Astral Night Reverie

What Lies Beneath


 "Cari signore e signori, sappiate che ci sarà un giorno, un giorno non lontano, in cui tutto questo caos, tutto questo insulso viavai di bipedi senzienti avrà una fine. Perchè, secondo voi, cosa sono, in definitiva, gli esseri umani? Cosa sono quegli insignificanti, buffi animali che camminano goffi, senza peli, grassocci e flaccidi. Cosa sono, se non una somma di quiddità, un'accozzaglia di pensieri stratificati, di confusi arabeschi che si rincorrono in quella curiosa cella frigorifera chiamata cranio."Carlos chiuse il libro e lesse il titolo "Elogio Della Natura Umana" di Mark Asprey. Poi alzò lo sguardo, lanciando un'occhiata di sfida all'immensa biblioteca domestica di Andrea Leitner. Ogni volta che si recava da lei e doveva attenderla per la canonica mezz'ora necessaria affinchè "si rendesse presentabile" (almeno così la bionda teutonica soleva etichettare le lunghe assenze pre-riunione), si avvicinava a quella sconfinata parete a scaffali con aria corrucciata, sospesa tra la curiosità ed il rispetto per quell'ostentato oceano di cultura e sceglieva, sceglieva a caso un libro. Affondava le natiche nel soffice divano bianco in pelle e leggeva. Testi filosofici, saggistica americana, romanzi inglesi.Nonostante fosse passato dall'inquieta San Sebastian ai campi londinesi da quasi un decennio, Carlos aveva mantenuto qualche piccolo problema con la semantica della lingua dei discendenti di Shakespeare. Inoltre, non aveva mai perso il suo marcato accento ispanico, il suo aprire le vocali, il suo soffermarsi sulle consonanti, tipico di chi non è madrelingua. Quanto ai tratti somatici, beh, quelli, a meno di un clamoroso intervento estremo di chirurgia estetica, era impossibile che li cambiasse. Così, Carlos Ruiz era una sorta di piccola macchietta, di scontato stereotipo latino. Cultura quanto bastava, poco più che scolastica conoscienza dell'inglese, appeal moresco che calzava su un fisico da indossatore.Tutt'ad un tratto, una scia di fragranza al sandalo invase l'aria. Era il segnale. La figura di Andrea Leitner scivolò soffice attraverso l'arco che dal corridoio immetteva nel salone.-Puoi prenderlo se ti piace. Non so se è il genere di lettura che può attrarti, ma puoi prenderlo. Mark Asprey è un arguto saggista, nei suoi libri sono incastonate tante verità sugli esseri umani, sulle loro miserie, sui loro atti più spregevoli. Bisognerebbe rifletterci su. Io credo che sia io che tu potremmo trarne preziosi insegnamenti. Perchè tutti noi abbiamo qualcosa da nascondere, qualcosa di cui ci vergognamo. Non è vero, Carlos?Carlos posò di scatto il libro accanto a sè sul divano e prese a guardarlo un po' da lontano, con riverenza. Poi si riebbe e rientrò nei suoi panni.-Veniamo a noi. Non capisco tutta questa urgenza, Andrea. Sai che oggi sarebbe stata una giornataccia per me.... - tagliò corto.-Caro mio, fosse per te le cose si farebbero sempre il giorno dopo. Con comodo e senza fretta. -Ma non vedo perchè...-Senti Carlos, inizia a stufarmi il tuo atteggiamento lassista. Già ci hai messo nei casini... Lo sai, si?Andrea tirò infastidita dalla Galoise.-Ora ascoltami - esortò soffiando una scia di fumo -Ascoltami bene....Anzi no. Sai che ti dico? Non c'è bisogno che tu lo faccia, perchè da oggi in poi si farà come dico io. Non possiamo più permetterci passi falsi. Andrea spense con violenza la sigaretta ancora  a metà nel grande posacere di onice che campeggiava sull'elegante scrittoio in mogano.-Dunque, le cose stanno così. Entro l'ora di pranzo avremo i soldi. E sistemeremo quella faccenda. Poi, per quanto riguarda quell'altra questione. Beh, ci devo ancora pensare. Ho delle buone carte in mano ma devo giocarmele bene. E per giocarmele bene devo riflettere. E per riflettere ho bisogno di tempo. Prendere tempo. Ecco cosa dovrai fare tu. Prendere tempo. Questo è compito tuo.-Sai bene che Mr. Li non ha la minima intenzione di concederci altro tempo....-E allora cosa vorresti fare, fammi capire? Insomma Carlos, siete entrambi uomini.... Usa un po' d'immaginazione, diamine! Che so invitalo a cena, portalo in uno strip-club, fallo bere. Ecco tieni cinquecento sterline: fatti venire una buona idea e fallo divertire.Poi Andrea prese un foglio di carta bianco e scrisse poche righe. Lo piegò con cura e lo mise in una busta.-Apri bene le orecchie. Dopo pranzo andrai in banca e ritirerai i quindicimila. Li metterai in questa valigetta con questa lettera dentro. Alle quattro e mezza in punto hai appuntamento al solito banchetto del mercatino di Camden con chi sai tu. Mi raccomando: massima puntualità. E non ti sbagliare come l'ultima volta: devi prendere la Northern Line, la linea nera. La fermata è Camden Town, non Camden Road. A Camden Road ci si arriva con l'arancione.... Tu devi prendere la nera... Hai capito? La nera...