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iniziamo a parlare dell'Aloe Vera


 UNA TESI UNIVERSITARIA SULL’ALOEDella Dott. Ilde PiccioliStudi chimici Il gel di Aloe vera è un idrocolloide costituito da molti polisaccaridi quali il Glucomannano, presenti in maggiori quantità, galattosio, xilosio, arabinosio, inoltre sono presenti acido uronico, steroli, acidi organici, principi antibiotici, aminoacidi essenziali; stimolatori biogenici ovvero ormoni ad azione rimarginante delle ferite, saponine, vitamine, oligoelementi, antrachinoni, lignina, flavonoidi, ac. Arachidonico, aloenine, aloe ulcina (inibitore della secrezione gastrica) ed infine un polisaccaride ad attività antivirale, scoperto da Bill Mac Analley nel 1985 e da lui denominato Carrysin. La presenza di detto polisaccaride è stata confermata anche in uno studio canadese, a cui è stato dato il nome di Aceman. (Clinical Research 1987). Il medico giapponese Fujita ha trovato la presenza di bradichinasi, enzima responsabile dell’attività calmante, analgesica e cicatrizzante. Nella varietà Arborescens è stata trovata una sostanza definita Aloctina A, una glicoproteina (l. Bioch. 1985) ed altre sostanze biologicamente attive come Aloina, Aloenina, Aloe emodina. Altri autori hanno trovato la presenza di alcaloidi derivati dalla tiramina e della piperidina in diverse specie di Aloe(Planta Medica pag. 58 1922). Altri autori hanno trovato nell’estratto acquoso di Aloe Arborescens antrachinoni, flavonoidi, aminoacidi, zuccheri, minerali in gran numero e ne hanno valutato l’attività immunostimolante sulla perossidasi  e nucleossidasi dei granulociti umani. (Herba Pol. 1988)Studi farmacologiciAloe Vera gel. Alcuni autori hanno messo in evidenza in vitro l’attivazione del complemento umano e dei leucociti PMN e ne hanno testata l’attività immunomodulante. (Planta Medica 55-1989). Altri studi hanno rilevato la presenza di ac. Arachidonico, precursore dei prostanoidi, e di ciclossigenasi endogena, (Planta Medica 57 - 1991), e si sta investigando sulla presenza di prostaglandine endogene di questa pianta. Sembra che la presenza di polisaccaridi giochi un ruolo importante nella riduzione della infiammazione e nella accelerazione della guarigione. Studi recenti hanno isolato da porzioni di foglia, lectine e sostanze lectino simili, con forti proprietà emoaglutinanti e mitogene. Studi farmacologico-clinici di ricercatori canadesi hanno evidenziato che la sostanza Carrysin o ACEMAN presente nell’Aloe barbadensis o vera rinforza il sistema immunitario nei malati di AIDS e frena durevolmente la propagazione del virus HIV. Questo dato è supportato da altri ricercatori e specialmente dal dr. Reg Mac Daniel, che sottolinea come il Carrysin, contrariamente ad altri trattamenti, non possieda alcun effetto secondario negativo. Il dr. Mac Daniel sostiene che il Carrysin neutralizza il virus dell’AIDS trasformando il suo involucro proteico ed impedendo di attaccarsi alle cellule T4 (Clinical Research 1987). I Russi hanno testato l’abilità del corpo umano a resistere alle sostanze tossiche ed incidentalmente hanno trovato che le cavie trattate contemporaneamente con stricnina ed aloe aumentavano la loro sopravvivenza rispetto a quelle trattate con la sola stricnina.E’stata valutata l’attività antinfiammatoria ed antitumorale di Aloctina A, ne è stato studiato l’effetto inibitore sul fibrosarcoma indotto dal metilcolantrene nel topo. Altri autori hanno studiato più dettagliatamente l’Aloctina A e ne hanno valutato le molte proprietà biologiche, come attività emoaglutinante, citocoagulante, effetto antitumore, attività mitogena dei linfociti, attività antinfiammatoria ed inibitrice della secrezione e della lesione gastrica. (Phytot.Research 7-1993). Sembra che, secondo alcuni autori, l’Aloctina A abbia un effetto immunomodulante. E’ stato riportato anche un effetto antifungino in diverse qualità di aloe ed inparticolare Aloe vera e Aloe arborescens su Aspergillus nigrum (Toh Chung Ac. e All. 1985).Applicazioni e studi cliniciIl medico oftalmologo Filatov studiò intensamente la pianta ed arrivò alla conclusione che in essa erano contenute sostanze definite “stimolatori biogenici”, capaci di stimolare le funzioni biologiche dell’organismo e di aumentare considerevolmente le difese immunitarie. (Filatov e All 1948). In seguito il dr. Max Brand tentò di spiegare scientificamente il processo: “gli stimolatori biogenici presenti nell’aloe agiscono tramite il SNC provocando un allungamento del riflesso condizionato e diminuzione della sua forza, fino a sparire completamente, perciò essi rinforzano il processo di inibizione del SNC descritto da Pavlov. Il rallentamento dell’attività della corteccia sotto l’effetto dell’aloe è considerato, dai ricercatori, come un rallentamento terapeutico protettivo: e questo è supportato anche da dati clinici (Wirth. Guerir par l’Aloe ed. w. Ennstheler). Secondo Brand la scoperta di Filatov ha dimostrato che l’uso tradizionale dell’aloe ha un fondamento scientifico. Ancora, secondo Brand, l’aloe influenza positivamente tutte le malattie che hanno un rapporto qualsiasi con i difetti del sistema immunitario come il cancro, la sclerosi a placche o l’AIDS e rinforza considerevolmente la vita delle persone anziane. Un’importante area di ricerca clinica su Aloe vera riguarda il trattamento delle bruciature da raggi X analoghe a quelle atomiche dove sembra che sia l’unica cura efficace. Altri studi riguardano il trattamento di ulcere e dermatosi. Ci sono poi altri studi sull’uso dell’Aloe gel nel trattamento della TBC polmonare focale. Si sta sperimentando questa cura in molti casi di tumore, gli effetti ottenuti sono: attenuazione del dolore, riduzione degli effetti collaterali della chemioterapia e miglioramento della qualità della vita del paziente. E’ inoltre usata con beneficio anche in altre patologie degenerative auto immuni e nella psoriasi. Si stanno raccogliendo a tale proposito casistiche cliniche ben dettagliate affinchè il fenomeno “aloe” esca dalle credenze popolari per trovare lo spazio che gli compete nella fitoterapia.ConclusioniViste le svariate proprietà rilevate dagli studi effettuati, si capisce come l’aloe abbia suscitato un così grande interesse da diventare una vera e propria panacea. Comunque aldilà dell’entusiasmo iniziale si spera che gli studi continuino in modo da poter dare delle risposte positive alle varie patologie e facciano uscire questa pianta dall’empirismo.