Lost in a book

La leggenda del vento, di Stephen King


 "Non c'è niente di meglio di storie raccontate in una notte ventosa quando la gente ha trovato un posto caldo in un mondo freddo"La Saga della Torre Nera, venuta alla luce nel 1982 con L'ultimo Cavaliere e terminata ventun anni dopo, include sette romanzi più un racconto (Le Piccole Sorelle di Eluria, contenuto nella raccolta Tutto è fatidico). The Wind Through the Keyhole (molto meglio il titolo in lingua originale), può essere collocato cronologicamente fra il quarto e il quinto volume e sebbene King lo definisca autonomo, quindi leggibile anche da chi non ha mai avuto a che fare con Roland e il suo Ka-Tet, ritengo che vi siano dei riferimenti che un nuovo lettore non riuscirebbe a comprendere. Penso sia necessario aver letto almeno i primi quattro volumi.Comunque, si tratta di una storia (la principale, quella di Roland di Gilead e dei suoi compagni di viaggio costretti a rifugiarsi in un edificio in pietra per sfuggire allo Starkblast, una tempesta di violenza inaudita), che contiene altre due storie, narrate dal pistolero, abilmente racchiuse l'una nell'altra come scatole cinesi; la prima parla di uno Skin-Man, un essere metamorfico che un Roland ancora ragazzo ha dovuto affrontare con l'amico Jamie DeCurry; la seconda è La leggenda del vento, che il Roland ragazzo ha narrato ad un bambino, Bill Streeter, unico sopravvissuto di una delle stragi compiute dallo Skin-Man. Questa digressione non aggiunge né toglie niente alla Saga; non è nemmeno qualcosa di fondamentale nella vasta produzione kinghiana, ma è estremamente piacevole. E' bello ritrovare il fascino e la magia di quei luoghi e di quei personaggi ai quali non ho potuto non affezionarmi, una magia che si percepisce in ogni riga, in entrambe le storie di Roland, sebbene sia maggiormente concentrata ne La leggenda del vento. I "vecchi amici" di King hanno ancora qualcosa da raccontare e forse ce l'avranno sempre, perché il Ka è una ruota e continua a girare.