FONDALI

Recensione PHILOMENA


Per riscaldare un blog un po' raffreddato, cosa c'è di meglio di un paio di bei film?!
Philomena è una donna anziana, ignorante, a prima vista di quelle signore bigotte con scarsa intelligenza e livello culturale discutibile. Eppure nel corso del viaggio che noi spettatori e il giornalista che la racconta facciamo si scopre che è esattamente il contrario. Un film di Stephen Frears (Le relazioni pericolose, The Quinn), di quelli cosiddetti d’essai, come un tempo lo erano i film di nicchia con cinema dedicati. Uno di quei film che il passaparola premia al botteghino. Philomena non è anziana, è ancora la ragazzina costretta a chiudersi in un convento per espiare una gravidanza “colpevole” nell’Irlanda ultracattolica degli anni cinquanta. Non è bigotta, anzi, nonostante il modus operandi di certe suore (le stesse di un precedente, duro film intitolato Magdalene) è semplicemente devota e in qualche modo la sua fede viene premiata. E’ tutt’altro che stupida e senza cultura, le sue esperienze di vita e le letture “semplici” ci aprono a un mondo intenso e ricco di sfumature, di english humor, di un pragmatismo tipico di coloro che valutano le persone al di là delle apparenze (anche se spesso semplificano con cliché da soap-opera) poiché sanno che l’essenza della vita non corrisponde agli obblighi sociali ma a quanto si è disposti a rischiare. E come le agnizioni sono i climax nei romanzi rosa, che Philomena legge avidamente, così il film ne riserva alcune che ci costringono all’empatia. Ci si commuove fino a capire che Lei in fondo è parte di Noi stessi - indipendentemente dal fatto che si tratti di una storia vera -. Grande interpretazione di Judi Dench.