Lost in a book

Il bambino con il pigiama a righe, di John Boyne


  "Tutto questo è accaduto tanto tempo fa e non dovrebbe più accadere. Non oggi"Se comincerai a leggere questo libro farai un viaggio. Un viaggio con un bambino di nove anni che si chiama Bruno [...] E presto o tardi arriverai con lui in un luogo circondato da un recinto. Di luoghi così al mondo ne esistono molti, ma speriamo che tu non ne conosca mai uno.E' proprio così. Il bambino con il pigiama a righe è un viaggio. Breve, ma pur sempre un viaggio. Un esplorazione, come direbbe il piccolo Bruno. Una storia stilisticamente semplice, ma molto dolce e toccante. Leggendolo, non ho potuto fare a meno di ricordare un altro libro che mi è caro, L'amico ritrovato, non perché sia possibile paragonare John Boyne e Uhlman, ma perché l'amicizia che lega Bruno a Shmuel è proprio come quella fra Hans e Konradin: impossibile, dato che i due appartengono a mondi diversi ed inconciliabili. Il finale del romanzo di Boyne, pur essendo prevedibile, è quasi riuscito a strapparmi qualche lacrima: dopo averlo finito, ho continuato a pensare a Bruno, alla sua ingenuità e alla sua innocenza, alla tristezza che lui leggeva sul viso e negli occhi incavati di Shmuel. E a molte cose che si sono detti: frasi semplici, ma significative. Per esempio:"Mi sarebbe piaciuto giocare insieme", disse Bruno dopo una lunga pausa. "Almeno una volta, tanto per ricordarlo." "Anche a me.", disse Shmuel."Mi spiace che non abbiamo trovato il tuo papà", disse Bruno. "Non importa", disse Shmuel. "E mi dispiace che non siamo riusciti a giocare. Ma quando verrai a Berlino giocheremo [...]"