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Flucht in die ...

Post n°514 pubblicato il 03 Aprile 2013 da nagel_a


" ... precipitò sempre avanti, sempre più lontano, non avendo altro in animo che la ferma volontà di non ritornare in sè - in una notte azzurra, risonante, che mai doveva avere fine per lui. E sapeva di avere già fatto migliaia di volte quella stessa strada e di essere destinato a fuggire migliaia di volte ancora, per l'eternità, nelle notti azzurre, risonanti."
( A. Schnitzler, Fuga nelle tenebre) 

... e se quella lama fosse stata inefficace, quel braccio indeciso a separare giorno e tenebre? Cosa stringeresti tra le dita? Un'immagine, un sogno, la parvenza di qualcosa che fu e non è ... ma se il confine fosse spostato oltre la misura di cui sappiamo render conto, attraverso la cortina di pioggia e fosse possibile incanalare una brezza sottile a trattenere quel battito d'ali?
Infinite volte, infinite ricadute, in baratri di fango... infinite frasi a ripetersi quel che non potrà esser mai cambiato, infinite notti a immaginare quel che avrebbe dovuto essere...
Ma all'infinito si ripete solo ciò che il nostro scegliere ha tramutato in condanna.

 

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Commenti al Post:
ebenezer.lepage
ebenezer.lepage il 03/04/13 alle 13:05 via WEB
Testo con chiosa nageliana a fronte... Il tutto pervaso da incontenibile ottimismo. Bene, bene...
 
 
nagel_a
nagel_a il 04/04/13 alle 10:56 via WEB
E' un ritorno alle origini pur essendoci passato in mezzo, temporalmente ed esperienzialmente, un mondo. La stessa (e diversa) vostra affezionata, Nagel
 
il_giovanewerther
il_giovanewerther il 03/04/13 alle 15:31 via WEB
Separare... Recidere... Il nostro scegliere, o il nostro rinunciare?
 
 
nagel_a
nagel_a il 04/04/13 alle 10:57 via WEB
scegliere o rinunciare... vi è forse differenza? il bisturi cala alla cieca
 
   
il_giovanewerther
il_giovanewerther il 04/04/13 alle 13:37 via WEB
Alla cieca? Il bisturi!... E perchè?!
 
   
suzuribako
suzuribako il 04/04/13 alle 13:40 via WEB
"Che colpa ha la gatta, se la mannaia è matta?" da "Il calendario di Frate Indovino" ... Così ho fatto anch'io la mia dotta citazione!
 
korov_ev
korov_ev il 03/04/13 alle 22:12 via WEB
“Ma all'infinito si ripete solo ciò che il nostro scegliere ha tramutato in condanna.”
Una scelta è una scelta, signora Nagel, non è né condanna né amnistia; se fosse qualcosa più che un salto nel buio noi saremmo padreterni.
La vita, madame, è una gara di tiro a segno a colpo unico in cui chi non spara perde, chi sbaglia mira non vince e chi fa centro non lo sa. Qualche volta la zingara del carrozzone si distrae e noi si vince un bell’orsacchiotto di peluche.
(…Però, maremma cane, era meglio la giraffa!!!)
 
 
nagel_a
nagel_a il 04/04/13 alle 11:04 via WEB
Signor Korov_ev, considerati gli alti personaggi cui si accompagna, sa certo meglio di me che la scelta è un lancio di dadi (il vecchio Leon Battista avrebbe detto, come d'altronde disse, "Piglia qual sentier voi, tucto è niente")... però poi c'è quel piccolo particolare del tutto significante della responsabilità che ricade su chi la scelta l'ha compiuta e vissuta e magari pure patita o inflitta. Allora diventa difficile togliersi quel senso di inettitudine per esser pessimi giocatori ai dadi... fatto salvo che la posta in gioco è la vita (the question, direbbe Amleto, però è: fosse solo la nostra di vita...).
 
   
korov_ev
korov_ev il 04/04/13 alle 12:08 via WEB
Parafrasando uno dei miei “compagni di viaggio” potrei dire: come può l’uomo dirigere se stesso, quando non sa neppure cosa, di sé, sarà tra un’ora.
Dal momento in cui iniziamo ad “essere”, la nostra esistenza produce effetto sulla vita intorno, madame. Da quel momento ogni istante, ogni respiro, implica una scelta/nonscelta e delle conseguenze. Che noi lo si voglia o meno.
Essere o non essere? Scegliere o non scegliere?
Non esistono scelte giuste o sbagliate, signora Nagel, ne esistono invece di coraggiose o di vigliacche, (ma anche tale giudizio è opinabile) e come lei ben saprà, gli eroi raramente invecchiano.
Comunque, tutti, coraggiosi e vigliacchi, continueranno a borbottare tra sé e sé: “Maremma cane, era meglio la giraffa!”
 
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"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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