il blog del muretto

SOLITA CASSANATAAAAAAAAAAAAAAAA!


Ecco le parole di Cassano...al povero presidente.....(il vecchio di merda) Lo svolgersi dei fatti, secondo l’accusa di Garrone, è agghiacciante per la gravità delle espressioni di Cassano. Quel giorno, nella sala-riunione al primo piano del "Mugnaini", il presidente gli ha chiesto "di presenziare la sera stessa al premio Rete d'argento a Sestri Levante". Al "secco e immediato rifiuto" del giocatore, Garrone domandò: "Perché?". "Perché no". Il presidente ha provato a insistere chiedendogli "di esaudire questo mio desiderio personale", assicurandogli "che sarebbe rimasto solo i minuti necessari alla consegna del premio". Qui Antonio ha tracimato: la Gazzetta si scusa con i lettori per la pesantezza del linguaggio, ma riportarlo aiuta a capire le decisioni successive. Cassano: "Eh sì che io vado a prendere un premio in quella merda di albergo". Garrone: "Ma chi credi di essere?". Cassano: "Perché alza la voce?". Garrone: "Non ho mai alzato la voce con te". "A quel punto — si legge nel documento firmato dal presidente — Cassano si alzò d’impeto ed uscì sbattendo violentemente la porta e imboccò le scale esterne che portano agli spogliatoi". Poco dopo Garrone ha sentito Cassano "che ad alta voce mi gridava "fanculo", affermazione percepita anche da una ventina di tifosi".LA VERGOGNA — L’ira di Cassano riprendeva negli spogliatoi, con "una quantità innumerevole di insulti tra i quali ho percepito di sicuro — spiega il presidente — dei sonori 'vaffanculo', 'vecchio di merda', e 'bocchini' vari", davanti ad alcuni giocatori, "fra i quali Pazzini, Lucchini, Marilungo, Pozzi e Dessena, oltre ad altri tesserati". Garrone segnala che "parte di questo episodio è stata anche sottoscritta da Giorgio Ajazzone (team manager, n.d.r.) e da Alberto Marangon (responsabile della comunicazione, n.d.r.), "i quali riferiscono sia sulla veemenza della reazione sia su alcuni degli specifici insulti ("vecchio di merda" e "fighi de' bocchin!")".SILENZIO-ASSENSO — A ulteriore conferma della veridicità del racconto, si constata che "i fatti esposti" sono "non contrastati e non contestabili dal calciatore". Non solo: il club viene privato "dell’opportunità di ricavare corrispettivi" dalla sua eventuale cessione futura. E ancora: "E’ in gioco la credibilità dell’intero staff dirigenziale e in difetto di una sanzione esemplare tutti i tesserati avrebbero libero diritto di ogni comportamento". La Samp si riserva "in altro e separato giudizio ogni azione per i danni" legati all’immagine lesa dei propri "partner commerciali e sponsor".