Politica e Società

lettera da Gianfranco Guida. Uno spunto, una riflessione.


Ridateci il Natale!Cari amici di Città viva,so che quanto sto per scrivere non è in linea con quanto voi state affrontando nell'ultimo periodo, ma approfitto del canale di comunicazione che offrite per lanciare uno spunto di riflessione. Vedo sempre più spesso, e non vi nascondo la profonda inquietudine che questo mi suscita, un atteggiamento alquanto ambiguo verso il Natale, soprattutto nell'ambito della scuola primaria. C'è un notevole ricorso ad astruse circumlocuzioni per descrivere una festività, il cui contenuto semantico ed esperienziale, rimanda alla tradizione cristiana, ma che, come tale, non può essere più presentata agli scolari, in ossequio ad una sensibilità - o forse sarebbe più corretto chiamarla suscettibilità - "laica". Si parla quindi dello spiritodel Natale, quello per il quale tutti, inspiegabilmente, dovremmo diventare più buoni, ma lo si slega completamente da quella che è l'esperienza della nascita del Dio fattosi uomo. Ma questo, ci dicono sempre più spesso gli educatori, è un messaggio che non si può veicolare, perchè non rispettoso della diversità culturale e religiosa che sempre più caratterizza le nostre platee scolastiche. Intanto però la festa di Natale resta comunque, completamente sequestrata da un cosiddetto pensiero laico che la sta "modificando geneticamente". Allora io, da cristiano, chiedo che ci ridiano il Natale, che lo rilascino e che continuino a farlo essere ciò che è: la memoria dell'Incarnazione di Dio e l'attesa della venuta definitiva di Cristo. Se non se ne può parlare così a scuola, che non se ne parli affatto, risparmiando almeno i nostri piccoli dalla cattiva informazione, per la quale, spesso, sono portati ad identificare Gesù Bambino con Babbo Natale, l'icona più raffinata e ipocrita del consumismo. E dirò di più: se non è politically correct mostrare segni dell'identita religiosa, perchè possono violentare la libertà altrui, perchè non togliere di mezzo le feste di Natale. Le potremmo chiamare feste di mezzo inverno, o della rivincita del sole (un ritorno al passato pre-cristiano!). Che le chiamino in qualsiasi altro modo, purchè il cosiddetto spirito laico mostri chiaramente quello che, ipocritamente, nasconde: l'avversione a quanto richiami Cristo in maniera esplicita e concreta. Vi rinnovo la stima per il lavoro che svolgete e vi ringrazio per la possibilità che offrite di esprimere pareri diversi, pur nel rispetto della vostra identità: questo è quanto ho imparato a chiamare pensiero laico.Grazie!