Creato da VentoDiPoesia il 27/04/2011

Lost in a book

Blog letterario

 

 

Proibito, di Tabitha Suzuma

Post n°61 pubblicato il 18 Febbraio 2013 da VentoDiPoesia
 

Avete presente quando un libro vi coinvolge talmente tanto da essere disposti a leggerlo anche su un autobus affollato, prendendo a gomitate la gente che vi circonda? Avete presente quando una storia vi risucchia al punto tale che finite col perdere la fermata della metro?

Ecco. Proibito della Suzuma, una scrittrice anglo-giapponese che ha esordito in Italia proprio con questo libro, ha avuto il suddetto effetto sulla sottoscritta. La mia biblioteca lo cataloga come un romanzo per ragazzi (15-16 anni); certo, lo stile è leggero, scorrevole, diretto e senza troppe lungaggini, adatto ad un pubblico giovane, ma credo sia apprezzabilissimo anche da un lettore adulto; le tematiche trattate sono piuttosto forti, alcolismo e, soprattutto, l'amore incestuoso, quell'amore dolce ed intenso, anche se perdutamente sbagliato, che lega Lochan a sua sorella Maya. Nel complesso, sembra una storia deprimente e che può lasciare interdetti, ma la Suzuma la racconta con una delicatezza tale da farti rimanere di stucco; incolla alle pagine e ti emoziona. Lochan Whitley, il protagonista maschile, mi piace, perché un po' mi ricorda me stessa; il disagio che prova quando è in presenza di estranei, la sua incapacità di esprimere ciò che sente, la sua malinconia lo rendono tormentato e molto umano. E' facile immedesimarsi in lui.

Un romanzo semplicemente, intensamente bello.

 
 
 

Il Suono Sacro di Arjiam, di Daniela Lojarro

Post n°60 pubblicato il 05 Febbraio 2013 da VentoDiPoesia
 

"Niente è solo ciò che sembra"

A Tuhtmaar, capitale del regno di Arjiam, la giovane Xhanys, neofita dell'Ordine sapienziale dell'Uroburo, è preda di una terribile visione che riguarda l'uomo che ama, il nobile Mazdraan, Primo Cavaliere del Re; dopo aver partorito una bambina, Xhanys rivela la verità all'unica persona della quale si può fidare, il saggio Tyrnahan: Mazdraan è diventato un pericolo per il regno, poiché ha scoperto come controllare il Suono Sacro, principio creatore dell'universo, e quindi come mutare a suo piacimento la Legge che regola il ciclo della vita...

La scrittrice torinese Daniela Lojarro, protagonista, fin da giovanissima, del melodramma italiano sui più importanti palcoscenici europei, si presenta ai lettori con questo fantasy, ambientato nel magico e suggestivo regno di Arjiam, dove tutto è regolato dalle vibrazioni del Suono Sacro, principio creatore del mondo.

Ad una narrazione fluida e che definirei anche "musicale", si aggiunge una storia molto coinvolgente, una trama forte e coerente, impreziosita da poetiche descrizioni e da interessanti riflessioni sulla vita. E' anche una vicenda equilibrata, poiché alterna capitoli ricchi di azione e colpi di scena, ad altri più introspettivi, il cui scopo è quello di farci conoscere meglio i personaggi (che sono tanti e tutti con una personalità e un ruolo ben definiti), le motivazioni che li spingono ad agire in un determinato modo, i luoghi ove abitano, la storia e le leggende di Arjiam. L'unico difetto è la tendenza dell'autrice a dilungarsi troppo, a volte, con le suddette descrizioni, che restano comunque molto curate e precise.

Chi pensa che il fantasy sia un genere che ormai non ha più nulla da dire o che gli scrittori italiani non siano in grado di sviluppare una storia che possa essere avvincente e offrire spunti originali, potrebbe ricredersi leggendo il libro della Lojarro.

 
 
 

Un cadavere al giorno, di Charlotte Armstrong

Post n°59 pubblicato il 03 Febbraio 2013 da VentoDiPoesia
 

un cadavere al giorno

Serie: Il Giallo Mondadori n°1308

Dopo una partita a tavola reale con gli amici, il signor Winberry viene ucciso e sul cadavere viene rinvenuto uno strano indizio. Per Bessie, che si è appena trasferita nella lussuosa dimora dello zio a New York, tutto ciò appare inquietante ed inspiegabile. Per il giornalista J.J. e, soprattutto, per il suo amico Mac Duff, investigatore per hobby, è una sfida che si può vincere. 

Charlotte Armstrong, giallista americana, sceneggiatrice e autrice di un paio di commedie approdate a Broadway, ha pubblicato il suo primo mistery, Un cadavere al giorno, nel '42. 

Un rompicapo niente male, che procede spedito e risulta abbastanza coinvolgente. A ciò si aggiunge una prosa fluida, a tratti raffinata ed elegante. Il punto debole è costituito da certi atteggiamenti alquanto improbabili dei personaggi; pur essendo ben delineati, cosa non facile da riscontrare in un giallo breve, essi, a volte, si comportano in modo bizzarro, non adatto alla situazione descritta. 

Buon esordio. 

 
 
 

L'ultimo sopravvissuto, di Sam Pivnik

Post n°58 pubblicato il 13 Gennaio 2013 da VentoDiPoesia
 

ultimo sopravvissuto

"Quello che voi leggerete una, magari due volte in questo libro è ciò che io rivivo ogni giorno e ogni notte della mia vita. Non è una lamentela. Non lo faccio per essere compatito. E' un fatto... La Shoah c'è stata" (Sam Pivnik)

E' vero. Noi sappiamo che la Shoah c'è stata. Quanti libri abbiamo letto sull'argomento? Quanti film e documentari abbiamo visto? Tanti. 

Eppure la storia di Sam Pivnik, ebreo polacco nato nella cittadina di Bedzin e attualmente impegnato in campagne per il recupero della cultura ebraica in Polonia, è una storia terribile, che sconvolge ed emoziona, che non vuole essere melensa o suscitare pietà, ma racconta solo ciò che è accaduto, ciò che Pivnik ha provato.

E' la vicenda di un ragazzino costretto a lasciare il luogo in cui è cresciuto per entrare nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, dove tutta la sua famiglia, eccetto il fratello Nathan, troverà la morte nelle camere a gas. E' la vicenda di un giovane che subisce umiliazioni e soprusi, ma sopravvive, lotta con tutte le sue forze. Affronta la terribile marcia della morte nel rigido inverno polacco e il bombardamento, da parte della RAF, della nave Cap Arcona, sulla quale le SS in fuga avevano imbarcato centinaia di prigionieri. 

Sam Pivnik ce l'ha fatta e ha deciso di raccontare la sua discesa nell'inferno nazista. Narrato con semplicità e spietatezza, L'ultimo sopravvissuto scaraventa chi legge in quell'orrore, trasmettendo emozioni che sono incredibilmente vivide e palpabili. Da leggere, perché non è soltanto il racconto dell'incubo vissuto nel lager, ma anche quello di una fuga e di come, nonostante tutto, Pivnik sia riuscito a ricostruirsi una vita. 

 

 
 
 

L'eleganza del riccio, di Muriel Barbery

Post n°57 pubblicato il 06 Gennaio 2013 da VentoDiPoesia
 
Tag: barbery

eleganza del riccio

 

"Bisogna che qualcosa finisca. Bisogna che qualcosa cominci"

Parigi: Renèe è la portinaia di un elegante condominio in Rue de Grenelle, dove vivono famiglie aristocratiche, ministri e critici gastronomici. Apparentemente, è una donna sciatta e scorbutica; in realtà, è una coltissima autodidatta. Paloma, invece, è una dodicenne superdotata, ma già stanca di vivere, mascherata da preadolescente anonima e imbevuta di stupidaggini. Perché fingono? Sarà il nuovo condomino, un ricco giapponese di nome Kakuro Ozu, a svelare i loro segreti.

L'eleganza del riccio, caso letterario del 2007 in Francia, è una commedia sociale molto avvincente e raffinata, delicata e leggera.

Numerose le citazioni letterarie, i rimandi all'arte e le enunciazioni buddhiste, segno dell'indubbia cultura di Muriel Barbery e anche di un bel po' di narcisismo intellettuale. Filosofeggia parecchio, ma è un filosofeggiare che non mi infastidisce e che non è nemmeno pesante, poiché la prosa è chiara e scorrevole. Ho trovato davvero interessanti e acute, anche se ciniche, alcune riflessioni sulla vita e su una società basata unicamente sull'apparenza e sulla ricchezza. Paloma e Renèe, le due anime in incognito del romanzo, che fingono di essere ciò che non sono, colpiscono per il loro modo (identico) di osservare il mondo: con lo stesso sguardo critico, ironico e disincantato. Molto saccenti, ma nella loro saccenza c'è qualcosa di vero e brillante che fa sorridere e lascia l'amaro in bocca. Affascinante anche la figura di Ozu, uomo intuitivo, che sa vedere oltre le banali apparenze. 

 

 
 
 

Tre uomini in barca, di Jerome K. Jerome

Post n°56 pubblicato il 01 Gennaio 2013 da VentoDiPoesia
 
Tag: Jerome

tre uomini in barca

 

Tre uomini in barca, ossia J., Harris e George, per non parlare del cane Montmorency.

Non molto soddisfacente.

Lo humor proverbialmente "british" di Jerome (che vanta una vastissima produzione narrativa, saggistica e teatrale, anche se è conosciuto solo grazie a questo libro e al suo "seguito", Tre uomini a zonzo) a volte funziona, fa sorridere ed è utile per ritrarre le follie della vita quotidiana. Ma più spesso sembra troppo forzato. Inoltre, la narrazione si inceppa ed è appesantita da continue divagazioni (la maggior parte delle quali non suscitano alcun interesse) e da un uso un po' eccessivo di alcuni stratagemmi narrativi (Anticlimax, Black Humor, eccetera).

Non penso che leggerò il seguito. 

 

 
 
 

Un canto di Natale, di Charles Dickens

Post n°55 pubblicato il 24 Dicembre 2012 da VentoDiPoesia
 

canto di natale

 

Un piccolo, grande classico, uno di quelli che non invecchiano mai.

Questa fiaba dickensiana, semplice nella sua ossatura e, a tratti, persino un po' ingenua, è in grado di penetrare in una vita basata solo sull'indifferenza e sul profitto - la vita dell'avaro misantropo Ebenezer Scrooge - rivelandone la sordità emotiva e la cecità di fronte al bisogno. Attraverso i tre spiriti che visitano Scrooge la notte di Natale, la storia lancia un bellissimo messaggio d'amore e solidarietà. 

Da leggere la sera della vigilia, magari seduti su un comodo divano, mentre il fuoco scoppietta nel camino; oppure dopo l'abbuffata natalizia. 

 
 
 

Amabili resti, di Alice Sebold

Post n°54 pubblicato il 16 Dicembre 2012 da VentoDiPoesia
 
Tag: sebold

amabili resti

 

Susie Salmon ha solo quattordici anni quando viene adescata, stuprata e uccisa da un uomo che vive a pochi passi da casa sua. Dopo la morte, la ragazza osserva le reazioni del suo assassino, della sua famiglia e dei suoi amici dal suo Cielo.

E' vero, Alice Sebold non ha scritto un capolavoro. Ma ci sono libri che, pur non essendo destinati a diventare dei classici della letteratura, sono meravigliosi per diverse ragioni; Amabili resti lo è.

Nonostante l'effetto alquanto straniante dovuto al fatto che la storia è narrata dalla giovane vittima direttamente dall'aldilà, il romanzo sa essere teso, veloce e coinvolgente come un giallo. Commuove senza indulgere in sentimentalismi. La Sebold ha saputo descrivere molto bene il dolore dei genitori e degli amici (forse perché lei stessa ha vissuto un'esperienza molto traumatica), un dolore rigido, costante ed intenso, il senso di vuoto, di perdita che non può essere riempito in alcun modo. Ha saputo emozionare e anche strappare qualche sorriso, attraverso uno stile che è essenziale e senza fronzoli, a volte crudo, ma anche accattivante e delicato. E ha saputo creare un legame fra il lettore e i personaggi; è stato impossibile non provare affetto per Jack, il padre amorevole e tenace, per la coraggiosa sorella minore Lindsey o per la bizzarra Ruth. 

Nel 2009 ne è stato tratto l'omonimo film diretto da Peter Jackson, con Saoirse Ronan nel ruolo di Susan Salmon.

 
 
 

La leggenda del vento, di Stephen King

Post n°53 pubblicato il 07 Dicembre 2012 da VentoDiPoesia
 

 

"Non c'è niente di meglio di storie raccontate in una notte ventosa quando la gente ha trovato un posto caldo in un mondo freddo"

La Saga della Torre Nera, venuta alla luce nel 1982 con L'ultimo Cavaliere e terminata ventun anni dopo, include sette romanzi più un racconto (Le Piccole Sorelle di Eluria, contenuto nella raccolta Tutto è fatidico). The Wind Through the Keyhole (molto meglio il titolo in lingua originale), può essere collocato cronologicamente fra il quarto e il quinto volume e sebbene King lo definisca autonomo, quindi leggibile anche da chi non ha mai avuto a che fare con Roland e il suo Ka-Tet, ritengo che vi siano dei riferimenti che un nuovo lettore non riuscirebbe a comprendere. Penso sia necessario aver letto almeno i primi quattro volumi.

Comunque, si tratta di una storia (la principale, quella di Roland di Gilead e dei suoi compagni di viaggio costretti a rifugiarsi in un edificio in pietra per sfuggire allo Starkblast, una tempesta di violenza inaudita), che contiene altre due storie, narrate dal pistolero, abilmente racchiuse l'una nell'altra come scatole cinesi; la prima parla di uno Skin-Man, un essere metamorfico che un Roland ancora ragazzo ha dovuto affrontare con l'amico Jamie DeCurry; la seconda è La leggenda del vento, che il Roland ragazzo ha narrato ad un bambino, Bill Streeter, unico sopravvissuto di una delle stragi compiute dallo Skin-Man. 

Questa digressione non aggiunge né toglie niente alla Saga; non è nemmeno qualcosa di fondamentale nella vasta produzione kinghiana, ma è estremamente piacevole. E' bello ritrovare il fascino e la magia di quei luoghi e di quei personaggi ai quali non ho potuto non affezionarmi, una magia che si percepisce in ogni riga, in entrambe le storie di Roland, sebbene sia maggiormente concentrata ne La leggenda del vento. I "vecchi amici" di King hanno ancora qualcosa da raccontare e forse ce l'avranno sempre, perché il Ka è una ruota e continua a girare. 

 
 
 

Il Giornalino di Gian Burrasca, di Vamba

Post n°52 pubblicato il 25 Novembre 2012 da VentoDiPoesia
 

gian burrasca

 

"I ragazzi si devono correggere ma senza adoperare il bastone, perchè [...] il bastone può straziare la carne, ma non può cancellare l'idea"

"Anche nelle storie delle nazioni ci sono popoli che ogni tanto si stancano d'avere sempre minestra di riso, e allora avvengono le congiure, i complotti, e saltan fuori i Michelozzi e gli Stoppani che affrontano i pericoli, finché per lo abnegazione non si passa alla pappa al pomodoro"

 

Credo che ognuno di noi possa affermare di essere stato un po' Gian Burrasca in certi periodi della sua vita. Oppure abbiamo un amico, un figlio, un fratello che può vantarsi di avere qualcosa in comune con Giannino Stoppani, vivace combinaguai nato dalla penna di Luigi Bertelli, in arte Vamba, scrittori di testi in prosa e poesia per l'infanzia, redattore e giornalista.

La storia di Giannino (che Vamba ha usato per esprimere, sebbene in maniera semplificata, alcuni di quegli ideali patriottici e liberali che ha esposto nel Giornalino della Domenica, da lui fondato) è spensierata e allegra come il suo protagonista, un bambino di nove anni che spiazza tutti con la sua sincerità e la sua voglia di libertà. Le sue disavventure e le sue marachelle fanno sorridere i piccoli e anche i grandi. Un personaggio sempreverde. 

 
 
 

La bambina dei sogni, di Carlo Menzinger di Preussenthal

Post n°51 pubblicato il 28 Ottobre 2012 da VentoDiPoesia
 

menzinger

 

Elena, una bambina orfana di quattro anni, si perde in metropolitana e Paolo, un uomo sposato, ma in crisi con la propria moglie, la aiuta a ricongiungersi con la sua affascinante accompagnatrice, Maria. Da quel momento, Paolo continuerà a pensare ad Elena e lei... apparirà nei suoi sogni. Sogni che, pian piano, assumono contorni da incubo.

Già autore di due interessanti romanzi ucronici, Il Colombo divergente e Jacopo Flammer e il popolo delle Amigdale, Menzinger ci sorprende di nuovo, regalandoci una storia avvincente e che si addentra nel mondo esoterico-paranormale. La vicenda di Elena, bambina dotata di un potere straordinario ed inquietante, permette di scandagliare l'animo degli altri personaggi, di viaggiare nel loro inconscio e scoprire dubbi e paure sepolti negli angoli bui della mente, paure che sono anche nostre. In un crescendo di drammaticità, la vita quotidiana di Paolo e della sua famiglia si confonde e si mescola con la dimensione onirica; capire dove termina la realtà e dove comincia il sogno diventa difficile e rischia di trascinarlo sull'orlo della follia.

Molto bello e davvero ottima l'idea di inserire riferimenti letterari in quasi tutti i capitoli, citazioni che si incastrano perfettamente con la storia principale. 

 

 
 
 

FIERE: Milano Book Fair 2012

Post n°50 pubblicato il 23 Ottobre 2012 da VentoDiPoesia
 
Tag: fiere

Dal 26 al 29 ottobre 2012 anche Milano apre alle fiere del libro. Si terrà in quei giorni, presso il Parco Esposizioni Novegro (Linate), la Milano Book Fair, fiera internazionale del libro simile a quella che ogni anno si svolge a Torino.

L'ingresso costa 6 euro ed è gratuito per i ragazzi fino ai 18 anni.

Almeno 200 gli espositori che parteciperanno a questa nuova Fiera del Libro, tra i quali anche distributori internazionali e molti editori di altri paesi, come Francia, Romania, Giappone e Stati Uniti. Il paese ospite è l'Argentina, che presenterà anche alcune delle sue più importanti istituzioni, ad esempio la Fundaciòn Gutemberg e la Càmara Argentina del Libro.

Tema della Fiera: I.A. Intelligenza Artificiale. L'evoluzione umana e le ultime scoperte.

 
 
 

Norwegian Wood (Tokyo Blues), di Haruki Murakami

Post n°49 pubblicato il 20 Ottobre 2012 da VentoDiPoesia
 

 

norwegian wood

 

"La morte non è qualcosa di opposto ma di intrinseco alla vita. Che questo fosse vero era fuori di dubbio. Nel momento stesso in cui viviamo, cresciamo in noi la morte"

Appena atterrato ad Amburgo, Watanabe Toru sente una canzone dei Beatles, Norwegian Wood, ed essa lo spinge a ricordare il suo passato: studente universitario nella Tokyo di fine anni '60, Toru era anche un giovane incapace di fare delle scelte, perché attanagliato dalla paura di sbagliare, e sentimentalmente diviso fra due donne, Naoko e Midori...

Avvertimento: evitate di leggere la premessa di Amitrano, il traduttore. Contiene troppe anticipazioni sulla trama.

Ed evitate anche di leggere questo libro se vi trovate in un periodo critico della vostra vita; Norwegian Wood è un romanzo di formazione impregnato di sensazioni negative, una storia completamente inzuppata di solitudine, dolore, malinconia ed inquietudine. E tutte queste sensazioni si amplificano pian piano, ramificandosi e dando vita ad una serie di trame secondarie, che sembrano racconti autoconclusivi (come la storia di Reiko, per fare un esempio). A portare un po' di ottimismo e freschezza, ci pensa Midori, personaggio estremamente vitale e bizzarro, ma anche un po' irritante e, a volte, infantile. Indubbiamente lei, Naoko e Toru sono figure di spessore, descritte con maestria e con grande sensibilità, ma, per quanto mi riguarda, ho apprezzato maggiormente i personaggi secondari, quindi Reiko e, in modo particolare, "Sturmtruppen", il compagno di stanza di Toru. Verso di loro è scattato subito qualcosa. "Sturmtruppen", tra l'altro, mi ha ricordato me stessa alcuni anni fa. 

Ho gradito parecchio i numerosi riferimenti musicali che fanno da colonna sonora ai dubbi di Watanabe, ai tormenti di Naoko e alle stravaganze di Midori.

Un bel libro, direi. Coinvolgente e intenso. 

 
 
 

Blacksun, di Nicol Lynne

Post n°48 pubblicato il 13 Ottobre 2012 da VentoDiPoesia
 

 

La ventenne Kate si è risvegliata in un ospedale, senza genitori, senza amici e, soprattutto, senza ricordi. Non sa chi è, né da dove viene; le serviranno forza e determinazione per ritrovare la sua identità. Lei non è come gli altri. Lei è speciale. Ma perchè è tornata indietro? Qual è la sua missione?

La giovane esordiente Nicol Lynne dimostra di avere delle buone doti narrative e di saper sviluppare e organizzare le proprie idee, alcune delle quali originali, in maniera coerente. E' riuscita a conferire fascino e spessore ai suoi personaggi, creature fantastiche (no, non preoccupatevi, niente vampiri o licantropi), dotate di poteri eccezionali. Blacksun si presenta quindi come una storia coinvolgente e fluida, nonostante l'inizio un po' lento e alcune situazioni troppo ricche di particolari non molto utili ai fini della vicenda. Bello il modo in cui l'autrice ha descritto il rapporto fra Kate e il protagonista maschile, James, e fra quest'ultimo e i suoi fratelli.

Una prima prova convincente. 

 
 
 

Orlando, di Virginia Woolf

Post n°47 pubblicato il 21 Settembre 2012 da VentoDiPoesia
 
Tag: woolf

orlando 

 

"La più lunga e affascinante lettera d'amore mai scritta" (Nigel Nicholson)

Vorrei incontrare qualcuno che sia in grado di scrivere per me una simile lettera d'amore, così intensa, così poetica, così avvolgente. Così vera. Così originale anche. Perché Orlando, dedicato all'amante della Woolf, l'eccentrica aristocratica Vita Sackville-West, resta un libro originale, dal punto di vista stilistico e anche dal punto di vista tematico, sebbene non sia una lettura facile. 

Adoro Virginia. Sempre di più.

 
 
 
 

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