FONDALI

DISNEY RISORGE CON IL LIBRO


Walt Disney morì nel 1966, due anni prima della mia nascita, un anno prima dell'uscita al cinema de "Il Libro della Giungla". Fu per questo motivo che quel cartone mi rimase sempre così caro. Ben prima dell'arrivo delle videocassette, quando pensare di potersi vedere un film del genere a casa era quasi fantascienza, l'intrattenimento che preferivo era ascoltare e riascoltare i 33 giri con la colonna italiana dei classici. Il Libro della Giungla era uno dei miei preferiti, forse perché al bambinetto Mowgli mi sarebbe piaciuto assomigliare, forse perché la musica e le canzoni erano di una qualità straordinaria.Ne ho avuto la controprova vedendo oggi al cinema il remake di Jon Favreau. L'introduzione, #lostrettoindispensabile e voglio esser come te hanno quel carisma che fa concorrenza solo alle canzoni di Mary Poppins, per rimanere in territorio disneyano. Tuttavia risultano la parte meno riuscita, di un'operazione che se si voleva commerciale a mio parere è andata molto ben oltre...L'impatto visivo è straordinario sin dalle prime immagini. Il 3D ha un perché, nel dare profondità alla foresta, nell'esaltare le scene d'azione, nell'introspezione del passato e del proprio io, come un intrico di tronchi. Il CGI, ossia a occhio e croce l'85% delle riprese, è di un'accuratezza, un fotorealismo che mai ho visto prima. Straordinaria la resa degli animali che nemmeno per un istante ho messo in dubbio nella loro verosimiglianza, nella naturalezza con cui prendono la parola, nell'espressione dei sentimenti. Sopra tutti la terribile tigre Shere Khan col muso deturpato dal fuoco e il corpo ferito da mille battaglie.Il film segue abbastanza fedelmente il predecessore, i personaggi sono gli stessi, gli accadimenti si susseguono pari pari, ma in questo due temi legano il tutto con maggiore coerenza e fluidità. Da un lato la minaccia della tigre, che tiene sotto scacco la famiglia adottiva di Mowgli, dall'altra l'evoluzione del ragazzo che diventa uomo in un tipico percorso di formazione. In tutto questo uno dei personaggi che mi ha sorpreso di più è Raksha, la madre lupa, una particina nel cartone, qui assurge a eroina in un palpitante confronto con Shere Khan, ed è la coscienza etica del cucciolo d'uomo.Dopo remake poco convincenti, oggi ho immaginato che se il caro zio Walt avesse potuto vederlo, questo Libro, a distanza di 50 anni da quello firmato da lui, avrebbe sorriso soddisfatto. Ancora una volta, dopo tutte le innovazioni tecnologiche e artistiche di cui fu capace, l'eredità Disney ha forse trovato una via nella computer grafica più spinta per tornare a parlare all'anima...