Astral Night Reverie

Artful Plan


 -Vedi, c'è una cosa che noto sempre, c'è un tratto comune in tutti quelli che vengono da me a chiedere un favore.Trevor Stabler abbassò un listello della veneziana ed un fascio di luce bianca gli invase il volto.Richard Glance rimase in silenzio attendendo il prosieguo. Era sempre un po' in imbarazzo quando chiedeva un piacere a qualcuno. Ma Trevor Stabler riusciva a metterlo ancor più a disagio, nonostante fosse un caro amico di suo padre. Forse era per il suo aspetto austero, forse per i suoi modi un po' all'antica, così distanti dai rapporti attuali - quelli 2.0 - fatti di tastiere, email e social network. Trevor Stabler, invece, era tutto penne e pezzi di carta, telefonate e macchine da scrivere. Era sempre stato restio ad aprirsi alle nuove tecnologie ed aveva accolto il pensionamento come un sollevamento da un processo che si rivelava ormai irreversibile per il suo lavoro e per la società comune. Questa sua reticenza era percepita da Richard come un'ostacolo che rendeva ancor più spesso il muro che li divideva, che ampliava ancor più  i trenta e passa anni di distanza che li separavano. Nonostante il gap generazionale, Trevor Stabler aveva una predilezione per Richard, lo considerava come il figlio che non aveva mai avuto. Da quando il padre di Richard era morto, aveva rappresentato per lui più di un punto di riferimento.-Sai, quarant'anni di esperienza nella polizia mi hanno insegnato una cosa: quando qualcuno viene a chiederti un favore, quel favore non è mai personale. In mezzo c'è sempre qualcun'altro. E spesso quel qualcun'altro è una donna. Richard sorrise, abbassando lo sguardo sul pezzetto di carta arrotolato su cui aveva annotato la targa della macchina di Andrea Leitner. -Insomma, se ho capito bene vorresti qualche informazione su questa donna. Trevor Stabler inforcò gli occhiali rettangolari da presbite, sistemandoli con cura sulla punta del naso ed accennando un sorriso compiaciuto, come a sostenere l'infatuazione, o presunta tale, del suo interlocutore. -Beh mi piacerebbe sapere dove abita Tirò fuori tutto d'un fiato Richard Glance, rompendo gli indugi e buttandosi alle spalle tutta la timidezza, tutto quel timore che la figura austera di Trevor Stabler gli infondeva. -Sai che una ricerca di questo tipo non sarebbe legale. A meno che,.... a meno che non ci siano delle motivazioni valide. Che so, un sospetto o, meglio, una flagranza di reato... Trevor Stabler diventava tenebroso quando assumeva quel tono paternale, di rimprovero. Sembrava il padre che sciroppava una lunga ramanzina al figlioletto. -... Ma per tua fortuna conosco le persone giuste. Vedremo cosa si può fare. Quando Richard Glance abbandonò casa Stabler, fu assalito da una nuvola di pensieri.Riflettè su cosa si provava nel vedere la donna oggetto delle proprie attenzioni in compagnia di un altro uomo. Pensò a quel brivido freddo, a quella cintura di ghiaccio che si arrotola lungo i fianchi nel momento in cui si vede la "propria" donna sorridere, conversare, avere banali contatti fisici con un altro individuo di sesso maschile. Richard Glance si trovò a dover fare i conti con un sentimento per lui nuovo. Represse quella fiammata di gelosia, quella puntura di orgoglio affondando il viso nel bavero del cappotto. Poi guardò indietro alla sua vita, alla sua esistenza perfetta fatta di ufficio fino a sera e cene domenicali nella tenuta di campagna. Richard aveva rincorso per tutta una vita certi standard: stipendio con diversi zeri, auto tedesca, vacanze estive al caldo della Spagna. Ora, alla soglia dei quaranta, aveva tutto questo e molto altro. Guardandosi dentro, adesso, si sentiva appagato, privo di stimoli. I suoi traguardi avevano rappresentato una corsa contro il tempo, una bandierina rossa che, di volta in volta, aveva appuntato al suolo della vittoria.C'era un solo traguardo che non aveva mai perseguito, o meglio rincorso con una certa sistematicità: una compagnia femminile. Aveva certamente avuto le sue storie: Betsie Gilmour l'aristocratica un po' snob di Liverpool Streeet, o Suzie Furnish la biondina equivoca di Soho, oppure Margaret Stein l'annoiata segretaria della City. Tutte storie instabili o occasionali che non potevano essere classificate come "innamoramenti". Perchè si, Richard Glance non poteva dire di essere stato mai innamorato di una donna. Infatuato si, diverse volte. Ma l'amore era un'altra cosa. Richard Glance non era mai stato innamorato, almeno finché i tacchi di Andrea Leitner non gli avevano rintoccato nella testa come una campana di bronzo, finché le sue forme - orologi morbidi ed allungati - non gli avevano dipinto negli occhi un quadro surrealista di Dalì.Quindi l'amore, l'amore ed un piano per conquistarlo. Ma Richard Glance non voleva prostituire il suo intelletto ad una strategia banale, ad un inflazionato "Piano A", tutto rose, inviti a cena e cioccolatini. No, Richard Glance nutriva una passione smodata per le strade piene di curve, quelle da percorrere con una fuoriserie sportiva. Non lo attiravano i lunghi rettilinei, ampi e sgombri. Prima di lasciarsi sopraffare dai vapori caldi di Andrea Leitner voleva capirci qualcosa di più, prendere alla larga la donna sofisticata dal vestito nero. Insomma, Richard Glance era convinto che la strada B lo avrebbe portato ugualmente a  destinazione, seppur in  maniera meno eclatante.Meno eclatante ma più seducente.Proprio come Andrea Leitner.