Astral Night Reverie

Russel


In ufficio le cose non sembravano migliorare di molto: seguendo il consiglio di Mr Honney, avevo deciso di puntare su una decina di piccoli affari ogni settimana e riuscivo a concluderne almeno sei, ma ero ancora al di sotto del mio standard e delle aspettative di tutti, qualcosa che non andava c'era ancora, ma non potevo puntare a vita su piccoli investimenti, di cui spesso mi occupavo prima di diventare consulente finanziario. Con il mio nuovo ruolo dovevo puntare più in alto, non potevo farmi spaventare dei primi intoppi che avevo trovato negli affari più grandi. Questo era il mio mantra, il mio martello pneumatico mentale. Me lo ripetevo decine di volte al giorno.Quel mattino mi avevano telefonato due aziende dicendomi che rifiutavano la mia offerta. Pochi attimi dopo la telefonata, avevo fatto una piccola indagine e avevo scoperto che l'azienda rivale alla nostra si era aggiudicata entrambi i clienti grazie a Russel Liod, l'uomo odiato che era da sempre stato il mio rivale e che, per la sua azienda, copriva il mio stesso ruolo di consulente finanziario già prima che andassi a lavorare a New York.Me ne stavo immobile, disteso sul divanetto a guardare il soffitto, tormentando tra le mani una pallina anti-stress che mi aveva regalato Francesca. Mi chiedevo come mai Liod era diventato all'improvviso così brillante tanto da riuscire a battermi negli affari, cosa in cui non era mai riuscito nemmeno prima della mia promozione. La cosa, ovviamente, mi dava molto fastidio. Gli ultimi fallimenti di cui ero stato "vittima" erano tutti firmati da lui.***Durante l'anno precedente avevo partecipato a un evento di beneficenza, il mio capo mi aveva chiesto di accompagnarlo anche per presentarmi a un po' di persone. A quel party c'era molta gente che contava nell'ambiente economico newyorchese, era una buona occasione per affacciarmi al mondo del business e dei ricconi, magari iniziare a simpatizzare con qualche futuro cliente e squadrare qualche nemico.Ero con Mr Honney al tavolo del buffet a sorseggiare del vino bianco quando lui mi sorrise e abbasso la voce "Si sta avvicinando una persona, non abbassare mai la guardia con lui". Sul momento non capii di cosa volesse avvertirmi, pensavo fosse una battuta, ma ebbi modo di scoprire ben presto il vero significato di quelle parole.Si voltò verso un ragazzo in smoking ormai prossimo a noi e, con il tono tipico dell'americano esuberante (quello che ormai conoscevo come la sua maschera di cordialità esagerata verso i nemici), gli strinse energicamente la mano "Mio caro Russel! Come stai?""Buona sera Mr Honney, bene grazie, lei?"Il mio capo sfoderò un sorriso esageratamente ottimista "Benissimo, mio caro, benissimo!" poi con un braccio mi cinse le spalle "Lascia che ti presenti Alessandro Neri, il mio prezioso collaboratore", mi guardò "Alex, lui è Russel Liod, avete quasi la stessa età"Russel mi fissò negli occhi mentre mi stringeva la mano "Ho molto sentito parlare di te, finalmente ti conosco!"Sorrisi, stavo per pronunciare qualche frase di circostanza, ma non ne ebbi il tempo."Mi spiace che la tua fama debba provenire da miglioramenti che avevo apportato io a quelle aziende, sono sicuro che sei in gamba, devi solo riuscire a mettere in mostra le tue capacità" mi disse, travestendosi da mentore.Era la prima volta che lo incontravo, ma avevo sentito spesso il suo nome sulle labbra dei colleghi, loro lo etichettavano come un tizio furbo, ma incapace di fare il proprio lavoro, andava avanti sfruttando i suoi collaboratori e cercando colpi di fortuna. Rimasi spaesato dalla sua accusa, mi aveva appena conosciuto e già cercava di intimorirmi o vendicarsi prendendo in modo subdolo, su di se, i miei meriti? Come si permetteva? Stavo per dirgliene "quattro" ma intervenne Mr Honney (che fiutava già tutto il mio fervore da italiano doc). Sempre sorridendo, il mio capo gli mise una mano sulla spalla come a consolarlo "Ma Russel, molte compagnie sono state svecchiate dal mio Alex, che non si permetterebbe mai di fare i tuoi stessi investimenti, diciamo così, sfortunati, ma non è colpa tua". Poi ci congedammo da lui, che era rimasto impietrito.***Capii così che Russel faceva parte di quel gruppo di persone che tendono a prendersi meriti che non hanno, per non ammettere di aver fallito.Prima della mia promozione ero riuscito a sottrargli più volte alcuni piccoli clienti che, dopo essersi sottoposti agli infruttuosi consigli di Russel, erano diventati, grazie a me, piccole stelle nascenti dell'industria e del commercio. Che avesse cambiato tattica di approccio e ragionamento? Ma, così facendo, non avrebbe ammesso di aver sempre sbagliato metodo? Forse, era cambiato.Ero immerso in queste riflessioni quando bussarono alla porta; chiusi gli occhi, non ero dell'umore giusto per ricevere clienti, infatti avevo chiesto a Julia di non fissare appuntamenti quel mattino, non mi premurai nemmeno di alzarmi dal divano, assunsi un tono di voce freddo e distante "Chi è?""Sono Julia, hanno portato un pacco per lei"