Creato da a_drop il 15/07/2011

Scrigno dei Ricordi

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Ciao Whitney

Post n°22 pubblicato il 12 Febbraio 2012 da a_drop
 

 

whitney houston

 

Indubbiamenete in un blog come questo non poteva mancare un post dedicato ad una grande artista, una grande voce, ma una fragile donna che è stata protagonista di un decennio musicale.

Avrei voluto fare un post per ricordare un'artista bella e dannata, come tanti grandi artisti del panorama artistico, avrei voluto ricordare i suoi fasti, le fantastiche canzoni che ha cantato con una voce che incantava, avrei voluto ricordare un meraviglioso fillm che ha fatto sognare tutti girato con Kevin Costner, avrei voluto ricordare a quella cantante che grande poteva continuarlo ad essere nonostante la brutta piega che aveva preso la sua vita....ed invece..

Ed invece devo fare un post per ricordare si una grande cantante, una buona attrice, una donna in continua lotta con se stessa che stanotte ha deciso di non lottare più...

E' morta nel giorno dei Grammy, alla vigilia degli Oscar della Musica: Whitney Houston, 48 anni, una pioggia di statuette, 170 milioni di dischi venduti e una vita da diva che da anni era diventata un inferno, non ce l'ha fatta a spravvivere alla sua fama in declino. La Regina del Pop, la Voce, come era stata nominata. Ma non solo. Anche il Corpo della Musica, lo splendido corpo di "The Bodyguard", il film che ne ha incastonato la carriera prima che la depressione e la droga strangolassero la sua voce e la sua anima.

Whitney si trovava a Los Angeles per partecipare a un evento collegato alla consegna dei Grammy. Il corpo senza vita è stato trovato nella sua stanza d'albergo al quarto piano del Beverly Hilton hotel, a Beverly Hills. A dare l'allarme sarebbe stato il compagno, il cantante Ray-J. L'annuncio della morte è arrivato dalla sua pierre Kristen Forster che però non ha specificato le cause del decesso.

whitney houston



Leggendari i suoi successi, da "How Willi I Know" a "I Will Always Love You", così come le battaglie con l'alcol e gli stupefacenti. E nel mito dello showbusiness è già entrato il suo matrimonio con Bobby Brown, anche quello tempestoso come la sua carriera.

whitney houston bobby brown


All'apice del successo negli anni 80 e 90, viene universalmente riconosciuta come una delle più iconiche e popolari cantanti di tutti i tempi, spesso chiamata semplicemente "The Voice" per le caratteristiche uniche della sua voce, soprannome datole da Oprah Winfrey.

Il suo grandissimo successo negli anni ottanta ha permesso l'apertura di mercati fino ad allora preclusi alle cantanti di colore. Con essi la cantante ha dominato le classifiche mondiali, in particolar modo la Billboard Hot 100, nella quale ha piazzato sette singoli consecutivi alla numero uno, battendo il record di cinque appartenente a Diana Ross & The Supremes ed ai Beatles. Le sue vendite complessive di album, singoli e video è di 170 milioni di copie.

È una delle donne di maggior successo discografico: è la quarta donna per numero di vendite negli Stati Uniti, con circa 55 milioni di dischi certificati dalla RIAA Detiene anche il primo posto nella classifica degli artisti di colore di maggior successo, insieme a Michael Jackson.

Nel 2008 il Guinness dei Primati ha dichiarato Whitney l'artista più premiata e popolare al mondo. L'artista ha guadagnato 6 Grammy Awards e detiene il record per numero di American Music Awards, avendone ricevuti 22 in tutto.

Whitney Houston è stata inserita alla 34a posizione nella lista dei 100 cantanti più grandi di tutti i tempi della rivista Rolling Stone.

Dopo un periodo di declino negli anni 2000 dovuto a durissime vicende personali e cause legali contro l'ex marito, nel giugno 2009 la casa discografica Arista Records ha annunciato il nuovo album di Whitney dal titolo I Look To You, pubblicato il 28 agosto 2009 in Italia e in Germania e negli Stati Uniti il 31 agosto.

Si converte all'Islam nel febbraio del 2012, pochi giorni prima di morire.

Nel 1992, debutta al cinema, con il film La guardia del corpo, coprotagonista con Kevin Costner. Il brano portante della colonna sonora, I Will Always Love You, cover di un pezzo di Dolly Parton, ottiene un ineguagliato successo planetario. La colonna sonora del film diventa la più venduta di tutti i tempi, con 42 milioni di copie in tutto il mondo.

whitney houston kevin costner

Withney aveva la musica nel suo Dna, cugina di un'altra grande, Dionne Warwick, figlioccia di un mito chiamato Aretha Franklin. Poteva avere tutto e tutto aveva avuto. Poi il declino, la depressione, le droghe appunto e il ritorno alla fine degli anni 2009, quel "I Look To You" che la riporta ai primi posti delle classifiche. Sembra rinata davvero e confessa in tv da Oprah Winfrey che sì, aveva fatto uso di droghe, ma adesso era pulita, era tutto finito. Poi nella primavera scorsa un'altra ricaduta, l'ennesimo centro di riabilitazione, i soliti paparazzi che in vent'anni l'hanno inseguita prima bellissima e poi con quel faccione irriconoscibile.

"Withney, riposa in pace, non ci sarà mai più un'altra come te": così, sulla sua pagina Facebook, Lenny Kravitz ha aperto i necrologi vip. "Ho il cuore spezzato e sono in lacrime per la morte scioccante del mio amica, l'incomparabile Whitney Houston ", ha scritto la cantante Mariah Carey su Twitter.

E' stata la diva che ha segnato il nuovo soul: l'anello indissolubile tra la generazione delle Aretha e Diana Ross a quella di Beyonce e dintorni. Le ultime cronache di qualche giorno fa. Doveva ereditare il trono di Paul Abdul a "X Factor": da regina della musica a regina del reality show della canzone. Strappata, nella morte, dall'ultima umiliazione
.

 

whitney houston

 
 
 

La trottola

Post n°21 pubblicato il 25 Gennaio 2012 da a_drop
 

 

 

 

trottola anni 80

 

Questo gioco era popolarissimo in passato, si trova tutt'ora nelle versioni più moderne, ma penso che quella che più ci scalda il cuore con il suo ricordo era quella di latta, la famosa trottola, alzavamo il manico e lo tiravamo giù velocemnte un sacco di volte, e più girava e più a seconda del modello faceva cose strane, c'era quella che fischiava, quella che faceva le luci, quella semplice che non faceva niente e che con il semplice girare spariva il disegno e rimaneva solo un'arcobaleno di colori

 

trottola in movimento  

trottola giocattolo anni 80trottola giocattolo

 

Quelle moderne invece sono completamente diverse, sono elettroniche con il solo meccanismo per azionarle che resta manuale, ma quello che fanno ha dell'incredibile, a volte forse potrebbero essere paragonate più ad astronavi.

trottola giocattolo

trottola giocattolo trottola giocattolo

 
 
 

I Righeira

Post n°20 pubblicato il 21 Agosto 2011 da a_drop
 

 

i righeira  scrigno dei ricordi

 

Se si parla di anni ‘80 è impossibile dimenticare Michael & Johnson Righeira, la coppia di fratelli che ci ha fatti ballare sulle note di tanti successi estivi.

Michael & Johnson, al secolo Stefano Rota e Stefano Righi, nati entrambi negli anni ‘60, si conoscono tra i banchi di scuola.
Insieme frequentano l’ambiente underground torinese fino al 1981 quando, stanchi del semplice rapporto di amicizia, decidono di diventare fratelli. E’ proprio nell’81 infatti che i due iniziano a mettere in cantiere i loro progetti per sfondare nel mondo della musica. In soli due anni si ritrovano ad incidere, in uno degli studi più prestigiosi di Milano la canzone che è diventata una delle icone degli anni ‘80: Vamos A La Playa.

Durante l’83 la canzone diviene un vero e proprio tormentone.
Il suo punto di forza è l’innovativa freschezza sonora, l’ammiccamento latineggiante del testo, il riferimento costante all’estate e al mare, il tutto condito dalla simpatia e dalla stravaganza di due fratelli sui generis.
Enorme la quantità di copie del disco vendute.

Successivamente, nell’84 esce il loro primo LP che è lanciato dal successo, ancora una volta latino, di No Tengo Dinero.
Ma la loro vena artistica ancora non è finita, poiché spopolano anche l’anno successivo, nell’estate dell’85 con un’altra hit, L’Estate Sta Finendo, stavolta tutta in italiano.
I due infatti vincono anche l’edizione del Festivalbar.
Di questo brano, per non smentirsi, incideranno poi anche una versione in spagnolo ed una più soft.

i righeira festivalbar

L’anno dopo, nell’86, i Righeira si presentano al Festival di Sanremo con Innamoratissimo, ma non riescono a convincere pubblico e giuria, malgrado il motivetto easy.

A questo punto il successo dei Righeira inizia ad offuscarsi e la loro vena creativa langue, anche se hanno ancora prodotto altri tre grandi successi, almeno dal punto di vista commerciale: nel 1988 tornano allo spagnolo con Companeros, l’anno successivo con Garageamos, per finire il decennio con la gradevole, e sempre estiva, ma stavolta in italiano, Ferragosto nel 1990.

Dopo di allora, le sorti dei due fratelli hanno preso strade differenti: Michael si è dedicato ad un progetto dal nome Anima Mundi, sulla scia della musica ambient, mentre Johnson pare abbia avuto problemi con la giustizia.

righeira vamos a la playa

Nel 2001 i due tornano ad esibirsi insieme e a fare musica: partecipano a trasmissioni televisive di revival degli anni ‘80 e pubblicano un cd con ben sette versioni remixate di Vamos A La Playa, e oggi può capitare di ritrovarli in cartellone tre gli ospiti delle manifestazioni estive nelle località balneari.

i righeira oggi

Forse un po’ invecchiati, ma sempre stralunati ed eccentrici e capaci di trasmettere in maniera ineguagliabile la voglia di vacanze e di divertimento attraverso le note delle loro canzoni.

 
 
 

Pastiglie Valda

Post n°19 pubblicato il 21 Agosto 2011 da a_drop
 

 

pastiglie valda

 Così piccola...

...così grande!!!

 

pastiglie valda 

 

So che magari sarebbe stato più appropriato fare questo post in inverno, ma non ne ho potuto fare a meno, ieri sono andata ad una festa di paese..e rivederle in un banco di dolciumi ha riacceso un lumicino nella mia testa...

 

E' una caramella prettamente invernale, della quale non si può proprio fare a meno, come il Vicks e la Citrosodina. Cura un pò tutti i mali, dalla tosse al raffreddore, al mal di gola, che non è vero niente, ma ti basta succhiarla un pò per sentirti già meglio. Esistono due scuole di pensiero: c'è chi la consuma singolarmente, una per volta, e chi invece, a due a due. Già la scatola di latta è un must, ne puoi fare collezione, se vuoi, e tenerci i bottoni, i marcapunti, gli spilli, se ne possiedi. Aprire la scatoletta, ruotandola leggermente e sollevandola con grazia è già puro piacere, anzi, il piacere inizia già da prima, quando si sente dal fondo della borsa uno sbatacchiare discreto, che ti fa ricordare che sono lì, Vuoi Una Caramellina? La pastiglia Valda si estrae dalla sua sede con eleganza, a due a due, appunto, perchè quella è l'unità di misura, uno vuol dire due, da mettere insieme e far combaciare la base con millimetrica precisione, ci hai fatto caso, sono fatte a pino, dimmi che non lo sapevi. Essa, la pastiglia, si lascia sciogliere con pazienza, si toglie via tutto lo zucchero e si attende l'esplosione della menta che non tarderà ad arrivare. Mia nonna mi diceva Disinfetta, e in realtà la sensazione è proprio quella, l'aroma deciso di clorofilla e erbe balsamiche si sprigiona con deliziosa sfacciataggine e rende il nostro respiro corroborato, salubre, balsamico, appunto. Non importa se hai il raffreddore o non ce l'hai, la Valda si presta a una quantità di giochini che conoscono tutti, tipo quello di succhiarla un pò e poi mettersela al dito come uno smeraldo, come faceva la mia compagna di banco delle elementari, oppure tracannarci un bicchierone d'acqua subito dopo, per provare quella sensazione di vuoto glaciale che si ha dopo un esperimento come questo. Son cose. Ma la vera magia è quando le pastiglie sono finite e sul fondo della scatola rimane tutto quello zuccherino mentoso, e allora, col dito, si compie una circonferenza tutt'intorno e poi, a piccolissimi, impercettibili colpetti, si raccoglie con l'indice, che si succhierà con grande contegno. Certo, ci vuole allenamento. Da farsi al chiuso, però, e senza spettatori, che simili esercizi in pubblico, signora mia, non è mica tanto elegante sa?

 

 

 
 
 

Blade Runner

Post n°18 pubblicato il 26 Luglio 2011 da a_drop
 

 

blade runner scrigno dei ricordi

 

Ho tirato fuori dallo scrigno dei ricordi il mio film cul,
il film che ha segnato la mia adolescenza,
un film che ha dettato una delle verità più assolute sul genere umano,
ha fatto capire l'imperfezione dell'uomo,
la sua fragilità, la sua vulnerabilità.

blade runner harrison ford

Film ambientato sulla Terra, nell' anno 2019.
Fiamme, fumo, ombre. Un conflitto mondiale ha provocato immani disastri, intere specie animali sono andate perdute, l'uomo è fuggito nelle colonie extramondo. Una coltre di polvere oscura il cielo. Nebbia, pioggia e ancora buio. Raggi di luce.
Los Angeles, anno 2019.
L'ingegneria genetica, meraviglia della Tyrell Corporation, è progredita al punto da creare i replicanti, simulacri perfetti dell'uomo, più intelligenti e più abili, ma meno longevi. Sono poco più che schiavi, impiegati in lavori di colonizzazione che l'uomo non potrebbe mai sopportare. Non hanno passato né futuro. I loro ricordi sono un mero innesto, memoria di persone che non conoscono. Per motivi biologici hanno solo pochi anni di vita. Sono artificiali, e alcuni non sanno nemmeno di esserlo.
Un gruppo di replicanti si impossessa di uno shuttle, fugge da una colonia e torna sulla Terra. Vogliono solo capire, vogliono più vita. L'ex-poliziotto Rick Deckard (Harrison Ford) si mette sulle loro tracce: una pista difficile da seguire, quasi priva di indizi, pericolosa anche per un veterano come Deckard. In totale ci sono quattro replicanti da eliminare, modello NEXUS 6, capitanati dal leader Roy Batty (Rutger Hauer). Questa non era chiamata esecuzione, era chiamato ritiro.
E' l'inizio di Blade Runner, film culto e capolavoro del cinema di fantascienza, diretto da Ridley Scott (Alien, Il gladiatore) nel lontano 1982. La storia è ispirata al romanzo Do Androids Dream of Electric Sheep? (Ma gli androidi sognano pecore elettriche?) di Philip K. Dick, 1968. Alla realizzazione del film ha collaborato lo stesso Dick come soggettista, non potendo però visionare il risultato finale a causa della morte prematura avvenuta poco prima l'uscita della pellicola.

 

blade runner


Ridley Scott si impegna a fondo e riesce completamente nell'intento di creare un futuro post-atomico, degenerato, in perfetto stile cyberpunk. La regia segue ritmi lenti, con ampie vedute e qualche stacco improvviso. Scott non ha fretta e lascia allo spettatore il tempo di apprezzare la splendida scenografia del film, opulenta e finemente dettagliata. L'atmosfera che impregna la pellicola è opprimente, angosciante, dai toni estremamente noir. Un'eccezionale fotografia rende macabra la città di Los Angeles, dando un'idea di sporcizia, di depravazione, di un futuro corrotto  dall'istinto di sopravvivenza. I personaggi sono reali, enigmatici, dotati di spessore e pertanto credibili. Colpiscono le espressioni dubbiose, gli sguardi profondi e le parole evocate da lunghi silenzi. E colpisce sopratutto la sensazione di disagio in cui tutti paiono trovarsi.
Blade Runner affronta tematiche innovative per il suo tempo, come ogni precursore che si rispetti. Oggi, a venti anni di distanza, viene valorizzato dalle questioni morali implicate dal fenomeno della clonazione, almeno in parte riconducibile ai temi trattati nel film. Lo slogan della Tyrell Corporation, "più umano dell'umano", diviene l'egida con la quale la scienza si giustifica, dando una parvenza di lealtà ai propri fini. La Tyrell rappresenta l'ambizione dell'uomo intellettuale, ostacolato solo e sempre da limiti tecnici e mai coscienziosi, un uomo che interpreta la vita alla stregua di un esperimento da laboratorio. E l'esperimento non fallisce. A fallire è la sua integrità morale, è l'utopia di un futuro retto da ideali positivi. Rick Deckard, ex-killer, non esita e compie il suo lavoro, ma è assalito dai dubbi di star uccidendo senza giusta causa, di star uccidendo qualcuno "più umano dell'umano" che, in quanto tale, reclama il diritto alla vita.
Blade Runner appartiene a quel filone della fantascienza "seria", forte di contenuti ideologici e filosofici. E' un film amaro, alla prima visione se ne esce intrisi di sensazioni torbide ed indefinite, e con qualche domanda in più. E' l'arte a distinguere Blade Runner dal marasma di film che ne hanno tratto ispirazione. Semplicemente l'arte di saper creare.

 

blade runner scena finale scrigno dei ricordi

 

La sua frase storica:

" Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi

Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione
E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo
Come lacrime… nella pioggia…

È tempo di morire…"

 

 
 
 
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