Creato da sthefano il 13/05/2008
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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 17 Giugno 2008 da sthefano


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Dura 27 minuti il
discorso sulle linee programmatiche del governo

Ventisette applausi, 4 bipartisan. Domani fiducia alla Camera, giovedì al
Senato



Berlusconi:
"Crescita e sicurezza"

E vuole il dialogo con l'opposizione



Non promette miracoli ma
"piccole grandi cose", dal taglio dell'Ici alla soluzione dei rifiuti

La prima riforma "è arrivata dal voto".
Basta "con gli scontri
ideologici"

di CLAUDIA FUSANI



 



 



Silvio
Berlusconi ha pronunciato il discorso per chiedere la fiducia



ROMA - Tra un'invocazione al "buon Dio" e
un appello a sorella fortuna; ruotando intorno a una parola chiave - "la
crescita" - e gettando ponti di dialogo con l'opposizione, Silvio
Berlusconi spiega all'aula di Montecitorio il governo che sarà. In ventisette
minuti scanditi da altrettanti applausi (di cui quattro bipartisan) e una
sintesi da leader che ha idee chiare ( e grandi numeri per comandare), il
discorso sulle linee programmatiche del Berlusconi IV stabilisce vari record. E
a suo modo, almeno a parole, segna una svolta nella storia politica degli
ultimi quindici anni.



Il premier infatti dice basta agli scontri ideologici e alle risse con
l'opposizione. A suo modo anche lui indica una nuova stagione, quella in cui
"l'Italia deve ricominciare a crescere" e a "guardare al domani
con ottimismo" perché "ormai non c'è più tempo da perdere". E tante
volte, magari chiudendo gli occhi, durante questi ventisette minuti può
capitare di confondersi e di credere - come dicono in molti - che quel discorso
avrebbe potuto pronunciarlo Walter Veltroni che di "crescita",
"nuova stagione", "dialogo con l'opposizione" e
"svolta" e "ottimismo" aveva fatto le parole chiave della
campagna elettorale.



Il Cavaliere statista? Saranno poi i fatti e le azioni del Berlusconi IV
a dire se quella di oggi è illusione o realtà. Di certo oggi il Cavaliere
tornato al governo ha mostrato una parte di sè che da qualche tempo spesso si
affaccia nei suoi interventi e nel suo manifestarsi pubblico: un profilo da
leader politico, da uomo di parte ma di tutti, in una parola: istituzionale.
Nulla a che vedere con quello che fino a pochi mesi fa - ma anche nelle ultime
due settimane della campagna elettorale - gridava ai complotti, ai brogli,
prometteva miracoli, attaccava con colpi bassi l'opposizione e la magistratura.
Toghe che proprio oggi, invece, sono state salutate e ringraziate "per il
loro lavoro silenzioso".







Un discorso limato fino all'ultimo minuto. E' stata lunga e appassionata
la gestazione del discorso sulle linee programmatiche. Berlusconi ci ha
lavorato su tutto il week end, in perfetta solitudine. Poi ancora ieri, pur tra
le beghe delle ultime nomine di governo sui sottosegretari, e ancora stanotte.
La versione di stamani è stata ridotta rispetto a quella di ieri sera lunga
oltre quaranta cartelle. Gli ultimi ritocchi nello studio di palazzo Grazioli
con lo staff di sempre: Paolo Bonaiuti, Sandro Bondi, Piero Testoni, il nipote
di Francesco Cossiga.



In aula stamani i 21 ministri e i 37 sottosegretari. Per la prima volta, dopo
tanti anni, non c'è stata la corsa a dover aggiungere seggiole. I posti nei
banchi del governo erano giusti. Anzi, ci hanno trovato posto anche due
sottosegratari: Michela Vittoria Brambilla e Alfredo Mantovano. Il ministro
Carfagna è stata a lungo a parlare al telefonino.



"Ottimismo e spirito di missione". Quasi emozionato, la
cravatta a piccoli pois azzurri che è un po' il suo portafortuna, Berlusconi
traccia la filosofia dell'azione di governo. Per ridare slancio all'Italia
serve "ottimismo" e "spirito di missione", "rispetto
al posto della faziosità". Gli elettori, con il loro voto, "che è la
prima grande riforma", hanno scelto "stabilità" e chiesto
"capacità di governo"; hanno detto "dividetevi ma non
ostacolatevi" perché sanno che "l'Italia non ha più tempo da
perdere". Basta quindi "con teatrini e giochetti, lavoriamo".



Con opposizione "non di sciabola ma di fioretto". Conseguenza
logica di questo nuovo clima scelto dagli elettori è la necessità di dialogare
con l'opposizione. Ecco che il governo ombra del Pd "può esser d'aiuto per
fissare i termini della discussione e anche del dissenso. Un confronto di idee
anche rigoroso non deve generare nuove risse ma una consultazione alla luce del
sole, trasparente, che guardi esclusivamente all'interesse del paese".
Applausi dai banchi del Pd e dell'Udc.



"Non miracoli ma piccoli grandi cose". Da tempo Berlusconi ha
smesso di promettere miracoli. Piuttosto quello del governo sarà un elenco
"di piccole grandi cose": dalla soluzione del problema dei rifiuti
"uno scandalo che deve finire e finirà" a quello di Alitalia
"una crisi che dobbiamo risolvere senza svendere nè razionalizzare";
dal taglio dell'Ici sulla prima casa "perché la casa è un bene primario
intorno al quale si creano le radici dell'identità sociale dei cittadini"
al rafforzamento del potere di acquisto dei salari tramite la detassazione
degli straordinari. Infine la sicurezza dei cittadini "un diritto che va
tutelato e ripristinato con comportamenti preventivi e repressivi" perchè
"dobbiamo essere padroni a casa nostra": "Non è vero - aggiunge
rivolto all'opposizione - che noi cavalchiamo la paura ma sbaglia chi nega che
la prima regola della democrazia sia la tutela della sicurezza".



"Il nuovo tempo della democrazia è quello della crescita". Più
che annoiare con specifiche questioni che tanto tra pochi giorni saranno
provvedimenti del governo, il premier vuole spiegare quale è, secondo lui, la
parola d'ordine della nuova stagione che il paese vuole vivere. Questa parola è
"crescere". La pronuncia decine di volte declinandola in tutte le
direzioni del vivere comune.



Cosa significa "crescere". Un sacco di cose e va applicato nei
vari settori della vita politica e

sociale. Il premier lo scandisce ogni volta che deve descrivere un intervento e
un progetto del governo. Crescere significa "non solo produrre più
ricchezza e ridistribuirla meglio, ma anche rilanciare il Paese e i suoi
talenti. Significa formare nuove generazioni di lavoratori altamente
qualificati e dare una frustata alla ricerca. Significa fare sì che nessuno
resti indietro e mettere in pratica il federalismo fiscale solidale, ascoltare
il grido di dolore che si leva dal Nord e promuovere il sud dove va sradicata
la criminalità organizzata". Significa "rinnovare le nostre
infrastrutture" e "promuovere la famiglia" sviluppando ad
esempio "un piano per rimuovere la cause naturali dell'aborto", come
la mancanza di un lavoro e di una casa. Crescere vuol dire "integrare con
ordine le migrazioni interne ed esterne"; "esportare e rivalutare il
lavoro, contrastare il precariato e dire basta alla lunga catena delle morti
bianche sui posti di lavoro".



Da Manzoni a Machiavelli, dal Dolce Stil Novo a Napolitano. Senza
esagerare ma secondo copione Berlusconi infila quà e in là qualche citazione.
C'è Machiavelli e la fortuna che "non viene incontro a chi

fa vita politica se non è incoraggiata, invitata con pazienza, forse anche
sedotta e ammaliata con una buona dose di virtù e coraggio". C'è il
Manzoni dei Promessi Sposi nel passaggio in cui il premier spiega di "non
voler sopire né troncare la dialettica parlamentare" (il Conte Zio quando
chiede il trasferimento di frà Cristoforo). Evoca la Prima Repubblica
quando tra i banchi del Parlamento capitava di sentir citazioni di Guido
Cavalcanti e gli avversari duellavano con l'arma dell'ironia. Irriconoscibile
Berlusconi. Da domani viene la prova dei fatti.



(13 maggio 2008)

 
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