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FUGA... DA OTTOBRE


Una vita mediocre, in un appartamento mediocre, con una macchina mediocre, un lavoro mediocre, del tempo mediocre, un passatempo mediocre, degli obbiettivi mediocri… fuori c’è il sole dentro chissà, mica male per iniziare sembrerebbe una catastrofe ma è molto di più, peggio di una tragedia peggio del romeo di Shakespeare. Esco dalla mia casa mediocre a piedi mi giro, sospiro, mi guardo indietro e penso che potrebbe essere l’ultima volta. Il silenzio del tutti che dormono pervade il mio cervelletto e un brivido percuote il corpo per un attimo immobile. [tremo]  Nuvole rapide, scuoto i miei piedi, mi tremano le gambe, percuoto l’asfalto con i talloni e un brivido tutt’intorno, nuvole rapide mi girano intorno, nel vuoto infinito nel non suono della mattina presto, nello stirarsi attonito di un gatto che vedendomi passare abbassa lo sguardo e sbadiglia stirandosi… sarà un giorno di merda anche per lui che dovrà combattere contro i tanti contro che ci ritroviamo ogni giorno… un fulmine pervade il mio io, una luce quasi accecante seguito da un boato, mi fermo davanti il mio mezzo mediocre, lo guardo, lo fisso, apro lo sportello prendo il mio fedele lettore cd portatile, qualche disco, chiudo la porta e lascio le chiavi sul cofano e proseguo diritto, mi infilo lungo la discesa a piedi velocemente, furtivamente con i talloni che al rumore fermo e vuoto dell’asfalto percuoto e vibrano lungo tutta la spina dorsale. Pian piano il passo si alleggerisce, si assesta, ma non mi giro, preferisco non girarmi, non voltarmi o sarei perso un’altra volta di nuovo , e arrivata l’ora di iniziare una nuova vita di dare una svolta ad un quarto di secolo di punte di matite spezzate lungo fogli bianchi, e quindi continuo a camminare. Lungo il mio cammino impazzito in uno scorcio laterale a sinistra vedo la stazione, un miraggio, per un istante solo mi giro, guardo dal basso la salita, sogghigno, rido, sospiro e continuo verso la stazione