starman2006

LA STORIA DI BRISKO PER CONTINUARE A SPERARE


Pubblico questa storia presa da Repubblica.it perchè così possiamo capire meglio che responsabilità abbiamo come occidentali nei confronti di centinaia di milioni di persone nei paese impoveriti che non hanno accesso ai farmaci con cui curarsi.Siccome la storia ha un lieto fine la dedico ad  una donna coraggiosa di nome V. che tra poco si sottoporrà ad un delicatissimo intervento nonchè una difficile rieducazione.Vai V.  sei tutti noi!LA STORIA DI BRISKO che lotta contro l'Hiv-MALAWI.Vivo in un villaggio che si chiama Chilembwe con mia nonna. I miei genitori sono morti quando ero piccolo. Nessuno mi ha mai detto come sono morti (AIDS)e io non ho chiesto. Non ricordo mia mamma: quando è morta ero così piccolo che ancora non camminavo. Mio padre è morto quando avevo 6 anni. Ora è mia nonna a occuparsi di me: ogni giorno prepara il cibo per me e mio fratello ed è lei che mi ricorda quando devo prendere le medicine. Mia nonna è una persona molto importante per me.L'anno scorso ho iniziato a stare molto male. Persino mangiare era diventato difficile per me. Mi sentivo debolissimo e per un anno non sono andato a scuola. In questa foto ho ritratto il materasso su cui sono stato sdraiato per un lunghissimo anno! Mia sorella mi è stata sempre vicina e ogni tanto mi incitava ad alzarmi e a prendere un po' d'aria. Mi costava molta fatica tirarmi su anche con il suo aiuto. Anche mia sorella stava male. Ogni volta che veniva a trovarmi vedevo che era sempre più magra. Volevo aiutarla ma ero troppo debole. Un giorno mentre ero sdraiato sul letto mia nonna è entrata e mi ha detto che mia sorella era morta. Non sapevo di cosa era morta ma mi sentivo terribilmente triste e solo. L'anno scorso tante persone sono morte di Aids nel mio villaggio e in quelli vicini. E'stato il periodo più duro della mai vita. Ma il pensiero di poter un giorno tornare a scuola mi dava la speranza. Un giorno è arrivato mio fratello e mi ha detto che mi avrebbe portato all'ospedale. Io mi chiedevo come avremmo fatto: l'ospedale è molto lontano e io ero troppo debole per camminare. Ma mio fratello non è HIV positivo ed è abbastanza forte così mi ha portato all'ospedale con la sua bicicletta. All'ospedale il dottore mi ha subito fatto iniziare una cura con gli antiretrovirali e mi ha spiegato bene quanto era importante prenderli sempre: tutte le mattine e tutte le sere. Mi ha anche detto che prima di prendere le medicine devo lavarmi bene le mani. Prendo le medicine da un anno e mi sento bene. Prendo le medicine tutte le mattine. All'inizio era difficile perché le pasticche sono molto grandi., ma ora ci sono abituato. Ogni due mesi vado all'ospedale per fare un controllo e per ricevere i farmaci. Impiego 4 ore all'andata e 4 al ritorno. Mia nonna viene sempre con me. Da quando ho iniziato a prendere gli antiretrovirali la mia vita è ricominciata! Sono tornato a scuola e posso di nuovo lavorare in giardino raccogliendo frutta e fiori. E posso giocare a pallone con i miei amici. Il calcio è il mio gioco preferito…e sono il più bravo tra i miei amici. Nel mio villaggio coltiviamo verdura, patate dolci, mango, papaia, avocado e altri frutti. Ma a volte non c'è cibo a sufficienza e così andiamo a letto con lo stomaco vuoto. Ogni mese alla clinica di MSF mi danno la mia razione di farina così che io possa rispondere meglio alla terapia. Questi sono i miei tre amici più cari(foto). A loro piace giocare a fare la lotta. A me no: preferisco il calcio. Quando ero all'ospedale e sono risultato positivo all'HIV loro sono venuti a trovarmi. Quando io non ero presente mia nonna ha detto loro che sono sieropositivo. Ma nella nostra amicizia non è cambiato nulla.  Leggo molto la Bibbia eé prego molto. Chiedo a Dio di prendersi cura di noi e di darmi energie per ogni nuovo giorno. Chiedo anche a Dio di darmi cibo sufficiente. Il mio sogno è diventare prete.