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paura


sono in una pizzeria come tante, in una via che si trova sul fianco di un monte pieno di vegetazione e stradine varie, illuminazioni carine ai balconi, una bella zona.la pizzeria è tutta rifinita con legno, un ambiente caldo, composto di varie sale.attraversandone una vedo il pizzaiolo che sta per sfornare la mia pizza. e il cameriere aziona il dispenser di sapone proprio sopra la mia pizza e ne fa cadere con sfacciata noncuranza alcune gocce sopra la mia pizza. io mi avvicino e faccio presente che ho visto e che vorrei cambiare pizza, perchè non credo sia salutare. il cameriere un bell'uomo alto, capelli castani chiari, leggermente lunghi e barba di qualche giorno mi guarda malissimo con una luce di inequivocabile e vera cattiveria negli occhi. io ringrazio e faccio per allontanarmi con la brutta sensazione che sia tutt'altro che finita la cosa, vedo che con stizza sbatte e sputa qualcosa sopra la mia pizza. io così, per istinto, faccio per uscire dalla pizzeria ma lui mi segue, dissimula, ma io lo capisco. mi fissa e mi sta seguendo. comincia la mia paura. una paura radicata che mi spinge a correre e a cercare vie di fuga. ripasso attraverso le stesse piante e le stesse luci di poco prima ma ora mi sembrano nascondigli, soluzioni o pericolo.comincio a sentire che non potro' scappare a lungo, ma sento un rumore, lo seguo velocemente ed è il cancello automatico, con ampie volute in ferro battuto, di una zona condominiale, mi infilo per un pelo. si chiude e lui rimane fuori arrabbiato come un demone.suono tutti i campanelli, con il fiatone, leggo dei nomi, nessuno mi dice niente. scende una signora, le chiedo se posso salire perchè un cameriere mi segue, sono vestita male e impolverata, ho elementi che non mi rendono credibile e me ne accorgo subito. mi guarda, scuote la testa va via. e io suono ancora qualche campanello. sono in casa sua, lei ha la mia età, lei mi ha creduta. e vuole provare a proteggermi. io ho ancora paura, ma mi sento poco più forte. le dico che vorrei nascondermi, ovunque e la prego di farmi nascondere perchè sono stremata e sono sicura che arriverà.mi fa vedere una vetrinetta sotto la tv. le dico che va bene, che va benissimo, ci sto in posizione fetale, è piccolissima, ma non c'è claustrofobia, solo un senso di riposo e forse di pace. suonano il campanello, attraverso una trasparenza del mobiletto vedo. è lui. parla e sembra che non creda a quello che gli dice la ragazza che mi ha nascosta. si avvicina al mobiletto. deve avermi per forza vista. chiudo gli occhi e mi immagino la scena: lui apre e mi trova. oppure io apro e lo sorprendo distruggendolo di botte. ora è a terra, ho infilato indice e medio nei suoi occhi, ho sfogato molta rabbia. molti calci. io e la ragazza che mi ha nascosta siamo affannate, ci arrabattiamo per capire come legarlo. una cinta attorno ai polsi e attorno alle caviglie, no, le dico che temo si slacci le caviglie e possa alzarsi. lui è privo di sensi e riusciamo a fare alcune ipotesi, finchè non le dico di prendere un lenzuolo, lo avvolgiamo. non potrà certo srotolarsi. semplice, efficace.  ora non sappiamo cosa farne. fra poco si riprenderà. potremmo chiamare la polizia. nei film lo fanno, ma qui non siamo in un film, mi immagino di raccontare alla polizia la scena della pizza. mi immagino che non crederebbero che questo mi ha inseguita nelle sterpaglie per farmi del male. e ho di nuovo paura. magari mi, anzi ora ci, accusano di  aver ferito una persona, non posso immaginarmi le conseguenze. oppure potremmo dargli fuoco. la rabbia che mi ha fatto provare, la paura e la sensazione di essere finita, potrebbero valerne la pena. ma è giusto? e quante possibilità ho di non essere scoperta? poi omicidio sarebbe decisamente peggio... non so, non so cosa fare.e lui apre gli occhi...