incosciente abbandono ci inerpichiamo senza chiedere indicazioni... finchè si apre un baratro, un vortice, un abisso, una vetta... qualcosa che ci rapisce e innalza (o inabissa chè in fondo è la stessa cosa), ci abbaglia e toglie il fiato, come avessimo finalmente trovato la Via, come se stessimo per udire la voce che ci darà le risposte, l'attimo di perfezione nel quale si potrebbe anche morire...

... poi tutto scema, come se la salita fosse troppo impervia per condurci fino alla meta, come mancasse quell'ultimo fiato, quell'allenamento scordato, quell'esperienza saltata... e si torna confusi e storditi, increduli, convinti di aver sognato... non fosse per le gambe tremanti e il respiro mozzo...

(certe musiche mi fanno l'effetto di una rivelazione mancata)

 

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Commenti al Post:
a.bassa.voce
a.bassa.voce il 22/03/13 alle 06:35 via WEB
Quando finisce bene...ma potresti anche perdere la vista, l'udito e spezzarti il cuore lungo la Via che certe parabole disegnano.
 
 
nagel_a
nagel_a il 25/03/13 alle 09:31 via WEB
cacchio! devo dire che sei molto più ottimista di me! :)
 
   
a.bassa.voce
a.bassa.voce il 26/03/13 alle 09:59 via WEB
Ho deciso di mettere gli occhiali finalmente. Quelli da lontano. :)
 
     
nagel_a
nagel_a il 31/03/13 alle 19:57 via WEB
io ho scoperto di essere guarita dalla miopia :))
 
Narcysse
Narcysse il 22/03/13 alle 08:49 via WEB
Quale motore più potente dei sogni, delle allucinazioni della speranza....Sono un dono. Cadere dopo tanto salire è nel ciclo naturale della gravità. Ma oltre le banalità mie....Le parabole restano...Memoria è saldare le fondamenta della nostra serenità.
 
 
nagel_a
nagel_a il 25/03/13 alle 09:32 via WEB
Un dono e una maledizione forse rispetto a un "quieto vivere"... siamo su una sinusoide impazzita dove nemmeno la luce è una costante... memoria a volte è minare le fondamenta della nostra serenità
 
   
Narcysse
Narcysse il 25/03/13 alle 22:15 via WEB
Lei li desidera in dono o in maledizione? Una "sinusoide impazzita dove nemmeno la luce è una costante" è una interessante immagine. Quindi nessun equilibrio possibile? In questo nostro tempo intende? La luce....Che cos'è? Poi curiosa la sua "la memoria che mina le fondamenta...". Forse che il passato torni a mettere in subbuglio un raggiunto presente più auspicabile?
 
     
nagel_a
nagel_a il 31/03/13 alle 19:56 via WEB
Li considero medicina e veleno, a seconda delle dosi... nessun equilibrio credo sia stabile (sarebbe diversamente morte)... la luce è un'incognita, al di fuori della teoria della relatività... il passato è esso stesso fondamenta ma è anche il contenuto di stanze che si tengono ben serrate per non lasciar sfuggire i loro abitanti...
 
vocevera
vocevera il 23/03/13 alle 09:56 via WEB
esisteva davvero quella meta oltre la salita? E quella strada sconosciuta nella quale ci eravamo avventurati anche solo per un breve tratto, non era già essa stessa una "meta"? p.s. sempre bello leggerti :)
 
 
nagel_a
nagel_a il 25/03/13 alle 09:35 via WEB
una volta guardavo la tv solo per le pubblicità. una mi piaceva: era di una macchina, il bello del viaggio non era più la meta ma il viaggio stesso... forse quella meta è solo l'immagine che fa da propulsore... è che certe salite di portano in alto e ti lasciano lì all'improvviso con lo stomaco che sale al cervello... (sempre bello ritrovarti!)
 
suzuribako
suzuribako il 25/03/13 alle 16:24 via WEB
Asintoti?
 
 
nagel_a
nagel_a il 31/03/13 alle 19:56 via WEB
frustranti tangenti all'infinito :)
 
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"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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