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Leggendo qualche notizia qua e là sul web una in particolare mi ha colpita. Ormai credo si sappia la vicenda del sequestro ad opera della guardia di finanza dello yacht appartenente ai coniugi Briatore-Gregoraci. Pare in effetti che il nostro eroe abbia evaso tasse per un valore pari a quattro mln di euro, più le accise: 800 mila euro. Fin qua nulla di strano, panfilo (a tre piani con piscina e spa) sequestrato e tutto ciò che consegue. Purtroppo a farne le spese è stato il piccolo Nathan Falco, che non è un pulcino di rapace, ma il bimbo della suddetta coppia. Sembra tuttavia che il neonato da quando ha dovuto lasciare lo yacht dove viveva da ormai due mesi è più stressato e nervoso del solito. Poverino, si è pure dovuto adattare al latte artificiale, visto che la Gregoraci, da buona madre qual è, ha perso il suo. Per la primipara (neomamma) è stato un enorme sacrificio, davvero stancante allattare ogni tre ore, giorno e notte il piccolo Falco Nathan.
Era questione di giorni e la nuova residenza a Montecarlo sarebbe stata pronta ad accogliere la famigliola.
Che cattivoni questi finanzieri! E a farne le spese son sempre le persone per bene!
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IV (PARLA PER ME)
Fossi una foglia appassita che tu potessi portare;
fossi una rapida nuvola per inseguire il tuo volo;
un'onda palpitante alla tua forza, e potessi
Condividere tutto l'impulso della tua potenza,
soltanto meno libero di te, oh tu che sei incontrollabile!
Potessi essere almeno com'ero nell'infanzia, compagno
Dei tuo vagabondaggi alti nei cieli, come quando
superare il tuo rapido passo celeste
sembrava appena un sogno; non mi rivolgerei
A te con questa preghiera nella mia dolente
necessità. Ti prego, levami come un'onda, come
una foglia o una nuvola. Cado
Sopra le spine della vita e sanguino! Un grave
peso di ore ha incatenato, incurvato
uno a te troppo simile: indomito, veloce e orgoglioso.
V
Fà di me della tua cetra, com'è della foresta;
che cosa importa se le mie foglie cadono
come le sue! Il tumulto
Delle tue forti armonie leverà a entrambi un canto
profondo ed autunnale, e dolcemente triste.
Che tu sia dunque il mio spirito, o Spirito fiero!
Spirito impetuoso, che tu sia me stesso!
Guida i miei morti pensieri per tutto l'universo
come foglie appassite per darmi una nascita nuova!
E con l'incanto di questi miei versi disperdi,
come da un focolare non ancora spento,
le faville e le ceneri, le mie parole fra gli uomini!
E alla terra che dorme, attraverso il mio labbro,
tu sia la tromba d'una profezia! Oh, Vento,
se viene l'Inverno, potrà la Primavera essere lontana?
Percy B. Shelley