ON THE ROAD

LA QUINTA IMMAGINE


Questa mattina ho comprato Abitare e sfogliandolo ho provato un brivido. La foto dell'istallazione di un'opera in una recente mostra mi ha stregato. E mi ha fatto immediatamente precipitare in un mare di sensazioni. Vi ho riconosciuto qualcosa. Ho cercato in internet l'autrice e un'immagine migliore delle foto. Ho potuto vederla meglio, ma qualcosa era cambiato, di poco ma lo era: aveva una forza meno evocativa per il mio inconscio. Sono tornata alla rivista: il contesto aveva creato il corto circuito, da lì era partita la rete di immagini e di sensazioni che mi aveva travolto. Non solo l'immagine, ma proprio la sua istallazione mi avevano colpito.Avevo da subito sentito quell'immagine mia, piena di sensazioni ed evocatrice di pensieri.
Ho visto un ingresso, di una casa più ideale che reale, e ho sentito l'odore e i rumori, ho sentito l'atmosfera di concreta serenità, e l'ho riconosciuta da subito, all'improvviso: era la mia. Non poteva essere altrimenti, era la sensazione che mi poteva dare solo il rientrare nella mia casa, e dal mio compagno. E ho sentito una serenità infinità, di concreta gioia. La casa non aveva nulla di simile all'ingresso dell'istallazione, completamente diversa nei colori, caldi, e nelle forme, dolci, ma vi erano le foto. Simili ma non identiche, dove i volti erano stati trasfigurati con il mio e con un altro. Lì, in quell'immagine, ho iniziato a sentire la forza che traspariva dalle altre sensazioni, in quelle immagini vi era la traccia della concreta serenità che regnava nella casa. Ma sentivo che non era finita e mi sono girata a destra e a sinistra e dietro, la realtà spaziale del sogno si era oramai persa, e ho visto altre due immagini identiche, ma complementari -con i ruoli, tra i due, scambiati- e poi dietro, una quinta, con due corpi teneramente distesi e abbracciati.                                                               
         
 Ho provato un forte turbamento, con le immagini che mi avvolgevano e mi ricoprivano, ma non ho avuto alcuna sensazione negativa. E' stato semmai uno svelamento, l'apparizione di un concetto che mi aveva sfiorato in questi mesi sull'essenza del rapporto di coppia e sui legami essenziali che si creano. Ora li vedo in numero dispari: lei-figlia, lei-madre, lui-figlio, lui-padre, loro-amanti. Altri legami mi sembrano superflui, in questi cinque vedo la rappresentazione dell'idea di essere compagni e la possibilità di creare un cammino. Non sono certa che da questa accettazione nasca la forza di una “concreta intensità”, se fosse vero avrei trovato una chiave, ma temo che questi siano gli elementi che trasformano una naturale tendenza in un'evidente consistenza e non il contrario. La “concreta intensità” la vedo ancora alla base di tutto, l'elemento imprescindibile di ogni cammino. E l'atmosfera di quella casa era stupenda, vi era energia, gioia, sicurezza, da lì si poteva pensare di fare ogni cosa. Mi è sembrato di trovare una parte di me.
(Dedicato a D***)