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Free Tibet


Non amo la politica. Mai parlato di politica in questo blog. Mai trattato un argomento tanto sporco, schifoso e ipocrita in queste poche righe che di settimana in settimana lascio in rete. Ma non posso per quei pochi che mi seguono e che io stesso seguo lasciar un pensiero su ciò che attualmente accade in Tibet; sommariamente parlando la Cina ha interdetto la salita all' Everest fino al 10 maggio  per tutelare eventuali boicottaggi alla fiamma olimpica (con quale autorità mi chiedo io!!), evitando salite anche dal versante nepalese (pare sotto lauto compenso economico visto che la giurisdizione non lo permetterebbe)... Da lunedì, giorno dell'annuncio, sono insorte numerose proteste da ogni dove, soprattutto da parte di alpinisti che hanno visto cancellate le spedizioni per cui avevano già pagato e organizzato il tutto (trattasi di molte migliaia di dollari); la questione, però, non è solo organizzativa in quanto ha assunto  soprattutto  valore politico. Molti, infatti, ritengono che la decisione del governo cinese di "isolare" gli alpinisti incaricati di portare in vetta la torcia delle Olimpiadi di Pechino 2008 non sia fondata solo sui motivi di sicurezza addotti nelle comunicazioni ufficiali, bensì piuttosto ritengono che si basi sul timore che qualcuno delle organizzazioni "Free Tibet" possa approfittare dell'occasione per trovare il modo di rivendicare l'indipendenza della regione con eventuali sabotaggi alla salita della fiamma olimpica.Per questo motivo, sembra sempre più probabile che la Cina tenti con ogni mezzo di impedire la salita in vetta anche dal versante Sud (cosa poi oggi accaduta). Sebbene infatti la Cina abbia giurisdizione solo sul versante Nord della montagna, che versa in Tibet, potrebbe cercare di tenere sotto controllo tutta la montagna per evitare di ritrovarsi in vetta qualche dissidente salito dal versante opposto. Nascono così i primi disordini a Lhasa (poi un pò ovunque), oggi purtroppo degenerati in centinaia di morti, numerosi feriti e un mondo  che finge e ignora davanti a uno schifoso regime quale ritengo quello cinese (non prolungandomi sui danni ambientali che creano, sulle torture agli animali, sulla stessa pena di morte!).Ma fortunatamente non erano pochi gli occidentali in Cina e in Tibet in questi ultimi giorni, ed è per loro che il governo cinese ha cercato di chiudere le comunicazioni via Internet, sbarrando YouTube, Google News, e a tratti il Guardian britannico, la CNN e la BBC.Ma le vie di Internet sono infinite e piene di risorse... così alcune fonti, frammentate nel web, hanno riportato dati di dettaglio e testimonianze di prima mano. Su The Christian Science Monitor, si legge la testimonianza di un viaggiatore che riporta il dispiegamento di forze a Lhasa: oltre 200.000 soldati, trasportati da centinaia di camion e schierati a decine a ogni incrocio, ogni angolo o via che sia, completamente armati sin ai denti. Tutte le strade erano bloccate e chi desiderava spostarsi doveva attraversare numerosi chekpoint. Christal Smith, produttrice dello show radiofonico Tibetan Connection, ha denunciato per prima la morte di 300 tibetani uccisi dall'esercito cinese, per lo più monaci dei monasteri di Sera e Drepung. I colpi di arma da fuoco non accennavano a cessare, Lhasa era già sabato scorso una zona di guerra; per quanto il crackdown sulla voce del Tibet sia stato forzato anche in altri Paesi molti  gruppi di attivisti e numerosi blog (tra cui presuntuosamente mi inserisco) hanno continuato nel loro impegno a divulgare quanto la Cina ha cercato di tenere per sé, di quanto questo  regime si permetta di fare e non permettadi fare a troppe persone. Il gruppo Los Angeles friends for Tibet offre resoconti audio e testuali sui recenti avvenimenti; il blog Tibet Uprising pubblica le ultime foto degli arresti in India a Dharamshala, sede del governo tibetano in esilio. Lo stesso Lonely Planet, riporta nei suoi forum alcune allucinanti testimonianze. Il sito della BBC riporta altre testimonianze, molte delle quali esprimono preocupazione per l'assenza di osservatori occidentali. L'esercito cinese infatti si è impegnato a prelevare gli stranieri e  riunirli come bestie in luoghi facilmente controllabili; lo stesso governo "ha invitato" tutti i reporter presenti nella regione a lasciare il Paese, ben prima dello scadere dell'ultimatum (alcuni giornalisti di Hong Kong sono stati imbarcati su un aereo senza mezzi termini) Altri siti offrono invece un servizio unico, ovvero la traduzione dal cinese all'inglese delle informazioni scambiate via Internet in Cina, tramite blog o micro blogging; da qui in generale si capisce quale sia il sentimento nazionale cinese verso il Tibet, ovvero, a dir poco, odio razziale. La questione si è conclusa, almeno per il momento, con un raid casa per casa che ha portato all' arresto di numerosi  sospettati dei disordini dei giorni precedenti: gli arrestati hanno sfilato lentamente, caricati sui camion e costretti a mantenere la testa bassa, a indicare totale sottomissione.Boicottate ogni articolo cinese, ogni maledetto gadget alle cui spalle vi sia un minorenne ridotto a schiavitù lavorativa, boicottate le olimpiadi di Pechino, pensate signori...pensate signore...in foto un monaco ucciso dal regime! scusate per la crudeltà dell'immagine!