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incubi


mi trovo con alcune persone familiari, in un posto vecchio, come se fosse anni fa. sterrato, erba rada, animali da cortile. campagna che si apre oltre.devo decidere, è un BIVIO. sto con le persone che mi sono familiari? oppure vado con lui? non so se tornerei, non so se potrei dare dolore alle persone a me care non tornando più. e se non fingessi bene? potrebbe capire tutto e non lasciarmi tornare indietro. devo essere brava, come quando rubi, sangue freddo, testa alta, in fondo è x una buona causa. è per salvare tante altre persone, mi sacrifico io forse, ma divento la soluzione ad un grosso problema.così, tutti questi ragionamenti in un secondo, davanti al bivio, e decido: vado con lui, mi avvicino. e mi allontano dalle mie persone.ha la testa grossa, occhi duri, labbra serrate, pelato. è rosso in faccia, sarà il vento freddo. è un brutto uomo, ma è affascinante. lo devo ammettere, mi fa paura, ma mi affascina. e non solo perchè so che è BENITO MUSSOLINI.mi avvicino, lo bacio sulle labbra e gli dico 'andiamo allora?' e lui 'sì certo' e mi sembra già meno cattivo.passiamo un cortile. alla mia destra ci sono due recinti. sono pieni di cani, strani. malati, senza pelo, senza arti, moribondi, alcuni seviziati forse. gli chiedo di aspettare un attimo che devo controllare se c'è un cane che conosco. boh. non so che cane possa essere. sono impressionata. mi fa schifo vedere quegli animali nel fango, moribondi, che mi guardano. sì mi fa schifo.arriviamo all'altezza del secondo recinto e qui ci sono dei pazzi. sono rinchiusi qui. c'è una donna, capelli lunghi mossi, vestita di tulle. o forse sono garze? non lo so. è pazza, non vede niente. è deforme. è molto triste, mi sento i brividi e mi ricordo subito del ruolo che devo sostenere con questo uomo. perchè mussolini alla fine è un uomo. e ce la posso fare. penso al contatto fisico che dovrò avere, scaccio il pensiero, perchè mi mette tensione, mi preoccupa molto, cerco naturalezza.ma vede alcune persone importanti, si ferma, parla con loro. intanto non so chi, non ricordo, arriva dicendomi che devo andare, come se una decisione da più in altro mi dicesse che devo abbandonare il campo. mi giro verso mussolini e gli altri, saluto, ma lui non mi sente, insisto, non vorrei pensasse che sono scappata. risaluto.mi rivolge un grande sorriso e mi dice 'ciao mari, ci sentiamo'non ho guardato documentarinon ho mangiato peperoninon sto leggendo libri storicinon assumo drogheboh non so
più o meno nel sogno era così, era solo un pò più sorridente, e aveva il volto arrossato